MotoGP. Sandi: “Vi racconto Harada, Biaggi e Lorenzo”

Giovanni Zamagni
Oggi direttore tecnico del team Italtrans, Giovanni è un tecnico che ha vinto sei titoli mondiali piloti e molti altri costruttori. Ha grande stima di Bastianini (“Ha un talento smisurato, non lo deve sprecare”) e ci racconta, tra l’altro, com’erano Tetsuya, Max e Jorge
11 maggio 2020

Oggi, con Skype, vi porto a casa di Giovanni Sandi, direttore tecnico team Italtrans. Sandi è un tecnico di grandissima esperienza, che ha lavorato con grandissimi campioni, vincendo sette titoli con Tetsuya Harada (Yamaha 250, 1993); con Max Biaggi (Aprilia 250 1994, 1995, 1996 e Aprilia SBK); con Jorge Lorenzo (Aprilia 250, 2006 e 2007). Sandi parla di un sacco di argomenti, con giudizi sempre diretti e molto interessanti Ecco un estratto di quanto trovate nell’intervista video.

ENEA BASTIANINI
“Fin dalla prima volta che è salito sulla Moto2 ho capito che ha un talento come ce l’hanno in pochi: è stato veloce fin dal primo giorno, subito più rapido del suo compagno di squadra che guidava quella moto da più anni. C’è, c’era, qualche lacuna che stiamo cercando di smussare, ma lui è uno che può fare molto, molto bene. Può fare bene anche in MotoGP proprio per il talento che ha: adesso si sta allenando meglio, quello era il suo limite, ma può fare qualsiasi cosa. L’ho pensato da subito: speriamo non lo sprechi”.

LORENZO DALLA PORTA
“E’ un altro pilota forte: non diventi campione per caso. Ha qualche limite fisico per la Moto2: non abbiamo ancora trovato il modo per metterlo bene sulla moto, per sfruttare le sue qualità. Lorenzo ha braccia e gambe un po’ più corte e questo ci ha creato qualche difficoltà. Fa fatica a fare pressione sulle pedane, non è ancora centrato al 100% nella posizione di guida. Ma sono sicuro che il pilota è buono: può stare con i migliori”.

250/MOTO2
“La 250 era una moto da gran premio, la Moto2 è una moto da Trofeo… Non serve a niente: i piloti imparano perché c’è quella categoria, ma ci potrebbe essere una selezione migliore. Adesso ci sono 10 piloti in 2-3 decimi, con la 250 ce ne sarebbero 2, gli altri sarebbero a mezzo secondo. Per migliorare la Moto2, un tecnico può lavorare solo sui dettagli. Ma si riesce. Quest’anno, per esempio, bisogna trovare la messa a punto giusta per la nuova gomma. In 250 era tutta un’altra cosa, sotto tutti i punti di vista”.

TESTUSYA HARADA
“L’ho conosciuto in Giappone, quando ero stato alla Yamaha con PierFrancesco Chili, che passava dall’Aprilia alla Yamaha. Appena l’ho visto, mi sono accorto che guidava in modo superlativo. Era fortissimo. Al primo test a Jerez, pista a lui totalmente sconosciuta: al 26esimo giro ha fatto il primato della pista. Come pilota e come tecnica è stata tra i più forti in assoluto della 250, gli è mancata soltanto la grinta di un pilota europeo”.

MAX BIAGGI
“Si è tirato addosso un sacco di critiche, ma con me è sempre stato un gran signore, anche sotto l’aspetto economico. Era un pilota molto determinato, cresciuto molto nel corso degli anni. A differenza di Harada, non aveva nessuna conoscenza tecnica e di messa a punto: questo bagaglio se l’è costruito con la sua caparbietà in pista. Perché non ha vinto il mondiale della 500? Perché non c’ero io al suo fianco… Io e lui abbiamo fatto crescere l’Aprilia SBK in maniera incredibile: in due anni abbiamo vinto il mondiale. Sapeva quello che voleva, come far crescere la moto. Lui e Rossi non erano ad armi pari in quel periodo: Valentino è arrivato in 500 con una moto e una squadra super”.

JORGE LORENZO
“Non mi aspettavo che facesse così fatica con la Honda. Aveva fatto fatica anche con la Ducati, facendo poi la differenza quando si è trovato a suo agio, dopo qualche lavoro ritenuto magari inutile: piloti di quel livello hanno bisogno anche di psicologia, di supporto al di fuori della tecnica. Con la Honda ha avuto subito qualche problema, non è stato messo in condizione per rendere al massimo sia psicologicamente sia tecnicamente. Ci credevo: magari non sarebbe riuscito a battere Marquez in campionato, ma poteva battere Marc in qualche occasione. E quando dai qualche stoccata al compagno di squadra, può cambiare tutto. Ero convinto che si sarebbe adattato: in Aprilia 250 era bravo a fare questo, modificava il suo stile a seconda delle circostanze. Ma sulla Honda l’ho visto male, una moto troppo bassa per lui, non poteva nemmeno piegare…”.

MARC MARQUEZ E VALENTINO ROSSI
“E’ uno tosto, sempre al 100%: un po’ come era Rossi in passato. Sono convinto che Valentino possa ancora vincere qualche gara”.

Hot now