Guardrail salvamotociclisti: via libera della Commissione Europea

Guardrail salvamotociclisti: via libera della Commissione Europea
  • di Alfonso Rago
Prima vittoria della battaglia di Graziella Viviano: dal ministro Toninelli arriva la notizia dell’approvazione in ambito comunitario del decreto sui guardrail salvavita per i motociclisti
  • di Alfonso Rago
12 marzo 2019

Sarà installato a Roma, circostanza niente affatto causale: il primo guardrail salvamotociclisti (vedi qui) verrà montato sulle strade della Capitale, grazie alla tenacia ed alla costanza di una “mamma coraggio“ che conosciamo molto bene.

Dando seguito ad un impegno preso solo poco tempo fa (vedi qui), il ministro Toninelli ha convocato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, per cominciare le notizia dell’approvazione da parte di Bruxelles del decreto sui guardrail salvamotociclisti; e la prima città a recepirlo è proprio la Capitale, con una specifica direttiva.

Ma la battaglia intrapresa da Graziella a favore della massima sicurezza  per chi in strada si muove su due ruote, e  non solo a motore, non finisce certo qui: ci sono altre urgenze da risolvere, ad iniziare dai suggerimenti raccolti al convegno del 23 febbraio, frutto del lavoro di tecnici, amministratori e soccorritori che lavorano ogni giorno in strada, oltre che di tante associazioni di motociclisti. 

Tra le modifiche suggerite, forse la principale riguarda il concetto stesso di pericolosità stradale: il decreto, ad esempio, prevede interventi sulle strade con raggio di curvatura inferiore ai 250 metri, una limitazione anacronistica perché non è detto che strade con curve più larghe non siano pericolose.

Altro punto che impone modifiche è quello relativo all'obbligatorietà d'intervento per strade dove si siano registratio incidenti con almeno cinque morti in tre anni: «È un dato troppo alto - riflette Graziella -: bisogna trovare altri parametri e intervenire prima che su una strada muoiano cinque persone. Sul tratto in cui è morta Elena in quindici giorni sono caduti altri due motociclisti: non ci deve per forza essere un decesso per attivare i lavori di messa in sicurezza».

Sarà necessario attivare una banca-dati unica e dettagliata sulle criticità di ogni arteria stradale per definirne gli interventi necessari: è allo studio un questionario a disposizione dei soccorritori che intervengono in caso di incidente, un agile modello a crocetta che riporti non solo i danni subiti dalle persone, ma anche le cause del sinistro e la presenza di elementi ulteriori di pericolo, come buche, macchie d'olio, segnaletica non a norma o guardrail danneggiati o vetusti.

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