Tutti contro Marco Simoncelli: perché?

Tutti contro Marco Simoncelli: perché?
Giovanni Zamagni
La polemica innescata da Jorge Lorenzo all’Estoril sulla presunta scorrettezza del pilota italiano non si placa, anzi viene alimentata da nuovi episodi | G. Zamagni, Le Mans
14 maggio 2011

Punti chiave

 LE MANS – Tutti contro Marco Simoncelli: perché? La polemica innescata da Jorge Lorenzo all’Estoril sulla presunta scorrettezza del pilota italiano non si placa, anzi viene alimentata da nuovi episodi, fino alla partecipazione di Lorenzo, Stoner, Dovizioso, Barbera ed Elias alla “Safety Commission”, la commissione sicurezza che dal 2003, dopo il mortale incidente di Daijiro Kato, si riunisce ogni venerdì durante il fine settimana di un GP. Un appuntamento al quale, in passato, mai Lorenzo aveva partecipato, delegando di fatto il tutto ai rappresentanti Valentino Rossi, Loris Capirossi, Nicky Hayden. Ieri, però, il campione del mondo ha voluto partecipare per parlare di sicurezza, puntando ancora una volta il dito contro Simoncelli, considerato pilota troppo aggressivo.


ROSSI PRENDE LE DISTANZE

“La realtà – dice prima della Safety Commission Rossi – è che stiamo parlando di niente. Di quale scorrettezza è accusato Simoncelli, di quale sorpasso discutiamo? E’ impossibile definire un sorpasso sicuro: una buona regola può essere che quando non ci si tocca e non si cade è un sorpasso sicuro. Se parlavi di queste cose a piloti come Capirossi, Barros, Biaggi o Gibernau sarebbero rimasti stupiti esattamente come me, e quando si lotta può capitare di essere aggressivi. In ogni caso, questa è una cosa che Lorenzo e Simoncelli dovrebbero risolvere fra loro”.
Anche per questo motivo, probabilmente, Valentino ha lasciato la riunione dopo che si era iniziato a parlare di questo argomento, tirando in ballo un impegno per la Ducati.


UN FONDO DI VERITA’

Ora, che Simoncelli sia un pilota decisamente aggressivo è fuori di dubbio. Del resto, se tutti i piloti, nessuno escluso, giudicano l’iridato della 250 in questi termini, significa che un fondo di verità c’è. “Questo è il suo stile – ha detto più volte in passato Dovizioso -: non puoi dire che sia scorretto, ma sicuramente trovarsi lui vicino non è divertente”.
Difficile capire da fuori, questo è un codice tra piloti, come dice Loris Reggiani.
“Ci sono regole non scritte che i piloti conoscono perfettamente”.
In passato, Marco è stato protagonista di un unico vero episodio negativo – il contatto in rettilineo al Mugello nel 2008, ai tempi della 250, con Hector Barbera -, ma per il resto Simoncelli non ha più commesso scorrettezze. I suoi colleghi, però, continuano ad accusarlo, proprio per quel codice che solo loro conoscono.
“Dicono che non accettano come entro all’ultimo in curva – si difende il Sic -, ma io non posso mica superare in rettilineo. L’anno scorso nessuno aveva niente da dire, ma adesso che vado forte Lorenzo ha tirato fuori il sorpasso di Valencia di sette mesi fa. Mi sembra che si stia facendo un processo alle intenzioni”.

 

ATTEGGIAMENTO DISCUTIBILE

Quello che lascia perplessi è l’atteggiamento di Lorenzo. E’ vero, Jorge è in lotta per il mondiale ed è quindi legittimo che tema un contatto – con qualsiasi pilota, non solo con Simoncelli – che ne possa compromettere una gara e, quindi, anche il campionato. Adesso che Marco va molto forte, ci sta che Lorenzo metta le mani avanti, richieda lealtà e correttezza nei comportamenti.
“Questo non è boxe o full contact – è la sua tesi – qui non ci si può toccare, soprattutto perché a 300 km/h ci si può fare male. Se uno stacca più forte di un altro, quello è un sorpasso legittimo, ma se uno si infila quando l’altro è già piegato non si può fare, si rischia il contatto e, quindi, di cadere entrambi”.
Una tesi anche condivisibile, meno quello di andare a “piangere” da “papà” Ezpeleta senza che, in realtà, sia accaduto veramente qualcosa. Per anni, Lorenzo se n’è fregato della Safety Commission e l’azione intrapresa ieri sembra quasi un “avvertimento” a Rossi e ai suoi amici, una sorta di “adesso non potete più fare quello che volete in riunioni tra amici”. Con l’appoggio di Stoner e Dovizioso (peraltro l’unico che ha sempre sostenuto questa tesi, fin dai tempi delle minimoto), Lorenzo ha forse voluto mettere pressione psicologica a Simoncelli, anche se Jorge sostiene che: “Non lo faccio perché ho paura che mi batta. Stoner è davanti a Simoncelli, ma non ho mai detto che è troppo aggressivo e non ho nessuno timore a confrontarmi con lui”.
Curioso anche lo scambio di battute tra Stoner e Simoncelli a fine riunione.
“Mi spiace per questa situazione, ti stimo come pilota” ha detto Casey. “Ma allora perché dici queste cose?” la replica di Sic. “C’è stato qualche contatto di troppo”, ha chiuso l’australiano.
Per Simoncelli, una situazione tutt’altro che semplice da gestire.