Rossi: "Sportivamente, una soddisfazione battere Marquez"

Rossi: "Sportivamente, una soddisfazione battere Marquez"
Giovanni Zamagni
Valentino contento della sua prestazione: “Ho sorriso quando ho passato Marc. Finalmente ce l’abbiamo fatta, ma davanti c’è sempre una Honda: dobbiamo continuare a lavorare”. Poi una battuta… | G. Zamagni, Brno
17 agosto 2014

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BRNO – Sorride soddisfatto, Valentino Rossi. «Finalmente abbiamo fregato Marc Marquez» dice di getto come se si fosse tolto un peso, in un pensiero che lo accomuna a Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo, anche se poi aggiunge: «Non avendo vinto, conta più il podio che aver battuto Marquez». Per Valentino è il secondo podio consecutivo, il settimo stagionale, già uno in più del 2013, quando però era anche arrivata una vittoria, che ancora manca nel 2014. Ma Rossi è sempre lì, a provarci, a lottare, a studiare come fare per migliorare continuamente: anche questo è stato un terzo posto di valore, molto più significativo di tanti podi della passata stagione.


«Questa mattina, non avevo preso antidolorifici, ma il mignolo sinistro infortunato ieri mi faceva male: ho fatto una gran fatica, ho perso tutto il warm up e le modifiche che avevamo fatto alla moto non mi convincevano. Per la gara, però, grazie alla Clinica Mobile e al mio team abbiamo trovato un “setting” migliore sia per il dito sia per la M1 e questo mi ha permesso di essere decisamente più competitivo in gara. All’inizio, non sapevo bene come ero messo e quindi sono stato prudente: Lorenzo ha preso subito un po’ di vantaggio, ma poi sono riuscito a girare con un buon passo, a riprendere Marquez e a batterlo: direi che adesso il campionato è riaperto… Scherzi a parte, mi spiace solo di essere arrivato dietro a Jorge: battere il compagno di squadra è sempre il primo obiettivo. Purtroppo, ieri sono caduto in un momento cruciale, quando avevamo delle cose importanti da provare sulla M1, ho perso tempo nella messa a punto della moto e mi sono fatto male. Oggi, però, abbiamo fatto un buon passo in avanti, avevo più grip e questo mi ha permesso di girare con costanza: sportivamente è una soddisfazione battere Marquez e quando l’ho passato ho sorriso dentro al casco».


Il dito non ti ha creato nessun problema?

«Solo un po’ in partenza con la frizione e nei primi giri non potevo essere troppo aggressivo, ma nel complesso non mi ha penalizzato più di tanto».

Nella MotoGP di oggi, se non sei a posto al 100% non ti inventi nulla, le moto sono inesorabili, non puoi più metterci una pezza come si faceva in passato


Hai visto Marquez da vicino: ti sembrava che avesse problemi particolari?

«Qui, finalmente, non era perfettamente a posto con la moto, anche se da lui ti puoi sempre aspettare qualcosa di speciale. In realtà, lui guida in un modo particolare, ma per qualche motivo oggi non riusciva a farlo: la verità è che, nella MotoGP di oggi, se non sei a posto al 100% non ti inventi nulla, le moto sono inesorabili, non puoi più metterci una pezza come si faceva in passato».


Secondo te come reagirà a questa sconfitta? Esagererà per dimostrare a tutti i costi di essere il più forte nelle prossime gare?

«Non lo so, ma Marc è un pilota intelligente, anche lui sa che se non è a posto al 100% prende paga. Non credo che cambierà qualcosa nel suo atteggiamento: sapeva che una giornata come oggi sarebbe potuta accadere».


Come a Indianapolis, due Yamaha sul podio…

«Sì, ma a vincere è sempre una Honda: noi puntiamo al primo posto, dobbiamo fare meglio. La M1 è competitiva e dentro al box io e Jorge lavoriamo bene insieme, ma bisogna fare un altro passo (domani, nei test, la Yamaha proverà parecchio materiale inedito di ciclistica ed elettronica, NDA)».


Trovi delle analogie tra quando dominavi tu con la Honda e adesso?

«A Marquez invidio un aspetto: quando io vincevo con la Honda i giornalisti dicevano che avevo la moto nettamente superiore, forse perché c’era qualche avversario, come Biaggi, che affermava che la loro moto faceva schifo. Poi, quando sono passato in Yamaha dicevano che non avevo avversari: è vero, però, che noi (Rossi, Lorenzo e Pedrosa, NDA) siamo più forti dei rivali che avevo io… Rispetto a me, comunque, Marc non vuole lasciare niente agli altri: io dopo 4-5 gare mi rilassavo, lui no. Sarebbe stato brutto se le avesse vinte tutte. Comunque, quando ti avvicini a un primato di Agostini, perdi, non c’è niente da fare…».

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