MotoGP. Andrea Iannone: "Mi hanno rubato la vita, ma non mollo" [VIDEO]

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Le sue parole, a due giorni dalla sentenza sulla sospensione per doping che deciderà il suo destino professionale
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13 ottobre 2020

Giacca chiara a quadri, look più serioso del solito, ma curatissimo come al solito. E anche stesse frasi del solito: Andrea Iannone nella conferenza stampa convocata questa mattina non ha detto nulla di nuovo.

Le sue dichiarazioni hanno riguardato, infatti, solo le sue sensazioni alla vigilia dell’importante sentenza attesa per il prossimo 15 ottobre, quando i magistrati competenti saranno chiamati a pronunciarsi sul ricorso per l’annullamento o la riduzione della squalifica per il presunto caso di doping che lo ha travolto ormai diversi mesi fa.

“Sono stati mesi durissimi - ha detto - mesi in cui ho pensato davvero di tutto. Devo ringraziare tutte quelle persone che mi hanno proposto di fare altro, ma ho sempre rifiutato perché le corse in moto sono la mia vita. Lo faccio praticamente da quando sono nato e non intendo fare altro”. Concetto già noto e volontà già espressa, per il pilota di Vasto, che ha poi aggiunto: “In questo periodo sono molto maturato, ho imparato a non arrabbiarmi per le cose che non contano veramente. Non è facile vivere lontano da ciò che si ama”. E ciò che lui ama, nello specifico, si chiama Aprilia RS-GP20. “Una moto che a mio avviso, per quello che ho potuto vedere senza guidarla mai - ha spiegato - ha un grande potenziale. Sono convinto che quest’anno avrei potuto fare bene in questo strano mondiale. E sono anche convinto che avrei potuto aiutare Aprilia a crescere ancora”.

Nessun cenno, dunque, alla possibilità che a Noale arrivi Andrea Dovizioso e ancora meno al fatto che per Iannone possa non esserci più posto neanche in caso di sentenza a lui favorevole. Quel posto lo considera suo ed è certo che nessuno può toccarglielo. Una certezza che, evidentemente, gli arriva da Aprilia. “Con Massimo Rivola - ha proseguito - ho un rapporto straordinario, ma con tutta Aprilia in genere. Mi hanno aspettato e stanno aspettando, facendomi sempre sentire il loro supporto. Spero di poterli ripagare quanto prima. Come pilota mi sento in forma, mi alleno moltissimo e fisicamente non sono mai stato così bene, ma il problema enorme è che dal giorno della squalifica non ho più potuto correre con una moto in pista. Mi hanno tolto il pezzo più importante della mia vita”.