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Hinckley, UK, 11 Luglio 2024. Sam Sunderland, 36 anni, di Poole, Inghilterra, non è nuovo agli exploit. A parte le Dakar, 11 partecipazioni e due vittorie, Sud America 2017 e Arabia saudita 2022, lo abbiamo visto in cima al Burj Khalifa, l’edificio più alto del Mondo, volare giù da un aereo con il paracadute, correre in moto contro un jet o una supercar, o sotto l’acquario di Dubai, di nuovo alla Dakar in auto con l’amico e ex compagno di Squadra Toby Price. Ritirato dalle scene del Rally-Raid in anno fa, a febbraio 2025 Sam è diventato ambasciatore, testimonial, uomo d’azione Triumph. Sebbene si faccia fatica immaginarlo lontano dallo sviluppo di una Triumph per la Dakar, uno dei suoi “compiti” è partecipare ad alcuni eventi con le grosse Enduro della Casa di Hinckley. E naturalmente non poteva essere solo “lavoro d’ufficio”, eccheccavolo, vi pare?
Così eccolo alle prese con un nuovo exploit spettacolare, in qualche modo “quasi racing”: il tentativo di battere il record del giro del Mondo in Moto. Lo detiene, dall’ormai lontanissimo, paleolitico del 2021 una coppia di connazionali, Kevin e Julia Sanders, registrato sul Guinness dei Primati con il tempo di 19 giorni, 8 ore, e 25 minuti. Un record vecchio a disposizione dell’avanzare del progresso tecnologico, certamente, ma anche contro nuovi ostacoli, traffico, condizioni delle strade, magari anche limiti di velocità e, va da sé, differenti e imprevedibili condizioni meteo. Non uno scherzo, e non una impresa priva di rischi.
Per affrontare il record “Sundersam” e l’équipe di Red Bull, che patrocina l’assalto al record, hanno pianificato itinerario, medie, logistica. Accuratamente. A disposizione del bi-campione della Dakar una Triumph 1200 Rally Explorer. In buona sostanza si tratta di passare dall’”abitudine” di correre nel Deserto per 5-6-settecento chilometri al giorno per un paio di settimane, allo stress di affrontare un percorso di oltre 30.000 chilometri su strade aperte al traffico, attraverso 15 Paesi e cinque continenti, in molto meno di 3 settimane. Da cinque, sei ore al giorno, e anche meno, a 15-16 in sella alla Moto, per una media “imposta”, a spanne, attorno alle mille miglia, 1.600 chilometri, al giorno!
L’obiettivo: battere il record dei coniugi Sanders e sostituirli sulle pagine del Guinnes dei Primati. Il problema è… il mare, gli oceani da attraversare. Dunque l’impresa terrà aperti i cronometri solo durante i trasferimenti “terrestri”, fermandoli durante quelli… via aereo per trasportare equipaggio e equipaggiamento da una terraferma all’altra. Il programma: partenza da Londra un giorno di Settembre ancora non fissato, discesa del Vecchio Continente fino a Istambul, passaggio all’Arabia Saudita e attraversamento fino agli Emirati. Da lì si passerà all’outback australiano e si risalirà fino alle sconfinate praterie neozelandesi. Altro break e passaggio al continente nord americano attraverso USA e Canada. Altro mare, il Marocco, la Spagna, e via di volata verso Nord e l’Inghilterra. Punto di partenza e di arrivo coincidenti, viaggio unidirezionale, due località agli antipodi del globo terrestre da toccare, imperativamente.
In bocca al lupo Sam!
© Immagini Triumph, Red Bull Content Pool