Dakar 2014, 8a tappa. Vittoria di Cyril Despres (Yamaha)

Dakar 2014, 8a tappa. Vittoria di Cyril Despres (Yamaha)
Piero Batini
  • di Piero Batini
La Dakar arriva in Cile. Despres, Coma e Barreda trio imprendibile. Barreda è all’attacco, ma Coma non ha difficoltà a controllare e difendere il primato. Fra i quad vince Casale. La Dakar si risolverà nel deserto di Atacama? | P. Batini
  • Piero Batini
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13 gennaio 2014

Punti chiave

 

Calama, 13 Gennaio. Ed è arrivato anche il giorno di Cyril Despres. Finalmente un giorno di sole e di consolazione per il Campione… uscente, che firma con un successo la parte finale della tappa marathon boliviana. Auto e moto sono ancora una volta, infatti, su tracciati completamente differenti, e le moto completano la seconda tappa marathon con una lunga prova speciale attorno al Salar di Uyuni che si conclude al confine con il Cile, e la carovana, alla fine dell’ottava tappa, si riunisce a Calama. I 462 chilometri di PS delle moto sono per la maggior parte su piste piatte o battute che costeggiano il Salar, molto scorrevoli e senza difficoltà particolari. Niente di “Casteraniano”, come ha tenuto a precisare Etienne Lavigne al briefing di Uyuni, scaricando in qualche modo la “colpa” delle difficoltà della prima parte di gara su David Castera. Tuttavia alcune insidie, rappresentate da cambi di terreno e da zone più umide attorno al lago, da lingue di sabbia o di sale, e da incroci con altre piste, restano a richiamare la massima attenzione dei piloti, che correranno tutto il giorno ad un’altitudine compresa tra i 3.600 e i 4.000 metri.

Joan Barreda, Marc Coma e Cyril Despres fanno ormai corsa a sé, staccandosi nettamente dal gruppo


Nel finale Despres alza ulteriormente il ritmo, e verso la fine della PS si avvicina a Barreda
, lasciando comunque allo spagnolo il compito di aprire la pista. In questo modo il francese diventa il miglior alleato dell’”ex nemico” Marc Coma, che seguendolo a vista può azzerare il ritardo accumulato durante la prima parte della tappa. Barreda è impotente, e non può far nient’altro che registrare l’evanescenza del margine conquistato con grande fatica, e qualche rischio, fino a quel punto.

A Eduardo Avaroa, la località dove è posizionato il traguardo, vince Cyril Despres, davanti a Barreda, secondo, e a Coma, terzo, che risultano staccati di appena due minuti dopo 460 chilometri. Barreda ha recuperato a Coma la miseria di sei secondi. Dal suo punto di vista, nulla di fatto. La classifica generale resta immobile e un’altra tappa se n’è andata con Marc Coma solidamente al comando.

Joan Barreda
Joan Barreda


La lotta per il podio diventa meno spettacolare, ma più interessante dal punto di vista tattico. Alle spalle del formidabile trio in avanzata costante, la Dakar segna il passo e resta a disposizione dei colpi di scena. Si ferma ancora Alain Duclos, questa volta per un problema meccanico che costa quasi mezz’ora al franco-maliano, e Jeremias Israel Esquerre si avvicina a grandi passi a un risultato sorprendente. Jordi Viladoms resta al terzo posto e non sembra sentire la minaccia, ma il cileno entra adesso nel suo deserto.
Altra grande giornata di Laia Sanz, e di Paolo Ceci nell’onda di Juan-Carlos Salvatierra.


La grande novità della Dakar 2012 è senz’altro il passaggio in Bolivia, che concorrenti e boliviani conserveranno nella memoria. Il Paese ha accolto la carovana con un calore commovente, organizzando e vivendo il passaggio della Dakar come un evento straordinario. Della folla di spettatori lungo l’intero tracciato abbiamo già detto, e i piloti ne hanno sentito l’energia sulla pelle, ma a Uyuni l’accoglienza è stata addirittura emozionante. Nella caserma del Regimiento Loa trasformata in hotel i Piloti hanno trovato sale e dormitori, e un kit completo per affrontare i rigori della serata e della notte. Pigiama, pantofole, tuta, un poncho e il Ch’ullo, il copricapo boliviano più tipico. Al briefing di Lavigne è intervenuto il Presidente Evo Morales che ha ringraziato ASO e i Piloti, uno ad uno, e ci ha tenuto a farsi fotografare assieme al gruppo. Scene di semplice umanità e bellezza, di spontanea partecipazione ormai perse nel nostro mondo. Adesso la Bolivia si aspetta di veder tornare, oltre alle moto, anche le auto, e di partecipare ancora più intensamente alla Dakar del futuro.

La gara dei Quad
La gara dei Quad è stata riaccesa dalla restituzione del tempo di penalità a Ignacio Casale, che ha potuto così, vincendo la settima speciale, riportarsi al comando della corsa. Ora la corsa segue nuovamente un andamento più incerto, e i protagonisti non riescono a sentire l’esigenza di amministrarsi tatticamente per evitare ulteriori stress alle meccaniche già provate dei Quad, più delicati delle moto.

Se è logico per coloro che devono inseguire, come Sergio Lafuente e Rafal Sonik, o per chi non ha niente da perdere come Sebastian Husseini, è almeno strano che il leader della classifica sia disposto a prendere i rischi di una gara di attacco quando la necessità di farlo non è assoluta. Ma tant’è, forse ormai annebbiato dalle idee di entrare in patria e di offrire ai suoi connazionali un record storico, e ricaricato dal rimborso spese della penalità, Ignacio “Perro” Casale non accetta compromessi. Il cileno parte all’attacco, resta al comando dell’intera Speciale, vince a Eduardo Avaroa, la PS era iniziata a Conchani, davanti a Husseini e Lafuente, e si avvia in trasferimento verso la sua Calama con altri otto minuti di vantaggio accumulati su Lafuente, secondo in generale a ventun minuti.


La Dakar entra adesso in Cile. Non è un mistero che affronta, nella settimana conclusiva, una terna di tappe micidiali nel deserto di Atacama. Sarà la chiave della Dakar 2014?


Scopri le classifiche aggiornate della tappa 8

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