Nico Cereghini: "Litigare nel traffico è pericoloso"

Nico Cereghini: "Litigare nel traffico è pericoloso"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Torno sull’argomento di sette giorni fa e mi allargo fino a Fabrizio Corona e anche più in là: fino a quei folli che, non solo a Milano, per questioni di precedenze possono anche uccidere | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
11 ottobre 2011

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Ciao a tutti! Pare che a Milano succedano le cose peggiori, e dopo la tentata rapina della FZ6 che ho ripreso dai quotidiani mettendoci una certa ironia (cosa che ha suscitato le proteste di molti di voi), si è messo pure Corona. Con Belen, la sorella di lei, in tre senza i caschi, su una sola moto nel centro città. Come si può commentare un episodio del genere? Un “no comment” mi sembra la soluzione più adatta. Anche perché, sentite questa, io vi ho già vendicato in anticipo un anno fa.

E' proprio lui, Corona, con l’aria annoiata di quello che gli tocca fare i conti con i comuni mortali. Allora non resisto e gli dico, anche a nome vostro, “non potevi che essere tu, supercoglione!”

 

Incappai in Fabrizio Corona che era un giorno feriale, nel traffico di mezza mattina. Notai una Porsche Panamera (quattro porte per farci entrare un ego smisurato), che si esibiva, a velocità sostenuta, in un sorpasso di fila ferma invadendo la corsia opposta nonostante la visibilità a zero: la via era stretta e pure curva. Con lo scooter la seguii, pian piano, senza rischiare nulla, e la ritrovai al semaforo, ancora fuori dalla fila, mentre veniva il verde e l’auto restava lì bloccata. Giustamente, non la lasciavano rientrare. Finestrino del guidatore mezzo aperto, voglio proprio vedere che faccia ha un fesso (o anche un criminale): è proprio lui, Corona, con l’aria annoiata di quello che gli tocca fare i conti con i comuni mortali. Allora non resisto e gli dico, anche a nome vostro, “non potevi che essere tu, supercoglione!”, e lui zitto. E’ un grande incassatore, quel Corona, se ne frega proprio, pare pure che circoli senza patente. Alla fine pagherà.
L’importante è che a pagare non siano sempre i deboli. E dopo quell’altro evento clamoroso di fine settembre, sempre a Milano, quando due ragazzi furono assaliti a colpi di crick da un energumeno dopo una discussione di viabilità, ho riflettuto su un fatto: è capitato anche a me, di essere seriamente minacciato dal folle di turno. Un camionista ligure, tanti anni fa, mi ha inseguito con una roncola perché gli avevo gridato “bestia!” dopo che a momenti investiva me e i miei amici su una stradina, sbucando a manetta dalla curva. E vent’anni fa, di notte in città, un automobilista milanese ha tirato fuori la pistola dopo una discussione di precedenze e ha gridato, come al cinema, “conto fino a tre e poi sparo”. Non sono stato lì a controllare quanto facesse sul serio.

Di pazzi ne circolano sempre troppi. E pure di gente che guida sotto l’effetto dell’alcool e delle droghe. I controlli non possono risolvere la piaga. Chi vive nelle grandi metropoli è anche più esposto, ed è per questo che, da anni, io raccomando soprattutto ai più giovani di non attaccar lite, mai, specie in città e di notte. Alzate la voce, con ardore anche, per le questioni più importanti, quelle etiche magari; mai per storie di traffico. Per quelle c’è gente che può anche uccidere.

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