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Tirana, 16 Giugno 2025. Missione Italia conquista l’Albania. Più precisamente per Albania s’intenda il Rally di Albania 21ma edizione e, ancor più precisamente, per “Missione Italia”, ci si riferisca alla piccola, micidiale armata partita dal Granducato di Toscana e non a quelle storie di altro e dubbissimo genere che hanno impestato giornali e TV. Teatro della campagna il Paese che si svela, rivela e conferma oltremodo accogliente e affascinante. Protagonisti Piloti, Team e accompagnatori, ben strutturati e “strategicamente” preparati, fortemente coesi, omogeneizzati. Protagonisti anche gli Organizzatori, per individuare i quali si deve risalire niente di meno che fino alla Federazione Motociclistica Albanese, o ALMF. Insomma, l’unione fa la forza, e una bella unione di forze porta, senza se e senza ma, al successo.
Dal 7 al 14 giugno. Sei tappe, altrettanti bivacchi (che poi bisognerà chiarire una volta per tutti cos’è un “bivacco” del 21mo secolo), poco meno di 2.000 chilometri assatanati, partenza da Shkodra e arrivo nella Capitale, Tirana. Tappe a Shkodra, Korça, Vlora, il che presuppone, l’avrete capito, una configurazione che comprende, includendo anche Tirana, 3 confortevoli tappe ad anello. Rally duro, faticoso, tecnico. Bello. Al termine della lunga settimana di gara, il podio finale è totalmente italiano e il successo globale è non meno totale, il che porta a dire che a vincerlo non è stata una formazione messa insieme da uno Spalletti, e che l’ardita affermazione obbliga a fare dei nomi. Va bene, facciamoli: Solarys Racing Team, MaremmaDakar (Spirit of Tuscany) Team.
Nomi, dati e passaporti. Tanto per incominciare una confessione: il vincitore assoluto non è un Italiano di passaporto ortodosso, bensì un italiano registrato all’anagrafe di San Marino. Il suo nome è noto: Thomas Marini. Se non è un nome nuovo in ambito italiano, lo è decisamente nel panorama da una più ampia e luminosa finestra internazionale. Thomas Marini è il gladiatore acquistato quest’anno dal Team Solarys, based a Castiglion Fiorentino. Si dice che l’accordo sia costato al CEO Franco Guerr*ni (ci teniamo alla privacy, ne va della fiducia dei nostri informatori) la comproprietà di CR7, Messi e Donnarumma, più una cifra con svariati zeri (e non staremo qui indagare se tali zeri sono stati messi dopo le cifre che contano, determinando un valore reale, o prima definendo una fregatura).
Sta di fatto che Thomas Marini ha vinto il primo Rally internazionale a cui ha partecipato. In principio il programma prevedeva, dopo il podio (di giornata) al felice Sardegna Rally Raid, di passare dall’Isola alla Tunisia per uno stage di formazione. Resasi conto delle temperature delle oasi africane in questo periodo (non ci voleva un genio della meteorologia…), la Squadra ha deciso di soprassedere e di lanciare il Pilota direttamente nella fossa dei leoni della competizione balcanica. Scelta vincente, in ogni caso, che ha condotto il Marini Pilota Rookie alla vittoria di Tirana dopo essersi messo dietro Ludovico Tiziano Brezzi, quindi non solo figlio d’arte non solo terza generazione della premiata realtà del tartufo e non solo in Maremma, e Christian Pastori, per quel podio che abbiamo impacchettato, forse con un tantino di fretta nazionalista, come tutto italiano. Figlia dell’euforia del luppolo, invece, da Tirana la proposta di legge di portare da tre a cinque i posti sul podio, in modo da farvi salire il poker azzurro completato da Gianni Stigliano, e il primo straniero 100%, Jan Vonsadrek detto Honza. Brezzi, secondo assoluto e vincitore della M2, in definitiva diventa il faro della formazione MD che comprendeva anche Francesco Olivo, Nicolò Mari, Alberto Carlini.
Oggidì un Rally-Raid che si rispetti (e che sappia guardare lontano) ha una sezione Raid, che è una furbata pazzesca perché permette al turista motociclista “classico” di godersi la propria Motona, il Paese e i suoi paesaggi, l’atmosfera geografica e sociale, e il bivacco del Rally. Bingo! Ma il Rally di Albania non prevedeva questa estensione. Così, con una mossa da scacco al re, è entrata a gamba tesa la sfinente petulanza del MaremmaDakar, sodalizio senza limiti di creatività, che ha disegnato, realizzato, proposto e messo in atto, ufficialmente al servizio dell’Organizzatore, il pacchetto con il quale metà dei soci, ma non solo, se l’è letteralmente spassata. Asfalti e mète per mare, monti, laghi, confini, panorami, città e villaggi, scorci sensazionali, e qualche lingua di sterrato per tirarsela e rompere i co****ni al bivacco. Un po' meno chilometri (ma più del doppio se si pensa che i diversamente ragazzi se la sono scialata attraverso Croazia, Bosnia e Montenegro andata e ritorno) e un po' meno assatanati, diciamo diversamente agili.
Autori, attori principali e apripista del The Gentleman Rider i MaremmaDakar Valdimiro Brezzi, Davide “La Parolaccia-Roselle” Stefanucci, Luca Grechi, Alfredo Procaccini, Claudio Milani, Tiziano Oleari e The President Piero Picchi.
Insomma, d’ora in avanti il Rally di Albania, oltre al Rally-Raid da tenere sempre più sott’occhio, ha il suo package The Gentleman Rider, e non è detto che MD non possa offrire la stessa idea ad altri organizzatori, moltiplicando l’”esperienza” dello spasso dei soci e allargandola ad un pubblico esistente sempre più vasto, esigente e intenditore. Dakar a parte, e dopo imprese come Coast-To-Coast, LaCorsaDeiCinquanta, Fettucciato & Fettuccine (al Capannone Mugnaioli di Saturnia) e lo scandaloso Gin-Kana & Gin-Tonic, eccone un’altra buona per mettere Chef Robert Ulmi sotto pressione!
ps. C’erano anche Auto, vincitore l’Equipaggio Nurka-Nikolli, SSV, Piedboeuf-Borget, Quad, Andrea Arrighi, ma certamente la parte del leone la facevano le Moto, 80 partenti. ps2. A parte qualche scellerata immagine, da attribuire a MD Media, noterete che le gallerie di foto sono di altra categoria: sono infatti Alessio Corradini Autograph. Non ci sarebbe bisogno di dirlo, naturalmente.
© Immagini Alessio Corradini, MDMedia