Philippaerts spiega la pista di St Jean d'Angely

Philippaerts spiega la pista di St Jean d'Angely
Massimo Zanzani
David Philippaerts ci porta in Francia, sulla pista di St Jean d'Angely e ci svela i segreti di ogni curva e di ogni salto del tracciato | M. Zanzani, St Jean d'Angely
4 giugno 2010


E’ una pista molto bella, un tracciato naturale con un fondo duro e con parti molto sassose.

Dopo la partenza si arriva ad una curva bellissima a destra. Una curva molto veloce e subito dopo la salita un curvone a sinistra che si fa in terza normalmente…

Poi c’è un doppio in salita prima di una curva sotto ad un albero, lì c’è sempre l’ombra, poi si scende e c’è il panettone…

Poi si arriva al triplo in salita e quest’anno sarà interessante vedere come affrontarlo con queste moto che sono velocissime rispetto all’anno scorso.

Arrivati al rettilineo c’è il salto che ti butta nel discesone più ripido e più lungo della gara e quando atterri hai ancora tanto prima di arrivare in fondo…

Il panettone è nuovo, l’anno scorso c’erano due saltini, qui la pista la cambiano ogni anno… poi si arriva nel punto più insidioso della pista perché si entra nel pezzo di sabbia, molto morbida perché è sabbia di mare riportata, è sempre stata una caratteristica di questo tracciato…

Una curva a destra porta sul rettilineo dell’arrivo molto spettacolare. Ci sono tanti sassi e se piove è veramente dura perché vengono fuori tante pietre.

Ascolta l'audio integrale dell'intervista a David Philippaerts