Test MotoGP Sepang. Rossi: "So ancora guidare"

Test MotoGP Sepang. Rossi: "So ancora guidare"
Giovanni Zamagni
Valentino dice di essersi tolto un peso ed è soddisfatto del suo passo. Lorenzo, invece, sperava di essere più avanti nello sviluppo. Dovizioso chiede tempo, Marquez sembra Rossi al debutto | G. Zamagni
6 febbraio 2013

 
Il distacco è leggermente aumentato (da 0”427 di ieri a 0”489 di oggi), ma non bastano certi pochi centesimi per togliere a Valentino Rossi il ritrovato buon umore. Anzi, con il passare dei giri, Rossi è sempre più convinto che la Yamaha sia la “sua moto”, quella che gli permetterà di tornare ai vertici dopo i due anni all’inferno con la Ducati.

«Finalmente ho dormito tranquillo – scherza -: certo, non ancora con il sorriso a 32 denti, ma sicuramente molto più sereno e rilassato. Sono molto contento, diciamo che mi sono tolto il primo dubbio: prima di salire sulla M1 mi chiedevo se fossi stato ancora capace di guidare una moto. Direi che la risposta è affermativa. Adesso il secondo obiettivo è recuperare lo svantaggio dai 2-3 davanti, ma l’inizio è sicuramente positivo, anche se mi rimane il rimpianto di non essere sceso sotto i 2’01”, come era nel nostro potenziale».

Adesso l'obiettivo è recuperare lo svantaggio dai 2-3 davanti, ma l’inizio è sicuramente positivo, anche se mi rimane il rimpianto di non essere sceso sotto i 2’01


Rossi è soddisfatto del passo.
«Sono migliorato di mezzo secondo rispetto a ieri. Lorenzo, al momento, è sicuramente più costante, non sono ancora al suo livello, ma è importante non essere troppo lontano dai primi. Certo che Pedrosa e Lorenzo vanno davvero forte, entrano e fanno subito il tempo, mentre io ci metto un po’ di più. E, sinceramente, fisicamente sto soffrendo un po’ questo test: sarò più pronto nel secondo (dal 26 al 28 febbraio, sempre in Malesia, NDA)».

Domani, giorno di chiusura di questa prima sessione, Rossi proverà la Yamaha M1 in configurazione 2013, moto già utilizzata oggi da Lorenzo, per la verità senza troppa soddisfazione.
«Non è male – spiega il campione in carica -, ma, sinceramente, speravo fossimo un po’ più avanti. Ho girato subito veloce, ma poi non sono riuscito a migliorarmi: c’è ancora da lavorare. Rossi è soddisfatto, ma è normale che lo sia, perché viene da una moto meno competitiva».

Dovizioso: Il mio obiettivo non è quello di confrontarmi con i risultati di Rossi in Ducati, ma di riportare questa moto sul podio

 

DUCATI: DOVIZIOSO CONTINUA A CHIEDERE PAZIENZA


Dopo il disastroso debutto stagionale, la Ducati si è un po’ avvicinata ai primi, con Nicky Hayden a 1”561 (ieri era a 2”1) e Andrea Dovizioso a 1”830. Andrea, come è giusto che sia, non guarda troppo il cronometro, ben sapendo che le difficoltà da superare in questo momento sono grandi.

«Il mio obiettivo – sono le parole del Dovi – non è quello di confrontarmi con i risultati di Rossi in Ducati, ma di riportare questa moto sul podio. Per riuscirci, ci vuole tempo: per questo abbiamo firmato due anni di contratto. Al momento stiamo solo lavorando sul materiale a nostra disposizione e più di tanto non si può fare, perché non c’è nessuna novità, mentre è fondamentale trovare la giusta direzione. Questo test è ancora poco significativo anche perché, di fatto, è il mio primo vero con la Ducati: Sepang2 sarà più indicativa del nostro potenziale, di dove potremo trovarci all’inizio della stagione».

Dovizioso ha anche provato un telaio leggermente diverso, quello che utilizza il compagno di squadra Nicky Hayden.
«Il tempo sul giro non è niente di che, ma è incoraggiante che abbiamo migliorato il nostro passo» sono le parole dell’americano, al suo quinto anno con la Ducati.


HONDA: TUTTO PROCEDE BENE


In Casa Honda, tutto procede bene: Dani Pedrosa continua nel lavoro di sviluppo e domani proverà la RC213V in configurazione 2013, Marc Marquez continua, alla grande, il suo apprendistato con la MotoGP.
«Mi aspettavo che Marquez andasse più o meno come me – è l’opinione di Rossi sull’iridato della Moto2 -: diciamo che non mi sorprende più di tanto. Io ho margine di miglioramento ma, sulla carta, lui ne ha più di me: credo che Marc sarà una “bega” per tutti, non solo per me, ma anche per Pedrosa e Lorenzo… Mi ricorda molto il primo Valentino in 500: tra virgolette, faccio il tifo per lui. Sicuramente, essere in quel team e con quella moto gli permetterà di crescere più alla svelta».

Da parte sua, il campione spagnolo si limita a dire che: «E’ importante trovare un buon ritmo e nell’ultima uscita ho girato con buona costanza. Ma c’è ancora molto da fare».