EICMA 2018: ma come sarà l’Aprilia 660?

EICMA 2018: ma come sarà l’Aprilia 660?
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Qualche ipotesi ragionata sui numeri, più o meno probabili, che potrebbero contraddistinguere l’interessantissima bicilindrica di Noale
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
12 novembre 2018

Non ce l’aspettavamo, lo ammettiamo. Quando abbiamo visto per la prima volta la Concept 660 che Aprilia ha svelato a EICMA 2018 siamo rimasti però molto piacevolmente colpiti, perché da amanti delle sportive l’idea che a Noale tornino finalmente allargare la gamma verso il basso, rinverdendo i fasti delle bicilindriche a due tempi RS 250, non poteva che farci venire l’acquolina in bocca, anche fatta la tara a tutto quello che può succedere nel passaggio da un concept alla versione stradale. E allora ci siamo mossi per cercare di saperne di più, cercando informazioni ovunque.

Gli anglofoni lo chiamano Wishful Thinking, ovvero quella propensione a pensare o credere anche a cose oggettivamente impossibili, e ci siamo caduti un po’ anche noi: il nostro Maurizio Vettor nel video ha proposto dati di peso e potenza nel territorio delle moto da corsa a due tempi di inizio anni 90 - le ultime 500 GP avevano parecchie decine di cavalli in più ma pesavano proprio 130 kg (fino a qualche anno indietro il limite era di 115!). Caratteristiche troppo belle per essere vere, soprattutto per una media che deve inevitabilmente sottostare a compromessi legati a economia produttiva (altrimenti costerebbe quanto, se non più, di una 1000…) e target di pubblico.

Chiariamoci: questi dati non ce li siamo certo inventati, diciamo che… abbiamo voluto credere a una fonte che ce l’ha sparata grossa (magari vittima della nostra stessa speranza) e ci siamo cascati. Ma una volta svegliatici dal sogno abbiamo pensato che forse non è affatto il caso di essere delusi.

Partiamo dalla potenza: teoricamente è ampiamente possibile raggiungere il tetto dei 110 cavalli con un bicilindrico attorno ai 650/700 cc, ma sarebbe piuttosto difficile ottenere le doti di affidabilità e trattabilità che ci si aspetta da un motore stradale odierno. Meglio non pensare neanche alla possibilità di farlo rientrando nelle normative Euro-4, men che meno in quelle Euro-5 che incombono per il 2020.

Molto più facile speculare su un valore vicino ai 90 cavalli: restare oltretutto sotto il limite dei 95 cv consentirebbe ad Aprilia di proporre la 660 in versione depotenziata senza creare un modello apposito, e fare la felicità dei tanti possessori di patente A2. Anche qualora a Noale, però, non volessero puntare a questo mercato – o semplicemente creare una versione apposita – dubitiamo che la potenza massima possa superare di molto la soglia dei 100 cavalli. Sarebbe comunque una base sufficiente per partecipare a competizioni come quelle della categoria Lightweight britannica, dove attualmente spopola il motore Kawasaki che parte da una settantina di cavalli…

 

Per quanto riguarda il peso, il discorso è ancora più semplice: contenere il peso di una moto stradale è una delle sfide più impegnative e costose che ci siano, soprattutto mantenendo un livello di finiture accettabile per un mezzo stradale. In questo periodo di catalizzatori e sistemi di sicurezza attiva sempre più pervasivi e obbligatori, alleggerire un mezzo significa investire cifre da capogiro per studiare soluzioni innovative per packaging (ovvero la sistemazione delle varie componenti nella moto), materiali e componenti.

Un peso attorno ai 150 chili a secco sarebbe già di per sé un valore eccezionale – irraggiungibile, aggiungiamo noi, senza far costare la 660 quanto una RSV4 pronto gara – e ci sentiamo facili profeti nell’immaginarci un valore più vicino ai 170, comunque sufficiente a regalarci una guida dinamica, sportiva e divertente come ci aspettiamo da un’Aprilia. Da notare, parlando di costi, anche che le finiture viste sul telaio e sulla sospensione posteriore sono di altissimo livello, quindi è il caso di metterci il cuore in pace: o la versione definitiva sarà ben diversa da questo concept, oppure il prezzo sarà piuttosto lontano da quello della concorrenza nipponica di pari cilindrata.

Quello che possiamo dire con certezza è che, dovendo scommettere, questa moto la vedremo, presumibilmente, con un annetto d’attesa e magari un arrivo nei concessionari per la stagione calda. E ovviamente, al giorno d’oggi, una motorizzazione non nasce certo per spingere un solo modello: l’ottimizzazione dei costi impone una strategia a piattaforme, con un propulsore che finisce sotto modelli anche diversissimi. La gamma media di Aprilia sta per rivitalizzarsi, e non poco…