È morto Carlo Murelli

È morto Carlo Murelli
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Aveva ottantotto anni ed era un tecnico di grande valore. Innamorato del marchio Honda, era stato ammesso, unico europeo, nella squadra che sviluppò e portò in pista nel ’79 la famosa NR 500 a pistoni ovali
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
21 aprile 2022

E’ morto Carlo Murelli, storico meccanico della Honda e unico tecnico europeo ammesso nella squadra della famosa NR 500 a pistoni ovali del ‘79. Carlo aveva 88 anni, li aveva compiuti il 22 marzo scorso nella clinica di lungo degenza all’Esquilino, a Roma, dove era ricoverato da tempo. Qualche appassionato, informato attraverso i social, era andato a trovarlo.

Piacentino ma romano di adozione, Murelli era un tecnico capace e molto appassionato, formato alla scuola della Mondial e della Bianchi. Amava il marchio Honda, quando lo conobbi negli anni Settanta era impegnato sulle 500 Four della Samoto di Malenotti, vinceva tra le derivate della mezzo litro e si prese anche il gusto di dominare la 500 km di Vallelunga del ’73 davanti alle 750, con la coppia di piloti Piccirilli e Pietrinferni. Ho un’immagine davanti agli occhi: i suoi occhi azzurri brillavano in un volto sempre aperto e sorridente. E adorava Tommaso Piccirilli, il suo pilota del cuore.

L’ultima volta che lo si vide in pubblico era stata a Misano in occasione della MotoGP, naturalmente era passato nel box HRC, festeggiato in particolare da Alberto Puig che lo aveva conosciuto bene. Eppure ai suoi tempi l’HRC ancora non esisteva, in quegli anni la divisione corse della Honda si chiamava HSC.

Una volta criticai davanti a lui la famosa NR: ero andato apposta a Silverstone per vederla esordire con Grant e Katayama e fu un fiasco clamoroso tra qualifiche mancate, ripescaggio discusso per la gara, poi rotture, difficoltà allo start, cadute e persino le fiamme. La Honda non fece una gran figura, ma Carlo la difese appassionatamente.

Murelli sosteneva che la moto era stata penalizzata da un regolamento tecnico assurdo, lo stesso che aveva cancellato le MV in favore delle due tempi; e che la partenza a spinta l’aveva particolarmente svantaggiata. I contenuti tecnici della NR erano straordinari. L’orgoglio del tecnico italiano io lo avevo visto anche negli occhi di Takeo Fukui, che aveva diretto lo staff tecnico racing prima di diventare presidente di HRC e poi di Honda Motor.

”E’ stata la madre di tutte le MotoGP moderne” diceva Carlo Murelli. E naturalmente aveva ragione: le soluzioni tecniche raffinatissime, i materiali speciali, i pistoni ovali e il regime di rotazione a 20.000 giri… si arrivò fino a 122 cavalli a 22.000 giri nell’82! Su quella moto si giocò tutto il know-how della Honda, e ancora fa impressione a guardarla; benché poi, per vincere i GP della classe 500, anche la Honda fu costretta a passare al due tempi.

Carlo Murelli rappresentava per noi tutto questo, competenza e passione allo stato dell’arte, e ci mancherà.

Ai suoi parenti e agli amici il cordoglio della redazione

I funerali si terrano a Roma sabato 23 aprile alle ore 15.00 nella chiesa del SS Redentore di via Monterocchetta

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