Nico Cereghini: “L’impeccabile Quartararò alla prova del fuoco”

Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
E’ velocissimo, puntuale, ha anche un gran bello stile. E sembra non sbagliare mai. La stagione 2020 ci dirà se davvero Fabio sarà capace di recitare il ruolo dell’anti Márquez come hanno detto i lettori. E cercheremo di capire qualcosa in più sulla guida della MotoGP in generale
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10 febbraio 2020

Ciao a tutti! Non ha ancora vinto niente, ma Fabio Quartararò conferma di avere della gran classe. Naturalmente hanno ragione i lettori che raccomandano la prudenza, giusto aspettare che arrivi almeno una vittoria in MotoGP, però ricordo che il francese è stato nominato “il pilota più entusiasmante del 2019” dal settanta per cento di voi e, come se non bastasse, è stato anche indicato come l’anti Marquez della stagione 2020 da quattro lettori su dieci. Davanti al Dovi, che da tre anni è il vice campione.

Trovo molto interessante il fenomeno Quartararò: perché non aveva combinato granchè nelle classi minori, perché in MotoGP si è trovato subito benissimo nella sorpresa generale, perché ha dimostrato di avere velocità ma anche una bella testa. Non sbaglia un colpo, il francesino, e i tempi dei primissimi test 2020 a Sepang conteranno poco o niente, ma intanto lui è stato davanti a tutti tre giorni su tre. Prima con la moto vecchia, poi con quella nuova. 

Da dove gli viene tutta questa naturale velocità? E’ questa incertezza a rendere ancora più interessante la storia. Di solito i piloti molto buoni emergono abbastanza in fretta nelle classi piccole e poi confermano le loro qualità nei successivi passaggi: come Rossi, Márquez, Dovizioso, Lorenzo. Fabio no. Lui sembra tagliato su misura solo per la MotoGP. O meglio: per la Yamaha. E questo è il primo, affascinante, interrogativo che prima o poi troverà una risposta: Quartararò andrebbe così forte con qualsiasi altra moto o determinante è questa particolare alchimia con la M1?

Quartararo andrebbe così forte con qualsiasi altra moto o determinante è questa particolare alchimia con la M1?

E poi c’è il suo modo di guidare. Fabio non sembra seguire la strada indicata da Marc Márquez, tutta forza e intraversate, l’acceleratore usato per girare; lui pare guidare in modo classico, alla Eddie Lawson direi: si scompone il meno possibile, cerca il feeling con il pneumatico anteriore secondo le migliori tradizioni, si impegna nel tenere la moto sempre bilanciata. E anche qui naturalmente c’è da chiarire una questione fondamentale: è la moto che determina la guida? 

L’ideale sarebbe vedere un Marc Márquez sulla Yamaha. Questo chiarirebbe tante cose una volta per tutte, perché tutto potrebbe succedere, che il sei volte campione della MotoGP si trasformi in una specie di Lorenzo, pulitissimo e inesorabile; oppure, al contrario, potremmo vedere una M1 accorciata e super reattiva, trasformata in una specie di Honda e votata alle acrobazie. Solo uno come Márquez, oggi quasi universalmente riconosciuto come il pilota più forte, potrebbe risolvere il dilemma. 

In mancanza, se ne può discutere guardando alle sfumature. Analizzeremo l’evoluzione delle moto e dei migliori piloti, gara per gara, per quanto sarà possibile. E questo della guida, che forse sta cambiando, sarà uno dei temi che rendono intrigante la stagione 2020: tutti contro l’acrobata, il favorito Márquez, che al momento è in difficoltà fisica, ma presto tornerà al cento per cento. E l’impeccabile Quartararò alla prova del fuoco. 

Nico - Quartararo
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