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L'incubo di chi professa l'amore per il piacere di guida sembra essersi materializzato qualche giorno fa a Jakarta. L'Omo X non è arrivato sul palco su cui veniva presentato come tutti gli altri scooter. È salito da solo, in modalità completamente autonoma, annunciando al mondo quello che potrebbe essere l'inizio di una nuova era non solo nella mobilità urbana. Incuriositi abbiamo cercato qualche informazione in più.
Partiamo dagli ideatori di questo ritrovato tecnologico. Omoway non è il classico nome che ci aspetteremmo di sentire nel mondo delle due ruote, a dire il vero di sentire e basta dato che non lo abbiamo mai sentito prima. Eppure, dietro questa startup fondata nel 2024 si nascondebbe un pedigree di tutto rispetto. Al timone c'è un certo He Tao, già co-fondatore di Xpeng Motors, un altro gigante cinese delle auto elettriche. Il suo team include ex dirigenti della divisione guida autonoma di Xpeng, designer di primo piano e persino veterani del settore mobile come Vivo.
Una combinazione che spiega molto dell'approccio dell'Omo X, un nomignolo che forse da noi fa un po' sorridere e non lo aiuta ad essere preso sul serio. Non si tratta a quanto pare di un semplice scooter elettrico con qualche gadget in più, ma di un veicolo pensato con la mentalità dell'industria automobilistica e tech.
He Tao e i suoi hanno sviluppato un'architettura proprietaria chiamata Halo (ok, questo almeno non è molto originale come nome) che integra il sistema Halo Pilot per la succitata guida autonoma. Stiamo parlando di cruise control adattivo, richiamo remoto, parcheggio automatico e persino auto-bilanciamento a basse velocità. Funzionalità che fino a poco tempo fa sembravano fantascienza per una due ruote, ma che Omoway dichiara orgogliosamente di aver reso realtà. Come sappiamo anche Honda, Yamaha e BMW hanno già mostrato prototipi con funzioni di questo tipo, ma per il momento rimaniamo in Cina.
Altro elemento di vanto è il design modulare. Lo scooter può essere riconfigurato per adattarsi a diversi stili di guida o esigenze: layout rilassato step-through, setup più aggressivo a cavallo con un modulo centrale che lo rende più "moto" o modalità touring per lunghe percorrenze con tris di valigie. L'intenzione è di offrire tre scooter diversi in uno, un po' come quando si vendevano tv-color con VHS e DVD.
L'Omo X non è stato progettato per i weekend di svago europei o per le brevi tratte cittadine nelle nostre città. Il target esplicito è il Sud-Est asiatico, dove gli scooter sono veri e propri cavalli da battaglia quotidiani: spostamenti casa-lavoro, viaggi nel weekend, trasporto merci. Un mercato che richiede affidabilità, versatilità e prestazioni sostenute e che quindi potrebbe essere un bel banco di prova per questo ambizioso progetto.
La produzione è prevista per il 2026 in Indonesia, con manifattura locale per contenere i costi (a detta dei cinesi!). Omoway non ha ancora rivelato i prezzi, ma promette di mantenere standard qualitativi automobilistici restando competitiva sul mercato. Peccato, eravamo curiosi...
La domanda che sorge spontanea è: può funzionare anche in altri mercati? Arriverà mai in Occidente?
Considerate le caratteristiche tecnologiche promesse non è da escludere secondo noi che in un mercato come quello europeo o perché no anche statunitense, possa trovare una clientela pronta a lasciarsi sedurre dai vantaggi che tutti questi dispositivi possono offrire, perlomeno in termini di sicurezza. Certo è ancora tutto da dimostrare: per ora l'Omo X è salito su un palco e vedendo come le nostre auto hanno imparato negli ultimi anni a parcheggiare da sole è possibile che ci sia ancora del margine di miglioramento. Di certo, la novità è notevole. A patto che funzioni davvero. Negli ultimi tempi abbiamo visto apparire delle meteore che promettono grandi tecnologie, incassano un po' di investimenti e poi spariscono. Vedremo se Omoway è invece qualcosa di concreto e non solo ammirabilmente ambizioso.