EnduroGP Germania. Prima Holcombe (Beta), poi gli altri Campioni del Mondo

EnduroGP Germania. Prima Holcombe (Beta), poi gli altri Campioni del Mondo
Piero Batini
  • di Piero Batini
GP di Germania, il mitico Enduro di Zschopau, ultimo appuntamento del Mondiale 2017. Tra duelli e colpi di scena memorabili, lo scacchiere definitivo. Titoli a Garcia (KTM), Freeman (Beta) e alla Franke (KTM). Per il 2018, ritorno al futuro… tornando indietro.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
23 ottobre 2017

Zschopau, 22 Ottobre. Si è iniziato in Finlandia con un Rally-Enduro gelato attorno al mitico Lago Pajanne, e si finisce dopo otto prove tra le braccia, geografiche, di un altro luogo incantato del Fuoristrada, nel fango dell’Enduro di Zschopau, Germania. Sì, la culla tedesca dell’Enduro, delle favolose formazioni DDR, e proprio dove si producevano le non meno leggendarie Motorenwerke Zschopau, le MZ dominatrici della scena degli anni ’60-‘70.

L’ultimo week end del Mondiale di Enduro, deve ancora assegnare tre dei quattro titoli, poiché solo la Youth Cup ha il suo Campione del Mondo già dal Portogallo, Andrea Verona con la TM, questa volta assente per l’infortunio ai legamenti del ginocchio. È chiaro che sarà un finale molto acceso, ma è difficile immaginare che andrà ben oltre le normali aspettative di una circostanza cruciale.

Sabato si conclude la corsa al titolo della Classe Regina, la EnduroGP. Steve Holcombe arriva in Germania con quaranta punti di vantaggio su Loic Larrieu. Nathan Watson è fuori gioco, troppo distante, e Matthew Phillips, l’australiano primo Campione del Mondo della storia della nuova Classe, ha abdicato da tempo, remi in barca dopo la strepitosa doppietta spagnola. La gara è una formalità, ma l’Enduro non è Sport che consiglia di lasciarsi andare anzitempo. Come niente fosse, l’ultima sfida della Enduro GP porta sul palcoscenico l’Ufficiale Beta nel confronto dell’anno contro un vecchio leone, Christophe Nambotin, e il francese eroe della Sei Giorni, Larrieu. Appena defilato il Campione del Mondo in carica e ormai detronizzato, Phillips, che ha già programmato il ritorno a casa. Comunque, il 23enne inglese, già Campione del Mondo 2016 della E3, non si scompone. Vince la “manche” di sabato, davanti a Larrieu e Nambotin, e chiude la pratica con un festeggiamento comunque precoce che vede riunita tutta la Grande Famiglia Beta, “capo” Lapo Bianchi in testa. Più sciolto e leggero, non vuol dire meno efficace, e il pilota di Fabrizio Dini vince anche l’ultima giornata del Campionato imponendosi sugli stessi avversari, solo in ordine invertito. In totale, sei giornate vinte sulle 16 disputate, 350 punti contro 302.

Il vantaggio di Josep Garcia su Jamie McCanney non era così netto, 312 punti contro 299 alla vigilia dell’ultimo appuntamento mondiale dell’anno, e in teoria rimaneva in corsa per il Titolo della E2 anche il Campione del Mondo in carica, Eero Remes.

Ma lo spagnolo in forza al Team KTM di Farioli è passato da rivelazione a outsider, e quindi a elemento di forza del Team e del campionato, in tempi brevissimi, dimostrando una maturità a prova di bomba che non può deludere. Neanche dopo aver rischiato il peggio per una caduta durante il Super Test del venerdì sera. Nel week end dominato dai fratelli McCanney, Danny vincente il sabato e Jamie la domenica, Garcia ottiene rispettivamente un secondo e, una volta il risultato al sicuro, un ancora più comodo quinto posto. Quanto basta al ventenne di Suria, già a podio nei Mondiali Youth Cup e Junior, per ottenere il successo più importante della sua carriera. Sei vittorie di giornata anche per il “salvatore” dello Squadrone KTM, in annata non particolarmente fortunata, contro le cinque di Jamie McCanney, secondo in Campionato, e le appena tre dell’Ex Campione del Mondo Remes, terzo ma non più visto all’altezza dei suoi tempi migliori dopo il GP di casa.

Il confronto più acceso del week end era, sulla carta, quello che vedeva di fronte Davide Soreca e Brad Freeman nella corsa per il titolo della Enduro Junior. L’italiano della Honda era stato in testa dal secondo Gran Premio della stagione, il primo era andato all’estemporaneo Eemil Pohjola autore della doppietta finlandese e poi rivisto solo in Inghilterra, ma l’inglese, in ritardo di 44 punti per non aver partecipato al GP finlandese, aveva ottenuto otto successi di giornata nei successivi 6 Gran Premi, ed era arrivato in Germania con appena 4 punti ritardo. Non bastasse, sabato sera aveva vinto e Soreca aveva concluso al terzo posto. La parti si invertivano, Freeman aveva finito di inseguire ed era davanti. Un punto soltanto, ovvero la promessa di una domenica di fuoco.

La bella di domenica dice Freeman. L’inglese, anche lui 21 anni, conduce con disinvoltura fino alla terz’ultima speciale, poi è rallentato da un problema al freno e Soreca si fa sotto, appena cinque secondi. L’ultimo Cross Test è decisivo. Freeman vola, Soreca è terzo, l’inglese si aggiudica la Gara con una doppietta. Bradley Thomas Freeman è Campione del Mondo Junior, e per Beta è un altro bingo, questa volta nella speciale declinazione Boano. Anno magico. Soreca termina il Mondiale al secondo posto, 4 punti dal Campione, Albin Elowson è terzo, Matteo Cavallo quarto.

Il colpo di scena va perfettamente a segno, invece, nella categoria femminile. Laia Sanz, che ha ceduto per un’insolita frazione di secondo la gara del Sabato alla Franke, deve concludere davanti all’idolo di Casa per conquistare il suo 19° Titolo Mondiale. Bastano, tuttavia, due prove speciali perché intervenga una ancor più insolita panne meccanica, e la gara della Regina di Spagna è finita, e con quella la corsa al Titolo, che comunque resta in casa KTM. Maria Franke è Campionessa del Mondo, la Sanz seconda, Jane Daniels terza.

Italiani, anno così-così. Redondi è sesto nella EnduroGP, Salvini appena 11°. Sesto anche Guarneri nella E2, Oldrati decimo. Detto di Soreca e Cavallo, nostro portabandiera e promessa quest’anno è Andrea Verona, Mondiale EY.

Non solo gare. Il Gran Premio di Germania è anche una scadenza, secondo alcuni un ultimatum. Vista l’ariaccia che tira Costruttori, Team e Piloti si sono incontrati per decidere il futuro del Mondiale di Enduro, solo qualche settimana fa non così certo come la sua bellissima storia. Incontrarsi vuol dire di solito tornare a casa dopo essersi stretti la mano, e quindi aver definito un programma nel quale impegnarsi. Magari anche solo a breve termine, ma sedersi attorno al tavolo è volontà di alzarsi con un patto per il futuro. Così il futuro del Mondiale viene ridisegnato, per la terza volta negli ultimi tre anni. Probabilmente se si lasciavano le cose come stavano il terremoto si notava di meno, sta di fatto che si torna al passato per garantire al Mondiale un futuro.
E questo è bene. Tornano le tre Classi che hanno fatto la fortuna del Mondiale di Blanchard dal 2004, anno in cui il MOndiuale ha avuto la fortuna di incontrare l’ex re e pioniere del supermotard, e torna anche l’ultima Classe Regina, la EnduroGP, ma nella prima versione, ovvero l’equivalente della Classifica Assoluta, sparita, acclamata, tornata per poi sparire di nuovo. Eccola di nuovo. Giusto. Quindi E1 fino a 250, due e quattro tempi, E2 fino a 450 quattro tempi, E3 oltre 250 due tempi e oltre 450 4 tempi, tutti Seniors. Ritocchi e incoraggiamenti anche alle Classi promozionali, E Junior divisa in due cilindrate e Youth Cup, basati soprattutto sul numero di prove valide. In totale, spero di non sbagliare, sette Titoli da assegnare se compreso anche quello Woman, otto se si deciderà di assegnare due premi alle rispettive categorie Junior per ora previste insieme. Nove prove infine, nel Calendario provvisorio della prossima stagione. Finlandia, Spagna, Portogallo, Estonia, Italia 1 a Arco di Trento, Francia da assegnare, Italia 2 a Edolo, Regno Unito e Germania.

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