Shell e Ducati: 20 anni di successi

Shell e Ducati: 20 anni di successi
La partnership fra la Casa di Borgo Panigale e il colosso petrolifero anglo-olandese, l’importanza dello sviluppo nel Motorsport e la tecnologia Shell PurePlus
2 novembre 2017

Shell – compagnia petrolifera che non ha bisogno di presentazioni – è figlia di quella Royal Dutch Shell PLC fondata nel 1907, che festeggia quindi quest’anno 110 anni di attività. Siamo sicuri che, per come si sta mettendo il Mondiale di Ducati e Dovizioso, sarebbero ben felici di festeggiare aggiungendo un titolo iridato al loro palmarès come hanno fatto in occasione del loro secolo di attività, in quel 2007 in cui Stoner ha regalato il primo Mondiale alla Ducati.

Shell e Ducati

Il legame fra Shell e Ducati ha radici profonde. La partnership tecnica fra i due è nata, infatti, nel 1999 con il supporto di Ducati Corse allora impegnata solamente nel Mondiale Superbike, e il sodalizio con Shell ha fruttato ben sei titoli iridati in SBK – l’ultimo di Fogarty, nel 1999, i tre di Bayliss (2001, 2006, 2008) e quelli con Hodgson (2003) e Toseland (2004). Oltre, appunto, a quello vinto in MotoGP nel 2007 con Stoner. Il tutto per oltre 150 vittorie in gara.

Casey Stoner a Motegi, dove ha conquistato il primo titolo con Ducati
Casey Stoner a Motegi, dove ha conquistato il primo titolo con Ducati

 

Shell PurePlus

Proseguendo con i parallelismi verso il mondo degli pneumatici, da molto tempo la produzione degli oli motore non ha più necessariamente molto a che vedere con l’olio tradizionale. In particolare, l'azienda della conchiglia ha messo a punto la tecnologia Shell PurePlus, che permette di ricavare dal gas naturale un olio base sintetico cristallino privo delle impurità presenti nei prodotti ricavati da petrolio greggio.

Facciamo un passo indietro: il processo GTL (gas-to-liquids) non è esattamente una novità dal momento che la prima conversione di gas naturale in idrocarburi liquidi è stata ottenuta già nel 1925 dai chimici tedeschi Franz Fischer e Hans Tropsch, che hanno dato il nome al processo.

Shell, che da sempre investe oltre 1 miliardo di dollari in Ricerca e Sviluppo, lavora dal 1940 nel campo dei lubrificanti. È stata la prima Casa a produrre oli multigrado (quella “W” che vedete nella classificazione SAE degli oli e che indica la viscosità invernale degli oli a doppia gradazione) e negli anni ‘70 vantava il primato dell’introduzione di detergenti nella formula dei lubrificanti automotive per mantenere puliti i motori.

Investimenti ed impegno che hanno dato vita ad oltre 250 brevetti nel settore dei lubrificanti, e che, nel 1973, si sono tradotti nella ricerca sul GTL presso lo Shell Technology Center di Amsterdam. Una ricerca proseguita in una prima struttura, sempre in Olanda, nel 1983 e poi in Malesia, all’inizio degli anni ‘90, fino alla costruzione di Pearl GTL: un impianto inaugurato nel 2011 in Qatar che rappresenta a tutt’oggi lo stato dell’arte ed è in grado di produrre 140.000 barili al giorno costituendo la più importante fonte a livello globale di prodotti GTL.

A differenza della produzione, decentrata quindi in Medio Oriente, la ricerca continua ad essere sviluppata in Europa presso lo Shell Technology Center di Amsterdam, dove oggi lavorano 900 ricercatori di 45 diverse nazionalità. Di tutta questa produzione, ben 30.000 barili al giorno (ovvero 1 milione di tonnellate all’anno) sono dedicati alla produzione dell’olio base Shell PurePlus Technology.

Di che si tratta?

Semplificando, potremmo dire che consiste nel nome che Shell ha dato al proprio processo di eccellenza per la tecnologia GTL, ovvero la produzione di oli base sintetici realizzati a partire da gas naturale invece che dal greggio.

“Una tecnologia che permette a Shell di progettare le molecole da inserire nell’olio motore ottenendo oli base (ovvero quelli che combinati vanno a creare il prodotto lubrificante finale) di maggior purezza, pulizia e stabilità rispetto a quelli tradizionali” dichiara Roberto Paganuzzi, Shell Technical Manager Europe. “Rispetto alle controparti tradizionali di gruppo II e III, gli oli base formulati con tecnologia PurePlus presentano anche una minore viscosità alle basse temperature (da -25 a - 40 °C) e riescono così a lubrificare il motore già efficacemente all'avviamento a freddo. Queste proprietà apportano una serie di importanti benefici al motore, tra cui l'aumento della pulizia, della protezione dall'usura e del risparmio di carburante”.

Shell Advance Ultra

Il prodotto di punta di Shell per il settore motociclistico è Shell Advance Ultra di cui parlavamo all’inizio e che la Casa della conchiglia ha lanciato in occasione del WDW 2016.

Un prodotto appunto realizzato grazie alla tecnologia Shell PurePlus che genera gli oli base di maggior qualità. Gli oli base sono la componente principale del prodotto finito, costituendone in media dal 75 al 90% della composizione. Nel caso di Shell Advance Ultra, gli oli base utilizzati sono solo ed esclusivamente quelli di prima scelta, ovvero gli Shell PurePlus GTL.

Shell Advance Ultra rappresenta naturalmente l’olio motore più performante dell’offerta Shell, con le prestazioni migliori in termini di protezione e pulizia del propulsore. Prestazioni che, all’atto pratico, significano una durata – a quanto dichiara Shell - addirittura doppia rispetto a quella di un olio “normale” senza determinare decrementi prestazionali. Il che non indica che si può raddoppiare l’intervallo di sostituzione. Grazie alle sue capacità prestazionali, estemporanei test di percorrenza hanno restituito valori nettamente a favore di Shell Advance Ultra. I test sono stati svolti confrontando Shell Advance Ultra 10W-40 con il tradizionale Shell Advance AX5 20W-40.

Tutte caratteristiche che rendono Shell Advance Ultra particolarmente adatto all’impiego in propulsori motociclistici ad elevate prestazioni, come quelli delle Ducati di serie che non saranno veloci quanto la Desmosedici in MotoGP ma che beneficiano, allo stesso modo, delle evoluzioni degli oli Shell.