Petrucci: "Marquez e Rossi i più efficaci"

Petrucci: "Marquez e Rossi i più efficaci"
Giovanni Zamagni
Costretto, suo malgrado, a saltare il GP d’Italia, Danilo è andato a bordo pista per Moto.it, per capire da fuori differenze e stile di guida. Ecco la sua interessantissima analisi | G. Zamagni, Mugello
30 maggio 2014

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SCARPERIA – Ha sperato fino all’ultimo di poter tornare in sella alla sua Aprilia qui al Mugello, davanti ai tifosi italiani, ma giovedì pomeriggio i medici lo hanno risvegliato bruscamente dal sogno, giudicandolo “non idoneo” per il GP. Caduto nel warm up del GP di Spagna, Danilo aveva riportato la frattura del radio del braccio sinistro con una lesione ai tendini che aveva richiesto un intervento chirurgico con l’inserimento di tre chiodi.


«Sapevo che sarebbe stato molto difficile correre al Mugello, ma avrei voluto almeno provarci: i medici, però, hanno ritenuto che sarebbe stato troppo pericoloso per me e per gli altri. Adesso cercherò di recuperare al meglio per il GP di Catalunya (15 giugno, NDA): nei prossimi giorni toglierò i chiodi e farò qualche giorno di riabilitazione» commenta sconsolato Petrucci, protagonista fino adesso di una stagione davvero negativa, per diversi motivi. Così, non avendo niente da fare, Danilo, assieme ad alcuni meccanici della sua squadra, è andato a bordo pista a vedere i suoi colleghi, raccogliendo spunti davvero interessanti.

«Ho visto un Valentino Rossi molto incisivo: lui, come sempre, al Mugello riesce a fare la differenza. Credo che contro Marc Marquez sarà veramente dura, ma da fuori ho visto un Rossi con un qualcosa in più rispetto agli altri, anche se Marc rimane il più veloce. Per quello che si è visto nelle prime libere, sarà una sfida tra loro due, anche se mi aspetto il ritorno di Lorenzo, che qui è sempre andato fortissimo».


Proviamo a inquadrare un po’ gli stili di guida.
«Si vede bene che Valentino frena dopo tutti gli altri: in staccata è fortissimo. Ma, soprattutto, colpisce la sua precisione, passando in punti dove gli altri non transitano e ogni manovra che fa sembra molto naturale. Marquez ha una fiducia dell’anteriore strepitosa: questo, per la verità, te ne accorgi anche dalla pista. Passa in punti dove gli altri non vanno: la moto gli derapa sia in ingresso sia in uscita, ma lui non si preoccupa più di tanto! Poi è sveltissimo a rialzare la moto, a metterla diritta: la sensazione è che la Honda abbia qualcosa in più in accelerazione rispetto alla Yamaha, che è un po’ più “rotonda”, una caratteristica che qui al Mugello potrebbe aiutare. La Honda sembra faccia più strada dentro alla curva, ma “spigola” di più, va più lontana dal cordolo, per poi uscire più stretta, mentre la M1 è più semplice, più “naturale” nella linea».


Lorenzo e Pedrosa li hai visti?
«Dani, come al solito, ha un bellissimo stile di guida: rialza la moto quando gli altri sono ancora piegati e riesce a fare dei cambi marcia senza il minimo movimento della sua RC213V, specie dentro alla curva. Un aspetto, questo, che mi ha impressionato parecchio. Lorenzo, forse, sta subendo l’aggressività di Rossi, molto incisivo quest’anno, e sembra anche non perfettamente concentrato, come se avesse qualcos’altro per la testa a cui pensare. Non l’ho visto come lo vedevo l’anno scorso, specie qui al Mugello, dove negli ultimi anni ha sempre fatto una grossissima differenza. Oggi non era incisivo, ma penso che per la gara sarà più competitivo».


Passiamo alle Ducati.
«Ho visto molto bene sia Dovizioso sia Iannone: quest’ultimo l’avevo visto bene anche ai test dopo Le Mans, mi piace come guida, ha fatto un grande passo in avanti rispetto all’anno scorso. Entrambi “prendono” il gas molto, molto presto, un po’ come fanno i piloti Yamaha, ma sono penalizzati in uscita di curva. Questo, però, è un tracciato con curve non eccessivamente strette: forse si possono “salvare”, puntare a stare vicino al podio».