Internazionali MX: gare inutili e pericolose o test importanti?

  • di Pietro Salina
Nella storia del cross parecchie volte i campioni hanno buttato via stagioni a causa di infortuni rimediati in gare o addirittura in photoshooting (Herlings l’anno scorso)
  • di Pietro Salina
24 febbraio 2023

Nelle ultime ore si sta facendo un gran parlare degli infortuni accaduti domenica ad Arco di Trento, specialmente quello dello sloveno Tim Gajser. Ogni anno nel periodo invernale e pre-mondiale si svolgono le così dette pre-season race, c’è chi partecipa per mettere a punto la moto o la condizione fisica e c’è chi preferisce evitare di prendere i rischi di una gara e continuare l’allenamento vedi Febvre, Evans, Herlings, Geerts, Van de Moosdjik ecc.
Nella storia del cross parecchie volte i campioni hanno buttato via stagioni a causa di infortuni rimediati in gare o addirittura in photoshooting (Herlings l’anno scorso). Dal punto di vista dei risultati e di immagine possono sembrare gare inutili per i pro riders, che puntano al mondiale, ma per altri sono fondamentali per prepararsi al meglio.
Non prendiamoci in giro, il rischio nel motocross c’è ogni volta che appoggi il sedere sulla sella, puoi farti male in gara come in allenamento. In gara ovviamente i rischi sono amplificati dalla tensione e dalla presenza di altri 39 piloti al tuo fianco in partenza, ma solo in queste circostanze ti puoi avvicinare il più possibile alle sensazioni di una manche di mondiale.

Domenica di rischi, sovente seguiti da brutte cadute, se ne sono visti parecchi. La pista non era troppo difficile, ma pericolosa, gradini sui salti, buche secche sulle rampe, insomma bisognava stare concentrati per non incappare in un crash. La dinamica della caduta di Gajser è particolare, percorre la salita dopo la pit-line seduto fin troppo rilassato, prende una buca secca che lo scalcia in avanti gli fa perdere sia i piedi dalle pedane che la mano destra dal gas. Tenete presente che le sospensioni dei pro vista la loro velocità sono rigide e frenatissime, non permettono di affrontare le buche da seduto. Tim arriva tutto scomposto alla fine della rampa e proprio in quel momento riesce a riprendere in mano l’acceleratore, dà una sgasata involontaria che lo fa andare lunghissimo e fuori pista. In aria lascia la moto e Tim cade perfettamente in piedi, ne consegue la frattura del femore destro. Raccontata così sembra un errore di Tim Gajser, vedendo anche il video non ci credi che un cinque volte campione del mondo possa far uno sbaglio simile. Ma è tutta responsabilità di Gajser?

Innanzitutto smentiamo le voci che volesse provare a chiudere il triplo, persino Jeremy Seewer, il primo a farlo nel Gp del Trentino l’anno scorso, ha dichiarato che domenica era improponibile visti i cambiamenti della pista.

Ruben Fernandez in una storia Instagram ha affermato “la pista era pericolosa, non c’era tanta luce non vedevi le buche”. La seconda manche si è corsa alle 16:45 con il sole oramai dietro le montagne e di conseguenza sul tracciato la visibilità era scarsa.

Jeremy Seewer durante l’intervista dopo il podio ha detto che la pista era “sketchy” pericolosa e facile commettere errori e cadute.

Personalmente ritengo che Tim ha sbagliato, ma è anche vero che le piste hard pack in questo periodo dell’anno sono più pericolose a causa del terreno gelato, vedi Ponte a gola domenica scorsa, e duro con problemi di visibilità nel caso di Arco. 

Altro tema interessante è stata la prestazione del team Yamaha, vincitori del campionato sia in MX1, Jeremy Seewer, che in MX2, Thibault Benistant. Il pilota svizzero con la sua guida spettacolare, ma allo stesso tempo redditizia, caratterizzata da un utilizzo del motore sempre sotto coppia, ha evidentemente trovato nella nuova Yamaha 2023 factory le prestazioni che lo rendono velocissimo sia in gara, sia nello start. Jeremy oltre a essere davvero veloce è un ragazzo alla mano e simpatico, quest’inverno in Sardegna ho avuto modo di conoscerlo meglio e di trascorrere del tempo con lui allenandoci insieme in bici, lì almeno sono riuscito a stargli dietro anzi gli soffiavo sul collo!

Nel mio piccolo posso dire che, avendoci corso, gli Internazionali d’Italia sono un buon banco prova, se affrontati nel modo giusto, possono essere utili per le gare che contano davvero. Purtroppo non stavo bene fisicamente in entrambe le gare a causa di un’influenza che non mi ha permesso di guidare come so fare.

 

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