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Due cadute, ma anche secondo nella sprint, primo in gara, secondo nel mondiale: il pilota “invisibile”, di cui si parla troppo poco, fa un’impresa che nel 2024 non era riuscita nemmeno al fratello Marc: il titolo, solo onorifico, di vice campione del mondo è molto significativo. Tanta roba.
Qualcuno dice che non è un campione, che è sopravvalutato, che non ha ancora vinto nemmeno una gara in MotoGP. Sì, ciao pep, questo è fortissimo e fa cose incredibili. Merita solo applausi per come guida, per come frena, per come supera, per come si pone a fine gara. Entusiasmante.
Cade moltissimo - già 21 da inizio campionato, una anche nella sprint -, però ottiene un podio di grande valore. E’ uno che sa come si guida, ma, a volte, perde un po’ di lucidità. Però quando arriva al traguardo è quasi sempre il miglior pilota Honda. Podio meritato.
Pole position, sprint, una grande gara nonostante la scelta sbagliata della gomma anteriore (media invece di soffice): sembrava quello di Motegi. A conferma che se sente la moto, può vincere e giocarsela con chiunque. Poi, quando deve andare male, va male, ma il suo l’ha fatto alla grande. Anche nel prendere posizione su quanto successo in Moto3. Uomo e pilota vero.
Torna a casa con due quarti posti un po’ fortunosi - nella sprint per la penalizzazione a Fermin Aldeguer (voto 6) in gara per il ritiro tecnico di Pecco Bagnaia, ma fa anche vedere la solidità persa nelle ultime gare. In definitiva: una buona Malesia.
E’ un po’ infastidito per una situazione tecnica che sperava decisamente migliore, fuori dalla pista sembra poco motivato, ma quando mette il casco, ciao, non ce n’è più per nessuno: fa una grandissima differenza. Questa volta, non solo nel giro secco. Applausi.
E’ sempre sull’altalena: un GP bene, un GP male, un GP bene, un GP male… Non è l’unico, per carità, ma in questo caso “mal comune non è mezzo gaudio”. Bisogna rivedere qualcosa.
In gara ci mette sempre una pezza e anche domenica ha recuperato un sacco di posizioni, ma la qualifica è troppo al di sotto delle sue e delle possibilità della moto. Dimostra di avere potenziale, ma bisogna sfruttarlo. Complicato.
Fino a sabato mattina era tra i migliori in assoluto, con un passo per giocarsi il podio. Poi, però, ha sbagliato la qualifica, non è riuscito a entrare in Q2 e il suo GP, di fatto, è finito lì. Occasione sprecata.
Dopo tante ottime prestazioni, un fine settimana da dimenticare, superato in gara anche da Ai Ogura (voto6,5, segnali di ripresa). Solitamente fa la differenza, questa volta non c’è riuscito. Può capitare.
Super competitiva, senza particolari difetti.
Con Bagnaia super competitiva, meno con Di Giannantonio. Comunque di alto livello.
San Pedro ci mette una bella pezza, ma anche la rimonta di Bastianini e le prestazioni di Espargaro (voto 7) dicono che ci sono delle qualità.
E’ la Casa che ha sicuramente fatto più progressi durante l’anno. Sta andando così bene, che rischia di cambiare categoria per le concessioni 2026.
Come per la KTM, anche in Yamaha c’è un pilota che fa una differenza mostruosa e maschera un po’ i problemi della moto.
Questa volta è la peggiore Casa al traguardo: una fermata da arresto per certi versi prevedibile - su questa pista ha sempre faticato - ma che fa un po’ male.