Dakar 2011, 12ª tappa. Quinta vittoria di Marc Coma. Giochi quasi fatti

Dakar 2011, 12ª tappa. Quinta vittoria di Marc Coma. Giochi quasi fatti
Despres, in testa per buona parte della Speciale, è rallentato nel finale da una foratura. Lopez, 4°, pensa alla difesa del podio. Una tappa, 181 KM di PS, alla fine del Rally | P. Batini
14 gennaio 2011

San Juan - Cordoba

Dakar 2011, 12ª tappa. Quinta vittoria di Marc Coma. Giochi quasi fatti. Cyril Despres, in testa per buona parte della Speciale, è rallentato nel finale da una foratura. Francisco Lopez, 4°, pensa alla difesa del podio. Una tappa, 181 KM di PS, alla fine del Rally.

A Cordoba Marc Coma porta a cinque il numero dei successi personali di tappa in questa Dakar. Lo spagnolo vince davanti a Cyril Depres, che ha condotto in testa per tutta la tappa ma ha dovuto rallentare per una foratura nel finale, ed Helder Rodriguez. Lopez, quarto a dieci minuti, ha “mollato”. All’ora del Briefing per la giornata di domani quasi metà dei concorrenti sono ancora in pista, e questo la dice lunga della difficoltà del “tramo”, Alex Zanotti è il primo ed unico italiano. Aspettiamo gli altri. Adesso resta l’ultima tappa, quella che riporta la carovana a Buenos Aires, da dove era partita il primo gennaio, una lunghissima passerella con una Speciale-“passeggiata” di 181 chilometri.

È andata così, nella Tappa. Partenza razzo di Cyril Despres, che si gioca tutto nell’ultima Speciale, ultima un’opzione praticabile per il francese. Ma la posta è troppo alta, e Marc Coma ha l’esperienza per affrontare momenti cruciali come questo. Il drammatico epilogo della 29a Dakar, nel 2007, è storia antica, ed il Campione spagnolo sa come gestire situazioni esasperatamente delicate come quella lievitata nelle due settimane di gara. Il da farsi è semplice: lo spagnolo alza il ritmo e si avvicina all’apripista-avversario. Lo tiene a debita distanza, lo segue a vista, lasciando che sia la polvere del “nemico” ad indicargli la pista da seguire. Inizia lo stillicidio della lunga tappa e delle lunghissime ore in sella. Passano i chilometri, un centinaio alla volta, e così le ore, e non cambia nulla. I due fuoriclasse sono lì, “legati” da un elastico di un minuto. Al CP3, quattro ore di corsa, Coma è ancora ad un minuto e mezzo da Despres, al KM 400, quinta ora, il distacco sale appena, 1’ 50”, al 500, sesta ora, stessa musica. Poi c’è un attimo di soprassalto.

A pochi chilometri dall’arrivo, dopo il Cerro de los Gigantes, la gomma posteriore della KTM di Despres si affloscia. La mousse non ha tenuto ai 500 chilometri di tortura. Oggi che servirebbe, Ruben Faria, il “portatore” d’acqua è venti minuti indietro. Despres non si scompone e termina la Speciale “accarezzando” il comando del gas. Invece di vincere la tappa deve accontentarsi del secondo posto. Neanche mezzo minuto di ritardo. È un segnale chiaro lanciato dall’evoluzione della corsa. Niente da fare, per questa volta.
Un avviso per ricordarci l’enorme potenziale di imprevisti che avvolge la Dakar. Pensate se Despres avesse perso il pneumatico e metà tappa, oltre i rifornimenti. Pensate se fosse successo a Coma. Pensate agli stravolgimenti di classifica possibili. Lopez secondo, Despres primo, Coma primo con un mare di vantaggio. Lo so, qualcosa di diverso dall’epilogo della 11° tappa non sarebbe stato giusto. Ma quante Dakar si sono risolte per un’”ingiustizia”?

Una nota, per alleggerire la tensione. Dalle classifiche della Speciale vengono fatti sparire in fretta Duclos, Knuiman e Visser, accreditati in un primo momento di un “tempone”. In realtà i tre si sono “mangiati” una sessantina di chilometri tagliando lungo la “variante” destinata ai Camion. Verso sera Visser salta di nuovo fuori. Capito: notte di lavoro per i commissari.

Tappa magnifica, la penultima di Francisco Lopez. Va detto! Ieri il cileno si è rivolto alla Nazione, ha alzato le braccia e si è arreso pubblicamente. Non ha invocato giustificazioni, “Chaleco”, semplicemente ha esternato l’analisi freddissima di una corsa diventata impossibile, e dei rischi che avrebbero potuto fare da contrappeso ad un ulteriore tentativo di giocarsi l’impossibile. Non è frequente constatare un tale livello di maturità in un Pilota, ed è ancor più raro in un “gladiatore” come Lopez. Francisco ha tirato i remi in barca, ed ha “suonato” la penultima tappa sul ritmo “reale” della sua moto. Due, sei, dodici minuti di ritardo accumulati lungo i 555 chilometri della Speciale: solo qualche giorno fa, quando ancora il cileno pensava di avere nel mirino Despres e Coma, sarebbero stati molti, ma non oggi che la visione è focalizzata sul podio di Buenos Aires.

Una sola sola tappa alla fine, con la speciale “caramella” tra Cordoba e Buenos Aires, soltanto 181 KM. Marc Coma si prova la corona.

Il 14 gennaio 1986. Gourma-Rarhous, ottava tappa. In un incidente di volo con il suo elicottero perde la vita Thierry Sabine, l’inventore di quella magnifica avventura che allora si chiamava Parigi-Dakar.

Piero Batini
Foto: DPPI, Redbull

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