Quando penso a Valentino...

Quando penso a Valentino...
Qual è la prima cosa che vi viene in mente quando pensate a Valentino Rossi? Ecco cosa viene in mente a noi della redazione per festeggiare i sui 40 anni
15 febbraio 2019

Il 16 febbraio Valentino Rossi compie 40 anni e oltre agli auguri (guarda il video) ci siamo fermati a pensare a qual è la prima immagine che ci balza in mente quando pensiamo a Vale. Eccole qui di seguito, rigorosamente riportate in ordine casuale.

 

Nico Cereghini

Quando penso a Valentino penso alla Yamaha blù del 2004, quella di Welcom. Era la prima gara, aveva appena lasciato la moto vincente per buttarsi anima e corpo in un sfida difficilissima. E la vinceva. Quel giorno Valentino è diventato una leggenda: non ho visto un altro pilota, nella storia della moto, che abbia osato mettersi in gioco apertamente e completamente, come ha fatto lui. 

 

Giovanni Zamagni

Quando penso a Valentino mi vengono in mente i primi anni di mondiale in 125. Valentino era un ragazzo esuberante, di grande talento e con una passione contagiosa per le moto e per i GP: dopo ogni vittoria o podio in 125, si fermava in sala stampa, con casco in mano e tuta di pelle addosso, per vedere e commentare la 250. Ventiquattro anni dopo, il ragazzino esuberante è stato sostituito da un uomo (per me ancora ragazzo) decisamente più pacato e misurato, ma la passione per le moto e i GP è rimasta quella viscerale di allora. Unico anche sotto questo aspetto.

 

Ippolito Fassati

Intelligenza, spirito di competizione, capacità di lottare, di soffrire e di reagire, abilità nell'adattarsi ai tempi, ai concorrenti, alla tecnologia. Velocità di pensiero e passione. Spirito positivo, ironia e simpatia. Penso alla parte più positiva dell'Italia, quella che ci porta ad essere i MIGLIORI in tante attività. Auguri Valentino e grazie di tutto.
 

Andrea Perfetti

Penso a Valentino che bacia la sua moto dopo una gara. Un gesto un po' strampalato agli occhi di molti. Quell'attimo racchiude invece tutta la passione di Rossi non solo per le corse, ma per la moto e le sensazioni che regala a lui come a tutti noi motociclisti. Quanti di noi hanno accarezzato la moto dopo un bel giro? Io dico tutti. Auguri Valentino!

 

Giulio Bernardelle

Il mio ricordo è riferito al GP di Imola del 1999. Allora Valentino correva in 250 con l’Aprilia ed io mi occupavo dello sviluppo dei telai e delle ciclistiche di queste moto al Reparto Corse di Noale. Venivamo da un periodo difficile tanto che con Rossano Brazzi, il Capotecnico di Rossi, avevamo deciso di far provare a Valentino qualche settimana prima del GP un telaio del ’96. A Imola il clima non era dei migliori all’interno del box e l’umore di Brazzi rifletteva questa tensione; questo fino a quando si presentò Valentino con i capelli “tagliati” alla Brazzi a scatenare le risate di tutti. Il GP si chiuse con la vittoria di Capirossi e il Dottore secondo, un risultato importante per la classifica che lo avrebbe visto Campione del Mondo a fine stagione. Ritengo che questa capacità di sdrammatizzare e di non prendersi troppo sul serio sia una delle doti principali che sta consentendo a Rossi una carriera così lunga. Avanti così!

 

Edoardo Licciardello

La prima gara che mi viene in mente quando penso a Valentino Rossi è Phillip Island 2003, quella che forse più di ogni altra ha dato la misura della superiorità del pacchetto Rossi-Honda. Valentino in quella gara, già ampiamente campione del mondo, sbaglia e sorpassa in regime di bandiere gialle e prende dieci secondi di penalizzazione che sembrano consegnare a Capirossi la vittoria su un piatto d'argento. Le squadre non sanno nemmeno bene come segnalare a lui e Capirossi la situazione, dandogli indicazioni sulla posizione reale e non quella in pista. Valentino è più veloce a capire cosa sia successo, ma invece di disperare non fa che iniziare a forzare il ritmo stampando giri veloci uno dopo l’altro. Alla fine, sul traguardo ha 15”2 di vantaggio su Capirossi, sufficienti per vincere con 5” di vantaggio. Il passaggio alla Yamaha non è mai sembrato così impossibile. E invece, solo una gara dopo...

 

Marco Berti Quattrini

Prima gara 2001, Suzuka. Biaggi allarga l'uscita (e il gomito), Rossi trova spazio sull'erba e si rimette dietro. Il giro dopo lo sorpassa in staccata e pochi metri dopo, in piega piena, leva la mano sinistra dal manubrio ed esibisce un loquace dito medio. Vincerà, ma non importa, l'avversario era già sconfitto, battuto. Non con la velocità, ma semplicemente alzando un dito. Quando penso a Valentino mi viene in mente quel gesto che è una sintesi di spavaderia, velocità e acume comincativo. Da quel 2001 sono passati 18 anni e la spacconeria ha lasciato il posto a un intelligente sarcasmo, ma continuo a vedere nelle sue parole un potere immenso.

 

Moreno Pisto

Barcellona, Catalunya 2009: 2 giri alla fine. Lorenzo lo supera in rettilineo, entrambi sulle Yamaha, e in gioco quando ci sono di mezzo campioni così, quando ci sono sfide corpo a corpo così, non c'è mai solo una gara o un Mondiale, in gioco c'è sempre tutto. Valentino ha già il ginocchio fuori per impostare la staccata e poi la curva a destra, ma quando vede Jorge che gli passa davanti dall'interno, aspetta fino all'ultimissimo prima di toccare i freni e per sorpassare il suo avversario è costretto a richiudere la gamba e rimetterla in carena. Un gesto incredibile, fatto a una velocità folle, con una semplicità disarmante. Meda urlò: cosa ha fatto Valentino, cosa ha fatto... Quella gara terminò con un sorpasso all'ultima curva a contraddire qualsiasi legge della fisica. Quando penso a Valentino penso proprio alla frase: cosa ha fatto, cosa ha fatto...
 

Maurizio Gissi

L'irripetibile stagione 2004, quella riassunta con la sua frase "Pensa se non ci avessi provato" che esprime il suo mettersi sempre in gioco. Ma mi piace ricordare la vittoria di Donington nel 2000, prima stagione nella classe 500, sotto la pioggia e contro il futuro campione del mondo Kenny Roberts jr. Quella fu la prima di una serie da record. E venti stagioni dopo Valentino è ancora qui e lo fa da protagonista: nessuno era mai arrivato a tanto.

 

Emiliano Perucca Orfei

Penso a come sia riuscito a cavalcare 25 anni di Motomondiale con persone, avversari, moto e stili di guida diversi rimanendo sempre al top come intensità sportiva.

 

Maurizio “Tanketto” Tanca

Premetto che non sono certo un “tifoso sfegatato”, ma un grande appassionato sì, e non ho alcuna difficoltà a riconoscere i meriti di qualunque grande campione al di là di eventuali antipatie personali.

Quando penso a Valentino Rossi rivedo spesso un biondino riccioluto alto sì e no un metro e mezzo, che chiacchierava allegramente con amici e curiosi nella tenda del team di Lusuardi, vicino alla sua Mito 125 SP. Eravamo a Monza, più o meno nel ’90. E l’anno successivo era già molto più grande, e vinceva il Campionato Sport Production. Il tempo è letteralmente volato via, ma da allora ad oggi Vale non ha mai finito di stupirmi, col suo modo di crescere e di vivere, con quel suo amore passionale per questo sport  che lo ha portato a “creare” molti altri bravi piloti (Pecco in particolare, a mio avviso). Un incredibile quarantenne, che ancora oggi mi tiene costantemente col fiato sospeso fin da quando scatta al semaforo. Difficile emularlo, e questa cosa la ritengo significativa come titolo mondiale.

Carlo Baldi

Suzuka 6 Aprile 2003. A poche ore dal tremendo incidente che costerà la vita a Daijiro Kato sono molti i piloti che si lamentano della scarsa sicurezza del circuito giapponese di proprietà della Honda, ma solo uno resta a discutere sino a tarda sera con la Direzione Gara: Valentino Rossi, pilota ufficiale Honda. Rossi, che aveva vinto davanti a Biaggi e a Capirossi, dichiarò: “Non correremo più a Suzuka”. E così è stato.

 

Massimo Zanzani

A me vengono da pensare due cose: la prima è la sue eterna aria simpatica di ragazzo sbarazzino che penso abbia contribuito a renderlo famoso presso il pubblico non specializzato, ad iniziare da mamme e nonne, e che fortunatamente ha mantenuto col passare del tempo. L’altra è la sua tipica posizione accucciata accanto alla moto prima della partenza che se un tempo era per far adattare bene la tuta al corpo ora è diventato una sorta di rituale.