Dakar 2023-D811. Fotofinish. Che Succede al Bivacco della Tappa Marathon?

Dakar 2023-D811. Fotofinish. Che Succede al Bivacco della Tappa Marathon?
Piero Batini
  • di Piero Batini
Assistenza Zero, “tagliando” a tempo, solo supporto tra i concorrenti, è chiaro che una delle regole basilari della Tappa Marathon è arrivare alla prima metà con la Moto in ordine. Poi a tutto può esserci rimedio, ma talvolta…
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
12 gennaio 2023

Empty Quarter Marathon, 12 Gennaio. Che succede al Bivacco della Tappa Marathon? Di solito che non si vede l’ora di ripartire. Al bivacco, isolato e inaccessibile a chiunque non sia concorrente, ci sono solo i Piloti. Ci sono delle eccezioni, legate soprattutto ad aspetti della gestione logistica e sportiva, medica, ma poca roba. Il regime di controllo è rigido, le trasgressioni punite in modo esemplare. Tali bivacchi sono anche spesso anche un po’ tristi, desolati. In fondo i giorni di convivenza con i meccanici e i lussi stipati nei camion e nei mezzi di supporto assistenti creano un’atmosfera serale preziosa, calda. Niente unisce più di un piatto di pastasciutta e un bicchiere di… ops, non si dovrebbe dire. Niente rallegra di più al termine di una giornata quasi sempre dura, difficile. Il bivacco di Empty Quarter Marathon è l’originale del programma, la semi Marathon a Al Duwadimi è stata una “creazione” per aggiustare una situazione di crisi, i Motociclisti ci sono arrivati in trasferimento e in ogni caso era prevista un’area e un tempo di service. In quel caso la desolazione del maltempo trasformò il tendone del catering in un Hotel Brancaleone e qualcuno è riuscito anche a farsi quattro risate in quell’accozzaglia di grottesche situazioni di emergenza.

A Empty Quarter la situazione è diversa. Intanto il contesto di terreno è caratteristico e il grande ordine aiuta a semplificare. Poi i concorrenti sono arrivati presto, vi hanno trovato gli effetti personali trasportati dagli organizzatori, materassino, tenda, sacchi a pelo, e hanno avuto tutto il tempo di fare i propri tagliandi o di aiutarsi tra loro per risolvere un eventuale problema. Ricordate quella volta che Price dovette ricucire di fascette e corde quel che restava di pneumatico e mousse? No, quest’anno nessuno dovrebbe aver accusato problemi di gomme, comunque punzonate a Shaybah, e gli impatti non possono essere stati cruciali, è stata una Speciale di sabbia e le temperature non sono mai state troppo alte. Quindi il lavoro si limita a qualche controllo programmato e i ricambi a leve, pastiglie, un iniettore. Un big team può spalmare tra i suoi uomini qualche pezzo in più, ma mai certamente un parafango o un manubrio. Il punto cruciale della formula Marathon è l’accesso dei camion T5, che sono realmente in gara e… realmente assistenza. Ovvero sarebbero il cavallo di Troia ideale per una Marathon. Niente paura, il loro raggio d’azione è drasticamente limitato da una regola semplice, il tempo che ciascun concorrente può dedicare alla manutenzione: mezz’ora per i RallyGP, un’ora per gli altri! Se tutto è organizzato così bene perché non si dovrebbe vedere l’ora di andarsene? Per quella pastasciutta tra amici della sera successiva.

 

© Immagini ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI

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