MotoGP. Test in Qatar - L'Ing. Bernardelle: "Ecco come funziona l'holeshot Ducati"

MotoGP. Test in Qatar - L'Ing. Bernardelle: "Ecco come funziona l'holeshot Ducati"
Giovanni Zamagni
Il nostro ingegnere fa delle ipotesi sul nuovo “aggeggio” inventato da Gigi Dall’Igna per variare, in movimento, l’assetto della DesmosediciGP. Solo una gustosa anticipazione dell’analisi dettagliata che verrà fatta nella puntata di DopoGP dedicata ai test in Qatar
23 febbraio 2020

“Holeshot”: si è parlato soprattuto di questo a Losail, del sistema Ducati per variare, in movimento, l’assetto della moto. Un sistema che le moto di Borgo Panigale stanno usando dal 2019 in partenza e che è stato evoluto per consentire al pilota di intervenire anche durante la gara e non solo al via.

“Sto usando questo sistema dal GP Thailandia 2019", ha ammesso Jack Miller. "Non è facilissimo da utilizzare, ma dà dei vantaggi soprattutto in accelerazione, in uscita dalle curve”.

Adesso tutti i piloti ufficiali Ducati stanno usando questo sistema, azionato da due tasti posti sul semi manubrio di sinistra. Per regolamento, le sospensioni non possono essere controllate elettronicamente, quindi si è ipotizzato che si intervenga idraulicamente per bloccare l’ammortizzatore posteriore con un sistema simile a quello che viene usato nelle MTB.

Il nostro ingegnerone, Giulio Bernardelle, però, non è completamente convinto. In attesa di una spiegazione più dettagliata nel nostro DopoGP (online, come sempre martedì), ecco la sua analisi.

"Si possono fare solo delle ipotesi, perché il sistema non si è visto nella sua interezza. Per regolamento, non si possono controllare elettronicamente le sospensioni, ma credo che sia difficile bloccare l’ammortizzatore idraulicamente quando vai a 300 km/h in rettilineo…

Danilo Petrucci, Ducati Team
Danilo Petrucci, Ducati Team

 

Si può ipotizzare che ci sia un sistema posto tra telaio e ammortizzatore: concettualmente potrebbe essere ammesso, perché non interverrebbe direttamente sulla sospensione, ma permetterebbe di variare geometricamente il punto di attacco con il telaio.

I vantaggi: quando si va sul dritto, la moto si abbassa e, di conseguenza, il baricentro è più vicino all’asfalto. Questo garantisce un minore trasferimento di carico sul posteriore e, quindi, si attenua la tendenza della moto a impennarsi uscendo dalle curve.

Inoltre, per come è fatta una moto, abbassare di due/tre centimetri il posteriore, significa aumentare l’angolo di sterzo: la moto diventa più stabile".

Questa è solo una anticipazione: martedì, nella puntata di DopoGP dedicata ai test in Qatar, Giulio spiegherà ancora meglio, come solo lui sa fare, il funzionamento del nuovo marchingegno inventato dall’ingegnere Gigi Dall’Igna.