Europa, non ci siamo

Dimezzare le vittime degli incidenti stradali entro il 2010? Magari. Il 2006 ha registrato 6.200 morti su 2 ruote. L’Italia è il fanalino di coda
31 dicembre 2008
Riprendiamo l’allarme lanciato dal quotidiano Repubblica sotto le festività natalizie. Vi parliamo di freddi numeri, che riportano il dato consuntivo dei morti su 2 ruote nel corso del 2006. In Europa sono 6.200 le vite spezzate, a cui corrispondono altrettante tragedie familiari. Sono dati che fanno riflettere e che allontanano sempre più da quel – 50% che dovrebbe indicare la diminuzione delle vittime da incidenti stradali da perseguire entro il 2010. L’European Transport Safety Council (ETSC) va giù pesante, e non potrebbe fare altrimenti. Moto e scooter valgono solamente il 2% del totale dei chilometri percorsi in Europa, eppure coprono ben il 16% del totale degli incidenti che si verificano sul suolo comunitario. Bruxelles stila la classifica dei “buoni e cattivi”: se avete in mente di programmare le vostre prossime vacanze motociclistiche in Norvegia, Svizzera, Danimarca e Finlandia, sappiate che questi sono i posti più sicuri dove dare sfogo alla nostra passione. Non va molto peggio in Germania, Portogallo, Austria, Svezia, Grecia. La 2 ruote registrano una maggiore incidenza nel computo totale degli incidenti stradali, rapportato sempre ai chilometri percorsi, in Spagna, Irlanda, Olanda, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Estonia e Polonia. L’Italia non compare nella lista degli alunni. Il motivo? È semplice, ha bigiato la lezione. Nessuno, tra chi ne aveva il dovere (Istat e Ministero dei Trasporti), si è preso la briga di studiare la situazione nel Bel Paese e di fornire dei dati statistici all’Unione Europea. “E’ una mancanza di dati assoluta, quella italiana - spiega Marco Popolizio, Project Officer dell’European Transport Safety Council - per certi versi pazzesca: mancano del tutto le statistiche perfino sui km percorsi dai vari utenti della strada. Una mancanza gravissima che rende impossibile inserire l’Italia in questi studi perché il principale indicatore si basa sul numero di km percorsi”. Uno spaccato della situazione italiana è però possibile desumerlo dall’analisi dei dati relativi al parco circolante a 2 ruote, rapportato alla percentuale di incidenti che coinvolgono moto e ciclomotori. Se ne ricava un quadro allarmante che, con buona pace di chi usa la moto negli spostamenti quotidiani, fa dell’Italia il paese europeo più pericoloso per le 2 ruote. Moto e motorini coprono infatti una fetta molto bassa di mobilità - pari al 3,5% - ma contano il 26% di vittime sulla strada. Percentuale che nei fine settimana estivi supera il 50-60%. Altro che sicurezza stradale, l’European Transport Safety Council afferma che, avanti di questo passo, nel 2010 il 40% delle vittime degli incidenti sarà su 2 ruote. E, se la prevenzione degli incidenti stradali passa da controlli più capillari delle Forze dell'Ordine, dall'Italia arriva un segnale che fa cascare le braccia. Nell'ottica della riduzione della spesa pubblica, la Finanziaria appena approvata ha previsto la chiusura di 43 distaccamenti della Polizia Stradale. Un bel regalo di fine d'anno per chi infrange le regole, sperando di farla franca. Andrea Perfetti

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