Musquin: "Prima il titolo 250, poi la 450"

Musquin: "Prima il titolo 250, poi la 450"
Massimo Zanzani
Ad una settimana dall’inizio del Supercross 250 Costa Est, l’ex iridato francese racconta a Moto.it le sue esperienze e aspettative | M. Zanzani
10 febbraio 2015

E’ arrivato negli Usa col biglietto da visita di campione del mondo MX2, e con l’ambizione di fare bene anche nei campionati Supercross e National forte della sua guida fluida e veloce. Ma la fortuna non lo ha seguito, ritrovandosi protagonista di infortuni che non gli hanno permesso di disputare una intera stagione al massimo del suo potenziale.

 

«Purtroppo nel dicembre 2013 mi sono di nuovo rotto i legamenti crociati dello stesso ginocchio che mi ero già infortunato - ci ha raccontato l’ufficiale KTM - mi hanno dovuto operare il 3 gennaio per cui mi è saltata la stagione indoor. Mi sono quindi concentrato sulla stagione di motocross, ma cinque mesi non sono bastati per superare due interventi alla stessa articolazione. Volevo comunque esserci ad ogni costo, però devo ammettere che è stato difficile sentirmi sicuro sulla moto e della mia condizione fisica, ho fatto del mio meglio per continuare a migliorare gara dopo gara lottando molto anche se gli altri piloti erano forti. Poi nella prova di Washougal ho corso molto bene vincendo entrambe le manche, una affermazione che non mi aspettavo ma che ho replicato cogliendo un'altra vittoria nell’Indiana. A quel punto sarei potuto finire secondo o terzo in campionato, ma l'ultima gara non è andata come previsto e sono arrivato quarto in campionato: non è quello a cui ambivo ma considerato l’infortunio va bene così».

 

Queste ultime gare ti avranno rinforzato psicologicamente per quest’anno…

«Sicuramente. Dopo l'outdoor c'è una pausa, così riparti con l'allenamento pensando alla nuova stagione, e per adesso sta andando tutto molto bene grazie anche al mio nuovo preparatore Aldon Baker e all’affiatato gruppo di persone che mi circonda».

 

Il preparatore è l'unica cosa che hai cambiato rispetto all'anno scorso?

«Per ciò che riguarda la mia preparazione, sì. Ho affittato una casa in Florida per potermi allenare con lui, così quando le gare sono sulla costa ovest stiamo in California mentre quando ci spostiamo a est rimaniamo in Florida. E’ un grosso cambiamento che spero che dia i suoi frutti».

 

Che differenza trovi allenandoti con Aldon?

«A me piace avere qualcuno che mi dia un programma e mi dica cosa devo fare. Io ho fatto tanto ogni anno per prepararmi a ogni campionato, so fare alcune cose da solo ma ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa fare. E' il suo lavoro, si prende cura di me e sa esattamente quello che devo fare».
 


Non si finisce mai di imparare….

«Esatto, c’è sempre qualcosa da apprendere. Il preparatore è specializzato per farti rendere al meglio così come il tecnico delle sospensioni che ti cura forcella e mono, sulla moto ci sono io ma non posso sapere tutto. Mentalmente posso prepararmi da solo, ma non posso anche domandarmi se la moto è a posto oppure no, ecco perché ho bisogno di altre persone».

 

Come è cambiata la moto dall'anno scorso a quest'anno?

«Sono molto soddisfatto di come va la mia moto, e non vedo l'ora di correrci perché è diverso usarla in allenamento o in gara. Il feeling rispetto a quella dello scorso anno è molto diverso, perché il nuovo design del telaio ha cambiato il modo di guidarla. Adesso mi sono abituato e cerchiamo di migliorare continuamente. Comunque per quanto riguarda la moto non sono molto esigente, quando so di averne una competitiva preferisco concentrarmi sul mio allenamento».

 

La scelta di correre la 250 nel campionato Est o Ovest viene fatta dal pilota o dal team?

«Da entrambi, a me piace molto la Est Coast perché secondo me le piste sono più belle».
 


Il campionato del versante Ovest è iniziato da più di un mese: è difficile l’attesa?

«Abbastanza, ma guardo gli altri e intanto ho più tempo per allenarmi anche insieme a loro. Hill corre con la mia stessa moto, che è stata migliorata, quindi avrò più informazioni sulla moto quando toccherà a me iniziare a correre».

 

Il tuo obiettivo è senz’altro uno solo…

«Esatto, vincere il campionato, sicuramente».

 

Ti senti preparato?

«Sì. I cambiamenti che abbiamo fatto per la preparazione fisica mi hanno aiutato, mi hanno reso più forte. E ogni anno sono più maturo per ciò che riguarda le gare, anche se ci sono molti giovani piloti veloci e tutti i team lavorano sodo per migliorare le moto, per cui sono tutti molto competitivi. Sarà un campionato molto interessante, con molti bravi piloti, non ci sarà di sicuro tempo per annoiarsi».
 

La mia carriera qui negli USA è stata complicata dai molti infortuni, ecco perché sto ancora correndo nella 250. Sarei passato alla 450 già quest'anno, ma va come deve andare

Cosa ne dici della 450?

«La mia carriera qui negli USA è stata complicata dai molti infortuni, ecco perché sto ancora correndo nella 250. Sarei passato alla 450 già quest'anno, ma va come deve andare. Per esempio Ken Roczen ha potuto disputare ogni gara, è andato benissimo ed è già passato alla categoria superiore, mentre i miei problemi hanno reso il mio campionato difficile. Ma ripeto, va come deve andare, non guardo alla mia età, vivo anno per anno e cerco di divertirmi. Sono ancora con KTM Red Bull che per me è una famiglia, mi piace correre nella 250 anche se ho venticinque anni e magari sono "vecchio" per questa categoria, ma questo è quanto. L’anno prossimo però sarò sicuramente al via della 450».

 

L’hai già usata in allenamento?

«Mi piace molto la 350. Sono come Antonio, e sono sicuro che farò bene con questa moto. Il mio contratto scade alla fine di quest'anno, quindi non so ancora niente per il 2016, ma se potrò rinnovare il mio contratto con KTM chiederò di correre con la 350».

 

Anche perché credo che tu voglia rimanere negli Stati Uniti.

«Non posso dire se tornerei in Europa oppure no, ma finché avrò dei buoni risultati sportivi resterò qui. Non avrei motivo di tornare, perché qui mi piace molto, anche se saltuariamente mi piace tornare in Europa per qualche giorno».

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