MotoGP 2022. Pecco Bagnaia campione in Malesia se...

MotoGP 2022. Pecco Bagnaia campione in Malesia se...
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Ecco le combinazioni a disposizione di Pecco Bagnaia per conquistare il titolo della MotoGP fin dalla prossima gara e con un GP di anticipo. Titolo che sarebbe storico: da mezzo secolo, nella top class, non vince un pilota italiano su moto italiana
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
18 ottobre 2022

In vetta alla classifica domenica scorsa per la prima volta, dopo il terzo posto in Australia a fronte dello zero di Fabio Quartararo, Pecco Bagnaia ha saputo recuperare ben 105 punti al francese in pochi mesi e diventa ufficialmente il favorito quando mancano soltanto due GP alla conclusione del campionato. Il punteggio esatto: 233 punti per il pilota Ducati, 219 per quello Yamaha. Quattordici punti di differenza.

I punti rimasti in palio sono cinquanta, e dunque, sul piano aritmetico, anche Aleix Espargaro ed Enea Bastianini restano ancora in gioco: a quota 206 troviamo il pilota dell’Aprilia (-27 punti dalla vetta) e a 191 il pilota di Gresini (che insegue a -42). Ma ovviamente le loro chances sono notevolmente minori.

Per laurearsi campione già domenica prossima in Malesia, senza attendere cioè l’ultimo GP della Comunità Valenciana, Bagnaia deve conquistare almeno 11 punti più di Quartararo; concludendo a parità di punti l’italiano ha infatti il vantaggio del maggior numero di GP vinti: ne ha già collezionati sei contro tre.

Ecco le combinazioni per Bagnaia campione

Pecco è campione del mondo se:

  • Vince e Quartararo non va oltre il quarto posto.
  • E' secondo, Quartararo non va oltre il settimo posto ed Espargaro non vince.
  • E' terzo, Quartararo non va oltre l'undicesimo posto ed Espargaro oltre il terzo.
  • E' quarto, Quartararo non va oltre il quattordicesimo posto ed Espargaro oltre il quarto.
  • E' quinto, Quartararo non va a punti ed Espargaro non va oltre il quarto posto.

Mezzo secolo dall’ultima volta!

Quasi superfluo sottolineare quanto sarebbe importante il traguardo per il pilota, per la Ducati, per l’Italia intera. Che il titolo venga centrato a Sepang come a Valencia quindici giorni dopo. Sono passati cinquant’anni esatti da che un pilota italiano vinse il mondiale della top class in sella a una moto italiana: mezzo secolo da quando, nel 1972, Giacomo Agostini conquistò il suo quattordicesimo alloro, l’ultimo con la MV Agusta 500, il penultimo nella mezzo litro nel suo straordinario palmares (vinse la 350 nel ’74).

Quell’anno Mino precedette in classifica il compagno di squadra Alberto Pagani (105 punti netti a 87), quindi i due piloti Yamaha Bruno Kneubuhler (elvetico) e Rodney Gould (britannico). A seguire Granath, Mortimer, Simmonds, Findlay eccetera. Mandracci (Suzuki) undicesimo e Spaggiari (Ducati) diciassettesimo gli altri italiani meglio piazzati.

Delle tredici gare in programma quell’anno, Ago ne vinse undici (Nurburgring, Clermont Ferrand, Salzburgring, Nazioni di Imola, Tourist Trophy sul Mountain, Assen, Spa, Sachsenring, Brno, Anderstorp, Imatra. Pagani vinse ad Abbazia (Jugoslavia) per ritiro del campione; e Mortimer si aggiudicò la chiusura del Montjuich a Barcellona, che la squadra MV disertò. I due titoli successivi andarono al recentemente scomparso Phil Read e poi, nel ’75, Agostini portò la Yamaha al primo titolo mondiale nipponico (e primo a due tempi) della classe regina.