Nico Cereghini: “Patenti più facili per gli over 80”

Nico Cereghini: “Patenti più facili per gli over 80”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Si parla tanto di sicurezza stradale, le regole sono sempre più severe, ma qualcosa sfugge. E in nome della semplificazione si allargano le maglie sulle patenti ai più anziani. E’ giusto? | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
16 ottobre 2012

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Ciao a tutti! I tempi sono quelli che sono, cioè grami, e quello che mi piacerebbe fare è darvi buone notizie, o almeno parlare, come spesso ci capita, della passione che abbiamo dentro e che ci allevia i pensieri e qualche volta anche le giornate. Ma oggi niente: la notizia è di quelle allarmanti. Senza fronzoli e preamboli ve la spiattello subito: la legge numero 35 del 4 aprile 2012, passata sotto l’etichetta della “semplificazione”, all’articolo 11 dice che per gli ultraottantenni in buona salute il rinnovo della patente sarà biennale e non più annuale, e precisa che i tempi saranno più brevi perché la visita sanitaria sarà effettuata da un medico monocratico (cioè dell’ASL o dello Stato) e non più da una commissione agganciata alla ASL. Si torna insomma a quanto era in vigore fino al settembre 2010.

Non è una notizia freschissima, ma è passata per me inosservata. E’ giusto premettere che i molto-anziani sono contenti: i tempi per rinnovare la patente erano biblici, i costi spesso altissimi, le commissioni discutibili, e le agenzie spesso ci lucravano sopra. Senza contare che tutte le direttive europee vanno in questo senso della validità biennale, che molti over ottanta guidano ancora benissimo, meglio e con più attenzione di tanti giovani, e che “non hanno mai provocato un incidente in vita loro”. Però siamo in Italia, poco funziona come deve, e la settimana scorsa una mia zia, 83 anni fatti, mi ha telefonato tutta giuliva: “Che bello, una visita pro forma di due minuti, proprio come quando ero giovane”. Eh già, il punto è proprio qui: le visite mediche per la patente sono molto spesso una farsa, lo sappiamo fin da quando abbiamo l’età per guidare. E invece gli anziani che si mettono al volante andrebbero controllati davvero e di frequente.

Siamo sicuri che incoraggiare i vecchietti alla guida sia una buona idea? Senza neanche valutare attentamente lo stato di salute e la qualità dei loro riflessi?


Vero, essere giovani non garantisce dalle cazzate al volante (o al manubrio). Anzi, troppi giovani guidano in maniera spericolata quando non sono alticci o anche peggio. Però le leggi che disciplinano la velocità, i sorpassi, i semafori, i tassi alcolici e compagnia bella sono state tutte opportunamente inasprite; ne sa qualcosa chi ha fatto un banale tamponamento a quaranta all’ora in città ed è stato pescato appena oltre la soglia di 0.5: multa fino a duemila euro e via la patente da uno a due anni. Sopra lo 0.8 scatta il reato penale e dunque l’arresto. Non tutti sono d’accordo su tanta severità comunque va bene, magari esageriamo anche, purché la sicurezza stradale cresca. Ma allora siamo sicuri che incoraggiare i vecchietti alla guida sia una buona idea? Senza neanche valutare attentamente lo stato di salute e la qualità dei loro riflessi?

Mi capita di pensare spesso ai terribili casi di guida contro mano in autostrada. Me lo segnalava un agente della Stradale: al novanta per cento sono guidatori molto anziani che, accorgendosi di aver imboccato l’autostrada nella direzione opposta a quella che intendevano prendere, accostano sulla corsia di emergenza, attendono che il traffico lo consenta, fanno la loro brava manovra di inversione e via.
 

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