Rivoluzione KTM: Bajaj è al comando e annuncia tagli drastici per salvare il marchio austriaco

Rivoluzione KTM: Bajaj è al comando e annuncia tagli drastici per salvare il marchio austriaco
Bajaj ha ottenuto l'approvazione della Commissione Austriaca per le Acquisizioni e avvia una drastica ristrutturazione. Obiettivo: tagliare del 50% i costi generali e riportare il marchio austriaco alla redditività. Nel mirino anche il reparto corse e MotoGP, mentre GASGAS cambia assetto mentre si profila uno spostamento totale della produzione fuori dall'Europa
14 novembre 2025

Bajaj non è più solo il salvatore finanziario di KTM, ma il vero padrone. Dopo l'intervento economico che ha impedito il collasso del prestigioso marchio austriaco, il gigante indiano ha ottenuto il via libera definitivo dalla Commissione Austriaca per le Acquisizioni e ha immediatamente iniziato a prendere decisioni. La prima e simbolica: cancellare il nome Pierer dalla denominazione della società madre.

La società che fino a qualche giorno fa si chiamava Pierer Mobility AG è stata ribattezzata Bajaj Mobility AG, segnando la fine definitiva dell'era della precedente gestione. Non si tratta solo di un cambio di nome, ma dell'inizio di una profonda trasformazione che toccherà ogni aspetto dell'azienda, dalla produzione al marketing, dalla ricerca e sviluppo fino al prestigioso programma di corse che ha reso KTM famosa nel mondo del motociclismo sportivo.

Il colosso indiano Bajaj è una potenza nel settore dell'automotive, con una capacità produttiva e una presenza nei mercati emergenti che lasciano a bocca aperta. Ora questa forza industriale viene messa al servizio del rilancio di KTM, ma a un prezzo che molti appassionati del marchio austriaco potrebbero trovare difficile da accettare.

KTM: Cambio del nome al vertice, da PIERER Mobility AG a Bajaj Mobility AG
Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Vedi anche

Tagli drastici: nel mirino metà dei costi aziendali

Rajiv Bajaj, amministratore delegato dell'azienda, non ha usato mezzi termini nell'illustrare i piani per il futuro di KTM. In un'intervista rilasciata a CNBC-TV18, il manager indiano ha rivelato che l'azienda ha individuato la possibilità di ridurre i costi generali del 50%. Un obiettivo ambizioso che, se raggiunto, cambierebbe radicalmente il volto dell'azienda austriaca.

"L'accetta indiana" si abbatterà su diversi settori chiave dell'organizzazione. Come ha precisato lo stesso Bajaj, i tagli "comprendono ricerca e sviluppo, tutte le aree di marketing, incluso lo sport, e tutte le aree operative". Quest'ultima menzione, il riferimento allo "sport", ha fatto drizzare le antenne agli appassionati e agli addetti ai lavori: è un chiaro segnale che anche il costoso programma racing di KTM, compresa la presenza in MotoGP, potrebbe subire riduzioni significative.

Il management indiano ha analizzato la struttura organizzativa di KTM e ha trovato quello che considera uno squilibrio preoccupante. La precedente dirigenza aveva già ridotto il personale da 6.000 a 4.000 risorse, ma secondo Bajaj questo numero è ancora eccessivo. Il problema, però, non riguarderebbe tanto gli operai quanto impiegati, manager e responsabili.

KTM e Brabus ci riprovano: "avvistato" il prototipo della nuova 1400 R

Le dichiarazioni più dure di Rajiv Bajaj hanno riguardato la composizione della forza lavoro di KTM. Il manager indiano non ha nascosto il suo stupore di fronte ai numeri: "Sorprendentemente, di quei 4.000 dipendenti, solo circa 1.000 sono operai di produzione; 3.000 sono impiegati amministrativi, il che è sconcertante, perché gli operai sono quelli che producono le motociclette".

Questa analisi porta a una conclusione inevitabile: i futuri tagli sembrerebbero colpire principalmente gli uffici, non le linee di produzione. Come ha spiegato Bajaj, "i futuri cambiamenti nel volume di produzione influenzeranno relativamente poco i lavoratori in linea; il problema sarà il numero eccessivo di impiegati d'ufficio". Una prospettiva che preoccupa particolarmente in Austria, dove buona parte del personale amministrativo e tecnico di KTM ha sede.

Il dirigente indiano non ha risparmiato critiche alla precedente gestione, puntando il dito contro chi ha portato l'azienda sull'orlo del baratro: "Questo è un problema che non è stato causato dal 99% dei dipendenti di KTM. È un problema della vecchia alta dirigenza di KTM, e la maggior parte di loro se n'è già andata". Una dichiarazione che, pur attribuendo le responsabilità a chi ha già lasciato, non cambia il destino di chi dovrà pagare le conseguenze di quelle scelte con il proprio posto di lavoro.

Pedro Acosta, vuole solo andare in moto! [VIDEO]

GASGAS nel mirino, MotoGP a rischio?

Gli effetti della ristrutturazione si stanno già facendo sentire su tutto il gruppo. GASGAS, il marchio acquisito da KTM e rilancato negli ultimi anni, sta cambiando il proprio modello operativo. Secondo quanto emerso, la riorganizzazione dovrebbe coinvolgere circa 20 dei 300 dipendenti della marca con sede a Girona, in Spagna. Numeri contenuti, ma che rappresentano solo l'inizio di un processo più ampio.

Il settore che potrebbe subire i contraccolpi più pesanti è quello delle corse. Il programma racing di KTM, che spazia dal motocross alla MotoGP, rappresenta una voce di costo significativa nel bilancio aziendale. La presenza nella categoria regina del motociclismo mondiale è particolarmente dispendiosa, e i risultati sportivi degli ultimi anni, pur con qualche lampo, per il manager Indiano sembrerebbero non aver ripagato gli investimenti in termini di ritorni commerciali e d'immagine. Sarebbe un vero peccato data la crescita dei piloti KTM nella Classe regina.

L'eventuale ridimensionamento o uscita di KTM dalla MotoGP aprirebbe scenari interessanti per altri costruttori. In particolare, potrebbe favorire i piani di CFMOTO, l'azienda cinese che è contemporaneamente partner commerciale e concorrente di Bajaj in alcuni mercati. Non è da scartare a priori un eventuale ingresso di CFMOTO nella Classe regina.

Produzione fuori dall'Europa: la fine dell'identità austriaca?

Tra le ipotesi al vaglio della nuova proprietà c'è quella di spostare completamente la produzione fuori dall'Europa. Una mossa che, dal punto di vista economico, avrebbe una logica ferrea: i costi di manodopera e produzione in paesi come India, Cina o altri mercati asiatici sono incomparabilmente inferiori a quelli austriaci. Bajaj stessa produce milioni di veicoli all'anno in India a costi estremamente competitivi.

D'altra parte, molti costruttori europei hanno già intrapreso questa strada, delocalizzando parte o tutta la produzione mantenendo i centri di ricerca e sviluppo in patria. La domanda è se KTM, sotto la guida Bajaj, riuscirà a trovare un equilibrio che permetta di contenere i costi senza sacrificare completamente quell'aura di esclusività e qualità che ha sempre contraddistinto il marchio.

La visione di Bajaj: ritorno alla redditività a ogni costo

Rajiv Bajaj non ha dubbi, una ristrutturazione generale è necessaria per riportare KTM alla redditività. L'approccio del colosso indiano è pragmatico e orientato ai numeri: ridurre i costi e aumentare i margini di profitto. Poco spazio per il sentimentalismo o per considerazioni legate alla tradizione del marchio.

Questo approccio industriale, tipico di Bajaj, potrebbe risultare vincente dal punto di vista economico ma rischia di alienare una parte dei fan storici di KTM. Il marchio austriaco ha sempre avuto un'anima corsaiola, ribelle, legata alle competizioni e all'innovazione tecnologica. La nuova gestione indiana sembra invece orientata verso una maggiore razionalizzazione, efficienza produttiva e penetrazione nei mercati di massa, specialmente in Asia.

Il futuro di KTM appare quindi sospeso tra due anime: quella che è stata, fatta di prestazioni estreme, successi sportivi e produzione europea di qualità, e quella che dovrà diventare per sopravvivere, probabilmente più orientata ai volumi, alla convenienza e ai mercati emergenti. Nei prossimi mesi scopriremo se Bajaj riuscirà a salvare KTM senza cancellarne l'identità, o se assisteremo alla trasformazione definitiva di un'icona del motociclismo europeo in un marchio globale a guida indiana.

Fonte: Soymotero

Argomenti

Caricamento commenti...