Nico Cereghini: "Biaggi va dritto e noi a rovescio"

Nico Cereghini: "Biaggi va dritto e noi a rovescio"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Tanti pensieri dopo gara 2 e non riesco a prendere una posizione sola. Dalla confusione emergono Monza senza le varianti e i bei tempi andati che, a ben guardare, non erano belli per niente | N. Cereghini
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10 maggio 2011

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Ciao a tutti! Mi sono goduto come gran parte di voi la SBK di Monza e ancora non riesco a digerire gara 2 e il suo incredibile epilogo. Personalmente sono pieno di dubbi e di pensieri: Max Biaggi che non riesce a stare lontano dai guai, la variante con la segnaletica orizzontale sulla via di fuga, i breefing più o meno frequentati dai piloti, e alla fine una vittoria ben costruita che viene cancellata da una regola che pare adatta (forse) a un test per la patente, ma certo è fuori luogo in una gara di mondiale disputata su uno dei circuiti più storici del mondo.

Amo Monza, amo la SBK, amo l’Aprilia e voglio bene persino a Biaggi (checché se ne pensi, checché come direbbe Totò), e sono molto dispiaciuto per Gigi Dall’Igna e per Gianni Sandi che sono miei amici da decenni; e però mi fa anche piacere la doppietta di Laverty, che è un gran manico, e sono contento per tutti quegli altri amici che stanno nel box della Yamaha. Vedete che confusione c’è nella mia testa? Non riesco a prendere una posizione sola. Sarà perché le gare mi piacciono tutte, perché a Monza ci ho corso, perché ho vissuto l’esordio di Biaggi in 250 e mi sono entusiasmato. Non lo so. Beati coloro che si lanciano nella discussione con le idee ben chiare, Biaggi è un fenomeno, Biaggi è un pollo, le regole sono regole e vanno rispettate, roba così.

 

La staccata da 330 a 50 all’ora, con la moto che pare una biscia e tutta quella facilità di sbagliare, è proprio brutta da vedere

Finisce che posso prendermela soltanto con le varianti, l’unico elemento del giallo monzese che si può universalmente detestare. La staccata da 330 a 50 all’ora, con la moto che pare una biscia e tutta quella facilità di sbagliare, è proprio brutta da vedere. Le varianti le modifichi, le stringi, le allarghi, le stringi di nuovo, ma il risultato finale è sempre una schifezza. E però non puoi farne a meno: potresti eliminare la variante di Biaggi soltanto se intorno alla curva successiva (che è il famoso Curvone) ci fossero trecento metri di prato all’inglese, e lo spazio invece manca. Proprio come alla prima di Lesmo dopo la variante della Roggia.

Io ci ho corso, sulla Stradale di Monza senza le varianti. Ai miei tempi le derivate dalla serie come la mia Laverda SFC o la Guzzi V7 Sport o le Triumph o le Honda erano molto meno potenti, potevano fare i 220 o i 230 all’ora, però al Curvone te la facevi addosso; e poi lì sono morti Pasolini con Saarinen, e poi Chionio con Colombini e Galtrucco. Cinque vittime in due mesi. Cinque morti in una sola curva, riuscite a immaginarlo? E allora lo stop per anni, e poi le varianti.

Meglio discutere di penalità assurde che piangere i morti. L’unica cosa per me chiara, dopo gara 2 di Monza, è ancora una questione con il punto di domanda: ma non si potrebbe discutere tra noi senza sbranarsi?