Giacomo Agostini: “Qui a Bergamo la situazione è drammatica, ma se ci impegniamo tutti…"

Giacomo Agostini: “Qui a Bergamo la situazione è drammatica, ma se ci impegniamo tutti…"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
In tre settimane ne possiamo uscire. Così un preoccupatissimo Ago al telefono dalla zona più colpita in Italia: la provincia di Bergamo. La MotoGP? Adesso le priorità sono ben altre, e otto gare potrebbero benissimo bastare
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
13 marzo 2020

La situazione nella provincia di Bergamo è molto seria, una delle più difficili in una regione, come la Lombardia, che pure in Italia è la più colpita dall’infezione del Covid-19.

Giacomo Agostini è molto preoccupato, lo raggiungiamo al telefono e ci conferma che sì, in questi giorni non si è mosso da casa a Bergamo città.

“Siamo tutti molto preoccupati, naturalmente  - ci conferma Ago - e ho appena parlato con un primario di qui, un mio amico: è disperato, non c’è posto per i malati, non ci sono i medici per curarli, cinquanta decessi soltanto ieri. Lo sai dove mettono i morti? Nella camere mortuarie non c’è più spazio, li portano in chiesa”.

La famiglia Agostini è solo per tre quarti a Bergamo, ma Giacomino, il secondogenito, era volato a Jerez de la Frontera a trovare i nonni materni, i genitori di Maria, e lì è rimasto. Jac voleva rientrare, poi si è pensato di raggiungerlo in Andalusia tutti insieme, alla fine sono sopraggiunti i divieti. “Qui sembra di essere in guerra”, sintetizza Giacomo anche se della guerra ha pochi ricordi essendo nato nel giugno del ’42. E soltanto negli ultimi giorni la gente sembra essersene accorta, aggiunge.

Il quindici volte campione del mondo ce l’ha con chi sottovaluta il problema, certi virologi o un critico d’arte famoso, e con quelli che fino a domenica scorsa erano in coda, ammassati, davanti alla gelateria di Bergamo Alta.

“Però anche il nostro sindaco, Giorgio Gori, lo ammette: fino a una settimana fa non era immaginabile un disastro di queste proporzioni. Io sono preoccupatissimo, se uno si ammala qui non ci sono i mezzi per curarlo. Eppure resto ottimista, voltare pagina si può, se tutti facciamo i sacrifici necessari allora ne possiamo uscire. Hai visto Hamilton cosa ha detto ieri? Che la F1 è andata fino in Australia soltanto per inseguire i soldi, una follia…”.

E a proposito come valuta, Agostini, le rassicurazioni di Carmelo Ezpeleta sul campionato che comunque, non si sa bene come, si proverà a correre almeno su tredici prove?

Che ne basterebbero otto, come facevamo noi una volta. Adesso le priorità sono altre. Ormai anche gli altri Paesi europei hanno capito che l’onda del virus sommergerà anche loro, ma se tutti ci diamo da fare, se stiamo in casa e seguiamo le regole, qui in Italia in tre settimane il virus lo facciamo fuori!”.