Il mercato moto in Europa è calato del 7,2% nei primi nove mesi del 2025

Il mercato moto in Europa è calato del 7,2% nei primi nove mesi del 2025
Continua la frenata dopo il boom pre-Euro 5+. Solo la Spagna cresce con un +11,1%, mentre Germania e Francia accusano perdite a doppia cifra. L'analisi dei dati ACEM fotografa un settore in fase di riassestamento
30 ottobre 2025

Il bollettino ACEM ci riporta 823.786 motocicli immatricolati nei cinque principali mercati europei (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) tra gennaio e settembre 2025. La cifra rappresenta un calo del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Una flessione che conferma quanto anticipato e ripetuto ormai da mesi dagli addetti ai lavori, noi compresi: l'ondata di pre-immatricolazioni dovuta all'entrata in vigore della normativa Euro 5+ ha creato un effetto distorsivo che il mercato sta ora metabolizzando.

A spiegarlo chiaramente è Antonio Perlot, Segretario Generale di ACEM (l'associazione europea dei costruttori di moto): "Le cifre dei primi nove mesi del 2025 confermano che l'impennata delle immatricolazioni spinta dalla transizione Euro 5+ viene progressivamente assorbita. Ciò che stiamo osservando è un aggiustamento di mercato dopo l'intensa attività di pre-registrazione avvenuta prima della nuova fase normativa".

Tutti calano, ma la Spagna cresce

L'analisi Paese per Paese rivela uno scenario frammentato. La Spagna si conferma l'unica nota positiva del panorama europeo con 183.014 unità immatricolate e una crescita dell'11,1% anno su anno. Un risultato che evidenzia la vitalità del mercato iberico, sempre più centrale nelle strategie commerciali dei costruttori.

L'Italia tiene bene la posizione con 282.407 motocicli immatricolati, registrando un contenuto -1,1%. Un dato che conferma la solidità del mercato domestico, storicamente tra i più maturi e stabili d'Europa.

Il Regno Unito accusa una contrazione del 4% (73.343 unità), mentre è la Francia a destare maggiore preoccupazione con un pesante -12,4% (144.888 unità). Ma il vero punto dolente continua ad essere la Germania, che crolla del 24,4% fermandosi a sole 140.134 immatricolazioni, la metà di quelle italiane. Un tracollo che ridimensiona drasticamente quello che fino a poco tempo fa era considerato uno dei mercati trainanti del settore.

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I ciclomotori verso l'estinzione?

Se il comparto motociclistico mostra segnali contrastanti, quello dei ciclomotori attraversa una fase critica che perdura da tempo come ormai noto. Evidente che i moped accusano la concorrenza sia delle bici a pedalata assistita sia di altri beni che interessano maggiormente i più giovani. Nei sei mercati monitorati da ACEM (Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna) sono state immatricolate 110.641 unità, con un calo del 16,4% rispetto al 2024 (132.303 unità). Avanti di questo passo i cinquantini resteranno un ricordo. Le uniche piccole note positive, come ricordiamo, arrivano dalle piccole moto elettriche che rappresentano però una nicchia.

Solo la Germania riesce a mantenere un timido segno positivo con 12.772 unità (+1,3%). Tutti gli altri mercati registrano flessioni significative: la Spagna perde il 3,4% (9.494 unità), il Belgio il 10,1% (20.123 unità), i Paesi Bassi il 19,1% (19.386 unità), mentre Francia e Italia accusano i colpi più duri rispettivamente con -21,8% (37.874 unità) e -27,3% (10.992 unità).

Eicma e Intermot come cartine tornasole

Guardando avanti, l'industria ripone molte speranze nei grandi eventi fieristici di fine anno. Come sottolinea Perlot: "Mentre entriamo nell'ultimo trimestre e ci avviciniamo a eventi chiave del settore come EICMA e INTERMOT, i costruttori si preparano a mostrare le loro ultime innovazioni. Queste fiere aiuteranno a indicare come sta evolvendo il mercato in vista della stagione motociclistica 2026".

Le manifestazioni milanese e tedesca rappresenteranno infatti un'importante occasione per testare il polso del mercato e capire se i nuovi modelli riusciranno a riaccendere l'interesse dei motociclisti mittle-europei.

Conclusioni: attesa e cautela

Il quadro che emerge dai dati ACEM è quello di un mercato in fase di riassestamento, ancora influenzato dalle dinamiche speculative legate al cambio normativo. La variabilità tra i diversi paesi suggerisce che fattori locali – economici, fiscali e culturali – giocano un ruolo determinante nell'andamento delle vendite.

Il settore guarda con attenzione agli ultimi mesi dell'anno, sperando che la stagione 2026 possa riportare stabilità e, possibilmente, una ripresa della domanda soprattutto laddove è crollata: Francia e soprattutto Germania saranno osservati speciali. Nel frattempo, costruttori e soprattutto concessionari devono fare i conti, soprattutto fuori dall'Italia va detto, con magazzini ancora se non pieni quasi di modelli pre-immatricolati e consumatori più cauti nelle loro scelte d'acquisto. In ogni caso il quadro soprattutto per i Paesi mediterranei non appare preoccupante, ma certo sarà interessante vedere cosa succederà nel 2026 se ci sarà l'auspicata ripresa e sicuramente sarà interessante riportare quei dati non tanto con quelli del 2025 quando con quelli di 2023-2024. 

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