MotoGP. Battistella: “Non cambiano gli accordi tra Case e piloti”

Giovanni Zamagni
Gare annullate o posticipate: cosa accadrebbe a livello contrattuale se il campionato MotoGP non venisse disputato? Ce lo spiega da Londra Simone Battistella, manager, tra gli altri, di Andrea Dovizioso. “Situazione nuova, ma i contratti dei piloti sono l’ultimo dei problemi”
13 marzo 2020

Simone Battistella, manager di diversi piloti, tra i quali Andrea Dovizioso, vive a Londra: ecco com’è la situazione “Coronavirus” in Gran Bretagna.
“Qui sembra che tutto proceda normalmente: le scuole continuano, le partite si disputano a porte aperte. O sanno qualcosa che noi non sappiamo, su come affrontare l’emergenza, oppure la possibilità di divulgazione è altissima. Temo che dalla prossima settimana accadrà qualcosa anche qui”.

Simone, proviamo a parlare di moto e di contratti. Partiamo da una considerazione generale: cosa accade se un pilota si infortuna ed è costretto a saltare delle gare?
“Se un pilota si infortuna, normalmente, c’è una franchigia di gare che la squadra o gli sponsor paga ai piloti. Oltre a quel numero, se un pilota salta più GP, smettono di pagare. Solitamente i piloti si coprono con assicurazioni per questi rischi”.

Veniamo al caso attuale: per il momento non si disputa il Motomondiale; se le gare dovessero essere ridotte o, alla peggio, il campionato annullato, un pilota percepirebbe ugualmente i soldi dell’ingaggio?
“Non è mai successa una cosa del genere, ma i contratti tra piloti e squadre non cambiano se vengono aggiunte o tolte delle gare. Se si dovessero disputare 10 GP, per fare un esempio, o nemmeno uno, teoricamente non cambia nulla, perché, in questo caso, non c’è responsabilità da parte del pilota. E’ chiaro, però, che sarebbe un danno enorme per il campionato, per i diritti TV, per gli sponsor, per tanti fattori. Il rapporto tra pilota e squadra sarebbe il problema minore”.

Questa situazione cambia qualcosa per i contratti futuri?
“Al momento non cambia nulla per i contratti del 2021: ci sono dei piloti, come Dovizioso, che vogliono vedere come si comportano le moto prima di decidere. E viceversa: anche delle Case vogliono aspettare prima di firmare per le prossime stagioni. Certo, se si dovesse arrivare a maggio o giugno senza correre, si riprenderanno i contatti. Ma al momento non è un problema: una volta si decideva a settembre, aspettare non fa male. Yamaha e Honda hanno anticipato i tempi, ma non è la regola”.

Cosa pensi delle mosse Yamaha?
“Yamaha non mi ha sorpreso per quello che ha fatto: nel 2019 Vinales e Quartararo hanno dimostrato di avere bene in mano la moto. Nel momento in cui Ducati si è mossa per quei piloti, la Yamaha ha accelerato i tempi, ma era già intenzionata al rinnovo”.

Dovizioso, adesso, è in una posizione di forza con Ducati?
“Non sono in posizione di forza, per il semplice fatto che Andrea vuole prenderla con molta calma e vedere come si evolve la situazione”.