Dakar 2012, moto e ricambi a destinazione!

Dakar 2012, moto e ricambi a destinazione!
Vi siete mai chiesti come viene mossa tutta la carovana dall’Europa al Sud America degli oltre 500 equipaggi partecipanti alla Dakar? Io l'ho vissuta in prima persona, vi racconto come ho spedito moto e ricambi in Argentina | M. Lucchese
13 dicembre 2011


Vi siete mai chiesti come viene mossa tutta la carovana dall’Europa al Sud America degli oltre 500 equipaggi partecipanti alla Dakar? Io sì, parecchie volte e quest’anno la curiosità me la sono tolta in prima persona visto che 2 settimane fa ho dovuto fare le corse per riuscire a spedire la mia moto ed i miei ricambi!

Partiamo dall’inizio, in totale stile italiano ero in ritardissimo con la preparazione della moto. Sebbene fosse stata presentata all’Eicma in versione quasi definitiva, tutte le modifiche e gli accertamenti interni non erano ancora stati effettuati. Con pochissimo tempo a disposizione ed alcuni pezzi arrivati solo 2 giorni prima di spedirla, mi sono ritrovato con la moto completamente smontata nella cucina di casa dei miei nonni! Io, mio papà, mio nonno e anche mia nonna per quasi 48 ore a fare le corse per riuscire a fare l’essenziale sul mezzo prima di imbarcarlo per l’Argentina. Eravamo molto in ritardo sul programma, avremmo infatti dovuto spedire la moto da Le Havre (estremo nord della Francia) lunedì 21 Novembre... erano le 20:00 di Domenica ed eravamo ancora a casa!

Fosse stato solo il problema di trasportare la moto a Le Havre, ma avevo un altro grosso ostacolo da superare che era trovare qualcuno che mi caricasse i ricambi e le gomme perché, come avrete potuto immaginare, il mio budget risicato all’osso non mi avrebbe permesso di appoggiarmi ad un’assistenza che in media chiede tra gli 8.000 ed i 12.000 euro per il trasporto del materiale.


E’ già domenica sera sono disperato, quindi provo a chiamare l’amico ed organizzatore del Sardegna Rally Race, Antonello Chiara e gli chiedo se magari lui conosce qualcuno che può aiutarmi. Con grande stupore ed onore si mette subito in moto per cercare di aiutarmi e dopo neanche mezz’ora mi chiama con la stupenda notizia che avrei potuto caricare tutto, anche i miei ricambi su un camion! La parte più bella è che il camion che mi avrebbe trasportato le cose sarebbe stato il camion assistenza di Camelia Liparoti, pluri Campionessa del Mondo Quad!!!
Uno non si aspetterebbe mai che una campionessa del suo calibro si sarebbe filato me, uno qualunque. Camelia mi chiama dopo qualche ora, parliamo per parecchio tempo e lei con una disponibilità unica mi spiega molte cose della Dakar e mi riempie di consigli, dicendomi che alla Dakar mi terrà sott’occhio e che per qualsiasi cosa cercherà di aiutarmi. Avere una persona con tutta quella esperienza sicuramente mi fa partire con una tranquillità molto più grande rispetto a quella che invece proprio non avevo fino a qualche ora prima.

Si parte per la Francia


Sono le 23:00 di domenica ed ho appena finito di caricare tutto sul furgone, mi aspettano 1.300 chilometri per raggiungere Le Havre (Francia) con il mio primo controllo orario della Dakar entro le 13:00 di lunedì, quando il camion assistenza di Camelia verrà imbarcato (per gestire il grande numero di mezzi da caricare sulle navi, ad ogni mezzo viene assegnata una convocazione al porto con un’orario ben preciso da dover rispettare per non ricevere una penalità di tempo in gara).

Io e mio papà non abbiamo scelta, guidare ininterrottamente tutta la notte dandoci il cambio alla guida e l’obbligo di tenere una media di velocità elevata (ovviamente rispettando i limiti del codice della strada!).
Un viaggio assurdo, partiti da Verona troviamo subito per circa 300 chilometri una nebbia fittissima (guardare la photogallery) e come se non bastasse arriviamo al traforo del Monte Bianco e troviamo il confine chiuso. Fortunatamente dopo mezz’ora di attesa lo riaprono e proseguiamo nel lungo trasferimento nel quale effettuiamo solo 2 soste per benzina e bagno. In tutto questo riesco anche a costantemente aggiornare la pagina Facebook  dove tutti gli amici mi regalano costante supporto morale, partecipando anche loro alla mia avventura.

Sensazioni ed emozioni continuano a scorrere dentro di me mentre viaggio, per assurdo il non aver dormito nulla nelle ultime 56 ore quasi non mi pesa perché continuo a pensare "A 23 anni sto andando ad imbarcare la mia moto per la Dakar!" è difficile da spiegare cosa si provi, ma dopo tanto duro lavoro e sacrifici l’essere lì in viaggio con la moto pronta ad essere imbarcata non so... è come se fosse il primo giorno di scuola.

Dopo 14 ore di viaggio arriviamo al pelo al porto, proprio mentre stanno verificando il camion di Camelia ed in fretta e furia scarichiamo tutto dal furgone e mio papà si mette a cambiare rapidamente gomme e mousse (non avevamo fatto in tempo a casa). Carichiamo tutto, ricambi, motori, tenda, abbigliamento e gomme sul camion ed arriva il primo grande immenso sollievo. Il fatto di essere riuscito a spedire i ricambi era una cosa indispensabile e solo grazie ad Antonello della Bike Village e Camelia Liparoti sono riuscito a farlo, inoltre entrambi sono stati estremamente premurosi con me fornendomi importanti consigli.

Attendiamo qualche ora ed arriva il momento della mia convocazione per verificare la moto, installare i sistemi GPS ed Iritrack, attaccare i numeri di gara e mettere in cassa pronta per la spedizione. Che dire, neanche io credo a quello che sta succedendo, 3 mesi fa ero senza nulla e adesso sono lì a prepararmi per la Dakar, una delle gare più dure ed importanti al mondo. Tutti i sacrifici di quest’anno, le porte prese in faccia, i momenti difficili in un attimo si annullano ed i pensieri vanno solo a tutte quelle persone che mi hanno aiutato e supportato alle quali devo davvero molto!

Una volta installati il GPS ed Iritrack mi attaccano i numeri e porto la moto vicino alla nave dove viene fissata e legata all’interno di una cassa assieme alla moto di un altro concorrente. Davvero un lavoro incredibile da parte dell’organizzazione che in pochi giorni ha caricato e spedito ben 680 mezzi totali tra camion, auto, moto, furgoni e quad.

Senza fermarci a dormire per risparmiare anche i soldi dell’hotel io e mio papà facciamo un bel refueling da Mc Donald's e ripartiamo subito per rientrare a casa. E’ fatta, le prime sfide sono andate, iscrizione, spedizione moto e biglietti aerei ci sono, mancano ancora diverse cose ma l’essenziale c’è e quindi siamo in attesa del 26 Dicembre, giorno nel quale partirò da Roma in aereo per Buenos Aires!

Queste "pazze" avventure che sto affrontando in questi mesi mi stanno regalando tantissime stupende emozioni, a volte forse proprio perché sono così difficili ed improvvisate che rimarranno per sempre nel mio cuore. La Dakar, sto scoprendo, è una sorta di metafora della vita, non bisogna mai mollare e crederci sempre perché anche solo riuscire a partire, trovare i soldi, preparare la moto e tutto è un duro lavoro. L’insegnamento più importante che sto ricevendo da questa esperienza è quello di non fermarsi mai, di darsi sempre da fare impegnandosi al massimo ma anche di non aver paura di chiedere aiuto agli altri, perché anche se ci sono tante persone che ti chiudono le porte in faccia il mondo è pieno di gente stupenda pronta a darti una mano ed aiutarti nei tuoi progetti per pura passione.

Nei prossimi articoli vi racconterò di come ho allestito la mia moto e di come mi sto allenando.

Manuel Lucchese

 

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