MotoGP, Team VR46: Alessio Salucci: “Vogliamo portare i nostri piloti in una squadra ufficiale”

Giovanni Zamagni
Presentata ufficialmente la nuova squadra VR46 per la MotoGP e per la Moto2. Rossi ha fatto gli onori di casa, ma è Uccio l’uomo operativo: “E’ l’evoluzione del progetto Moto3 iniziato nel 2014: abbiamo iniziato a lavorare sulla MotoGP a marzo 2021. Abbiamo grandi aspettative”
24 febbraio 2022

Fa un certo effetto: Valentino Rossi fa gli onori di casa, come è giusto che sia, ma non è più il protagonista principale. D’accordo, lui è il proprietario della squadra, senza di lui non ci sarebbe la VR46, non ci sarebbe questa squadra, non ci sarebbe tutto questo.

Ma Valentino non è più il protagonista assoluto. A me, dico la verità, fa effetto.

“Sono molto contento di essere arrivati fino a qui, partendo dalla Moto3: è come la chiusura di un cerchio. Adesso sarebbe bello iniziare un’alta storia importante in MotoGP. Con Mooney ci siamo conosciuti quest’inverno a Tavullia: ci siamo piaciuti subito. Adesso vedremo cosa dirà la pista” sono le poche parole pronunciate da Valentino, nella splendida cornice del teatro Rossini di Pesaro, per una presentazione sicuramente piacevole, in stile VR46.

Nel 2021, quando ancora faceva il pilota di moto, Rossi ripeteva di non essere coinvolto più di tanto nel progetto: naturalmente lo è, eccome, ma la sensazione - perlomeno la mia - è che nel 2022 sarà comunque più interessato alla sua carriera in auto, più che ai risultati della squadra

A quelli ci devono pensare i suoi uomini, dei quali si è sempre fidato ciecamente. Prima tra tutti, Alessio Salucci, Uccio, che da amico è cresciuto tanto fino a diventare “team director”, responsabile della squadra VR46.
Team che ha delle caratteristiche uniche all’interno del panorama Ducati: i piloti sono legati contrattualmente alla VR46 e non alla Casa di Borgo Panigale; i capi tecnici di Luca Marini e Marco Bezzecchi - rispettivamente David Munoz e Matteo Flamigni - sono uomini interni, non della Ducati.

“Sì, è una anomalia - conferma Uccio -: noi volevamo fare una squadra con la nostra gente. Sappiamo che forse abbiamo bisogno di un po’ di tempo per arrivare a un certo livello, ne abbiamo parlato anche con Gigi Dall’Igna: Ducati ci ha dato il massimo supporto, i nostri tecnici sono stati a lungo con i loro ingegneri, hanno imparato. Abbiamo deciso di fare così per rispetto dei nostri uomini, anche quelli della Moto2: è una scelta che sono convinto ci possa premiare”.

Per quanto riguarda i piloti, l’obiettivo è chiaro: “Noi dobbiamo supportare i nostri piloti per arrivare nella squadra ufficiale, Ducati o un altro team: questo deve essere il nostro lavoro con Luca e Marco”.

Uccio ha grande aspettativa in Marini. “Durante il 2020 abbiamo discusso a lungo se fosse il caso di continuare in Moto2 o passare in MotoGP. Alla fine abbiamo optato per il passaggio di categoria, anche se con una moto non aggiornata. Credo che sia stato giusto farlo, adesso ci torna indietro il lavoro fatto l’anno scorso: nei test è andato molto forte, sia nel giro secco sia nel passo con le gomme usate. L’obiettivo è stare costantemente nei dieci ed è realistico puntare al podio”.

Bezzecchi, chiaramente, deve imparare, mentre per quanto riguarda il futuro del team VR46 in MotoGP, Salucci ha le idee piuttosto chiare: “La priorità è sempre quella di far correre i piloti dell’Academy, ma non deve essere un limite: se in futuro non ci saranno nostri piloti pronti per il passaggio in MotoGP, non chiuderemo la squadra”.

Per quanto riguarda il rapporto con il nuovo sponsor Mooney, l’accordo per il momento è per il 2022 con una opzione per gli anni successivi.

Collaborazione che è estesa naturalmente anche alla Moto2, squadra nella quale debutta Luca Brivio come team manager: l’obiettivo è lottare per il titolo con Celestino Vietti e far crescere velocemente il debuttante Niccolò Antonelli.
Se sono “mooney”, scusate, se son rose, fioriranno…