Africa Eco Race 22. D4, Vittoria di Svitko, ma il Numero Magico è il 42

Piero Batini
  • di Piero Batini
Vittoria ceka, leadership italiana. Il duello Gerini – Svitko va avanti molto tattico, con qualche sprazzo di schermaglia a fondo. Tappe meno difficile, meno navigata, ugualmente lunga e sfinente. All’Africa Eco Race mai saldi
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
22 ottobre 2022

Remz El Quebir, Marocco, 21 Ottobre. Quarta tappa dell’Edizione 2022, Africa Eco Race si tuffa nel profondo Sud del Marocco sezionando il suo Deserto a colpi di 500 chilometri al giorno, a volte poco più, a volte poco meno. Il carattere della Gara è mantenuto, al momento, da un grande equilibrio tattico. Sostanzialmente, è duello ravvicinatissimo tra Maurizio Gerini e Stefan Svitko. C’è un terzo incomodo, il francese Xavier Flick, che va valutato con una diversa chiave di lettura, e c’è un gruppo di inseguitori piuttosto frastagliato e, obiettivamente, diversamente motivato.

L’architrave della quarta tappa è l’interpretazione che Gerini e Svitko hanno dato alla prova speciale. Meno difficile delle due che l’hanno preceduta e meno, se vogliamo, selettiva, ma comunque impegnativa, lunga. Il trucco di Jean Louis Schlesser, consumato mago africano e inventore del Rally, è stato quello di rendere la Speciale delicata. Vi spieghiamo perché. Quando una tappa è meno “navigata” i Piloti hanno la tendenza a prenderne psicologicamente possesso e a sottovalutarla. Subentra una certa rilassatezza ed ecco che, all’improvviso, arriva la sorpresa, il tranello. In queto caso, oggi è successo almeno due volte, la trappola è stata imporre un cap, una rotta in gradi bussola, su una spianata con cento piste, in quel punto parallele o quasi. Solo che due piste parallele possono diventare divergenti, e se non hai preso quella giusta puoi perderti in Algeria

In fondo, in questi casi, è richiesta solo un po’ di attenzione. Gerini lo sapeva e si è sforzato di non perdere mai la concentrazione. Così nel momento cruciale ha aiutato il collega Svitko, il quale ha ricambiato il favore partendo un paio di volte in fuga. Calma ragazzi, un Pilota dal temperamento del boscaiolo non lo freghi e, giù gas, la giustizia è stata presto ristabilita. La vittoria di Svitko non deve trarre in inganno. Partendo due minuti indietro era destino che li recuperasse al leader maximo, e in ogni caso anche oggi la strategia è servita per tenere a debita distanza Xavier Flick, velocissimo terzo incomodo dell’assetto attuale del Rally.

Xavier Flick, che a 26 anni è considerato un bimbo per essere il figlio di François, altro Campione, altra generazione, ha tuttavia un compito differente. Il francese, infatti, corre nella categoria Malle Motul, c’est a dire, cioè, senza assistenza. Il che vuol dire fare tutto da soli, ergo meno rompi e meglio eviti di subire le inevitabili intemperie del Rally. La strategia di Flick è, dunque, guardare avanti, ancor oltre la polvere dei due avversari costantemente in fuga. E terzo al traguardo di Remz el Quebir è Alessandro Botturi, che da buon campione genetico fa finta di essere contrariato per la forte penalità, 3 ore, subita il terzo giorno. In realtà il Gigante di Lumezzane sa bene che quella penalità era inevitabile, e lo sapeva anche quando ha deciso di uscire dalla pista principale per riparare la sua Yamaha Ténéré 700. Dunque state sereni, così come lo è il “Bottu”, la gara sta andando esattamente come doveva andare nel programma, e anzi ha già regalato all’italiano la soddisfazione della vittoria inaugurale del progetto. Bene anche l’altro, lo spagnolo Pol Tarres, oggi ben più soddisfatto. Nessun errore, un bel ritmo e la 7a posizione assoluta dietro anche a Wallace, Flick e Ullevalseter.

Morale (o classifica generale assoluta dopo 4 Tappe). In testa Maurizio Gerini, 42 secondi avanti a Stefan Svitko e 51 minuti davanti a Xavier Flick. Volete una curiosità? Quei 42 secondi sono un numero speciale per Gerry. 42 è il numero di gara avuto la prima volta e poi sempre adottato, solo una volta scambiato con Van Beveren a una Dakar, 42 l’anno di nascita del padre. Quell’1 che lo precede, non vi confondete, è solo un protocollo che identifica le Moto dell’Africa Eco Race. In ogni caso, ecco, 42 è il numero dei secondi che mantengono Gerini, centravanti tattico del Team Solarys, al comando di Africa Eco Race. Non sarà un numero magico – o sì? – ma sicuramente oggi va preso in una singolare e buona prospettiva augurale. Alessandro Botturi è tornato in un colpo solo nei primi dieci, giusto davanti a Lucio Belluschi e Massimiliano Guerrini.

Quinta tappa, quella del 22 Ottobre che ha il sapore… del brivido. Tra Remz El Quebir e Dakhla, ultima interamente marocchina della serie del Rally. Ancora 450 chilometri, ma non si è mai vista facile la Speciale precedente la giornata di riposo di un Rally. Anzi, di solito è il tremendo contrario. Intanto per le assistenze, che seguono i propri piloti su una rotta asfaltata, appena 850 chilometri per raggiungere Dakhla. Staremo a vedere.

Per finire copio e incollo da ieri, poiché non eravamo riusciti a vedere il film. Al Bivacco di Remz el Quebir anche il Pullman TesoroBus, che come sapete non è un bus di linea bensì tra Italia e Senegal bensì un meraviglioso progetto a carattere umanitario sviluppato, e ora in piena fase di realizzazione, dal gruppaccio di briganti maremmani che risponde al nome (l’abbiamo letto sulla taglia affissa alle porte di Grosseto) di MaremmaDakar. Jean Louis Schlesser, Organizzatore appassionato e gentile, ma soprattutto illuminato, ha voluto che TesoroBus, il progetto di Piero Picchi, Valdimiro Brezzi e la loro banda fosse parte integrante dell’Avventura Africa Eco Race.

© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini

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