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C'è un momento, quando si toglie il casco, dove prima ancora di esserci il pilota c'è un ragazzo che sta vivendo un sogno. La vittoria è sfuggita a Marco Bezzecchi, ma sul podio di Misano ha vissuto una vera domenica da re dopo il successo nella Sprint di ieri, tra le grida della folla e i fumogeni rossi.
La performance è stata molto buona, conferma che state crescendo per giocare per la vittoria...
"Sì, stiamo crescendo. È vero anche però che in gara, rispetto un po' alle prove, soffriamo leggermente di più. Questo ci deve servire per cercare di lavorare, per cercare di migliorarci. Non basta mai, purtroppo. Però alla fine sono contento, perché è stata una gara veramente fantastica dove, nonostante ho fatto 27 giri completamente al limite rischiando di cadere, sono riuscito a sentirmi bene con la moto, a godere mentre guidavo e quindi sono contento"
Nel retropodio hai detto che mentre guidavi eri da un'altra parte.Quando è l'ultima volta che hai provato un sentimento del genere?
"Diciamo che quando corri in casa, o comunque quando per la prima volta, almeno come è successo a me, ti trovi in una situazione del genere, forse ti devi un po' trasportare da un'altra parte, magari essere anche un po' più testa di 'cavolo'. Però purtroppo devi far finta che sia una gara come un'altra e quindi ho cercato di autoconvincermi da solo di essere da un'altra parte"
È stata una gara bellissima vista da fuori con un'enorme attenzione. La riguarderai? Se sì,ti capiterà di dire 'cavolo, lì ci potevo provare'?
"La riguarderò 20-30 volte, come faccio sempre in tutte le gare. Sicuramente dirò un sacco di madonne. Ma quello succede sempre, non solo stavolta"
Dov'era il settore in cui soffrivi maggiormente e dove hai visto la Ducati più consistente?
"Che è la stessa roba. In realtà nel T3 ero abbastanza veloce nonostante che la mia moto si muovesse parecchio. Però nel T1, T2 loro erano...cioè lui era un po' più a posto. A me sembra che più che altro che sia un po' più a posto quando gli cala la gomma. Però dai, non c'è male"
Con questo Gran Premio la Ducati è tornata a prendersi tutte le prime posizioni: ci sei solo te a rompere questo trenino. È una soddisfazione, però è anche una dimostrazione che forse stai andando sulla strada giusta per costruirti con la moto di Noale come un contenente per il titolo?
"Guarda, non saprei. Alla fine questo weekend è stato un weekend fantastico per noi dove le prestazioni sono state veramente buone. Questo è innegabile. Se sono riuscito a battagliare con loro e anche batterli vuol dire che comunque abbiamo fatto un grande lavoro. È vero anche che però sulla distanza gara vera, quindi il doppio della Sprint, ancora purtroppo non ci basta, nonostante il grande lavoro. Quindi questo significa che non dobbiamo mollare, non dobbiamo fare troppi paragoni, non dobbiamo guardarci troppo intorno. Cioè ce ne dobbiamo sbattere, lavorare su di noi e cercare di migliorarci sempre di più finché... mai, perché non basterà mai"
Sei a otto punti dal terzo posto del mondiale. Questo era un obiettivo che quando è iniziato questa avventura con l'Aprilia ti prefissavi? È quasi una sorpresa?
"No, onestamente non ci ho pensato, non ci ho pensato neanche adesso. Di base non è che mi interessi tanto ancora, anche perché in sei gare, in realtà dodici, fai in tempo a finire ottavo, nono, alla fine è inutile. Bisogna concentrarsi su noi stessi e continuare a crederci. Stiamo vivendo un bel momento, questo è innegabile, però è un attimo tornare giù. Guarda me a Barcellona, venivo da tre podi di fila, mi hanno steso tutte e due le gare, ho fatto zero punti, quindi bisogna non soffermarsi troppo su queste cose, ma lavorare. Poi magari le ultime due, tre gare, lì ci possiamo pensare di più, ma adesso non è il momento"
Com'è stare sul podio a casa tua, con tutto il circuito che canta il tuo nome e tu che gli lanci gli stivali?
"Sono quelle cose che è anche difficile raccontarle, ti dico la verità. Chiaramente dirti è una figata, è bello, sarebbe scontato, ma anche non abbastanza. Mi sono emozionato, devo essere sincero, io tendo a nascondere parecchie emozioni, soprattutto in momenti di fragilità, perché sei sempre in mezzo alle lame, di base. Però vedere tutta la gente così contenta, nonostante che io purtroppo non sono riuscito a vincere. Urlare il mio nome, le mie bandiere, le mie maglie, cioè quando mi muovevo io facevano i matti, quello è stato bello e credo impagabile, sicuramente una delle emozioni più belle di sempre"
Ma vedi cambiata questa cosa da quando sei in Aprilia?
"In realtà no, nel senso che fortunatamente io ho avuto sempre dei buonissimi tifosi, ho sempre ricevuto tanto supporto. È chiaro che negli anni, soprattutto dalla MotoGP in poi, quando magari fai dei bei risultati. La MotoGP alla fine è una piattaforma vista da molta più gente piuttosto che la Moto2. Alla fine se vinci in Moto2 sei un grande lo stesso, il numero uno, ma in MotoGP magari sei visto da più persone e quindi è cresciuta di più dal mio arrivo in MotoGP. È chiaro che non è comparabile magari con Marc o con Pecco ancora, però comunque da giusto"