MotoGP 2020. Syahrin unfit e la sicurezza in pista

MotoGP 2020. Syahrin unfit e la sicurezza in pista
Caduto rovinosamente durante la gara Moto2 di domenica scorsa, il pilota malese è stato dichiarato non idoneo per il GP di Stiria
21 agosto 2020

Hafizh Syahrin non prenderà parte al GP di Stiria. Lo hanno stabilito i medici chiamati a verificare le condizioni del pilota di Moto2 dopo il tremendo incidente di domenica scorsa: unfit è il loro responso.

Non idoneo, quindi, perché ancora alle prese con i postumi di quella caduta, come ha comunicato anche il suo team. “Hafizh – hanno fatto sapere dalla squadra Aspar – è ancora dolorante agli arti inferiori, ha provato in ogni modo ad essere in forma per prendere parte al Gran Premio, ma non è stato possibile”.
Per il pilota malese, quindi, tre settimane di tempo in vista del prossimo appuntamento con il Mondiale, in Italia a Misano. Il suo incidente, domenica scorsa, aveva seriamente fatto temere il peggio per la violenza dell’impatto contro la moto di Enea Bastianini, rimasta sull’asfalto a centro pista in seguito ad una caduta.

Già ieri, Valentino Rossi e gli altri piloti della MotoGP avevano posto l’accento sulla necessità di rivedere le segnalazioni con bandiere gialle, troppo spesso inefficaci, portando ad esempio proprio quanto capitato a Syahrin: “In quella circostanza – ha detto Rossi – Hafizh non poteva vedere le bandiere ed è accaduto quello che è accaduto, forse è il momento di pensare a qualcosa di più efficace, tipo i monitor della Formula1”.

Intanto, sempre sul fronte della sicurezza, Luca Cadalora e l’ingegner Giulio Bernardelle hanno posto l’attenzione, nel corso di un Live di Moto.it, sulla necessità di rivedere il peso delle moto in Moto2. “Sono troppo pesanti – ha spiegato l’ingegnere – Questo fa sì che in caso di caduta le moto non scivolino via. Sarebbe assolutamente opportuno anche rivedere, oltre al peso, tutte le appendici che possono costituire un ostacolo allo scivolamento, perché una moto che rimane stesa a centro pista è qualcosa di decisamente troppo pericoloso e imprevedibile per i piloti in gara”.

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