Antonello Montante (Ancma-Eicma) indagato per mafia

Antonello Montante (Ancma-Eicma) indagato per mafia
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Il presidente di Eicma, e vicepresidente Ancma, Antonello Montante sarebbe iscritto nel registro degli indagati per reati di mafia. Responsabile Legalità di Confindustria, il suo nome è stato fatto da alcuni collaboratori di giustizia
  • Maurizio Gissi
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9 febbraio 2015

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Antonello Montante, 52enne imprenditore di Serradifalco, a capo dell'omonima e storica azienda di biciclette siciliana, sarebbe sotto inchiesta per reati di mafia. A darne la notizia oggi è il quotidiano la Repubblica. Montante è dal giugno 2013 presidente di Eicma, la società organizzatrice del Salone di Milano, ed è anche vice presidente di Ancma, l'associazione dei costruttori di cicli, motocicli e accessori. Ha pure fondato la MSA, Mediterr Shock Absorber, azienda produttrice di ammortizzatori per veicoli industriali. 
Per Confindustria nazionale è inoltre responsabile della commissione Legalità, è presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e di Confindustria Sicilia. Nel 2008 è stato nominato Cavaliere del Lavoro. Da gennaio di quest'anno è un componente dell'Agenzia dei beni confiscati. 

Secondo quanto riportato da Repubblica, Montante sarebbe iscritto nel registro degli indagati delle Procure di Caltanissetta e Catania in seguito alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia fra i quali compare il pentito Salvatore Dario Di Francesco, suo concittadino. L'inchiesta sarebbe solo nelle fasi iniziali.

In merito a questa vicenda, Montante ha dichiarato: «Ho letto notizie che mi riguarderebbero. Mi tornano in mente le parole profetiche pronunciate appena qualche giorno fa dal presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Ha parlato di attacchi contro i nuovi vertici confindustriali siciliani e nisseni, spesso aggrediti attraverso il metodo subdolo della diffamazione e del discredito mediatico». 
«Posso assicurare che il mio impegno contro il malaffare per liberare le imprese dal sopruso delle mafie continuerà con maggiore forza e determinazione di prima, in continuo contatto, così come ho sempre fatto, con forze dell’ordine, istituzioni e magistratura, cui va la mia piu’ assoluta fiducia».