MotoGP 2022. Dopo 15 vittorie in MotoGP Andrea Dovizioso dice basta: "Nel 2023 non ci sarò"

MotoGP 2022. Dopo 15 vittorie in MotoGP Andrea Dovizioso dice basta: "Nel 2023 non ci sarò"
Il pilota forlivese ha confermato quanto già era nell'aria: "Non sono competitivo, non ho mai cercato una sella per il 2023"
13 luglio 2022

Tre volte vicecampione del mondo, 15 vittorie in MotoGP, un titolo mondiale in 125. Per Andrea Dovizioso a 36 anni è arrivato il momento di dire basta. La notizia era già praticamente certa ma ora è ufficiale.

Il pilota di Forlì ha rilasciato un’intervista al canale della MotoGP in cui ha detto ciò che tutti, alla luce dei risultati di quest’anno, sapevamo: “Non correrò di sicuro nel 2023. Ho sempre detto che se non fossi stato competitivo non avrei voluto essere qui. Quindi non c'è motivo di continuare, soprattutto dopo 20 anni. Non ho mai cercato di trovare una sella per il prossimo anno”.

Dovizioso ha esordito in MotoGP nel 2008, dopo essere stato due volte vicecampione del mondo anche della 250. Sul ritiro a fine anno ha aggiunto: “Sono completamente rilassato al riguardo. Ho già fatto sei mesi senza gare l'anno scorso quindi ho già provato il ritiro”.

In totale Dovi ha vinto 24 Gran Premi, i 15 in MotoGP sono stati vinti uno con Honda e 14 con Ducati. I podi totali sono stati 103 (62 in MotoGP con tre moto: Honda, Yamaha e Ducati).

Sull’attuale e disastrosa stagione ha detto: “Non voglio finire la stagione in questo modo perché non è bello non essere competitivi. Se non guidi come Fabio Quartararo è molto difficile essere competitivi con la Yamaha. Se Fabio vince un motivo c'è. Ciò significa che c'è la possibilità di essere veloci”.

Quest’anno il classe 1986 è solo 22esimo in classifica e come miglior piazzamento ha un 11esimo posto ottenuto a Portimao.

Dovizioso è tornato in Yamaha perché voleva riprovare le piacevoli sensazioni del 2012 quando, su una moto clienti, si trovò benissimo e fu competitivo: "La M1 è una moto molto buona in frenata e percorrenza e ti consente di curvare molto bene, ma fatica in altri aspetti e se non guidi come Fabio Quartararo è difficile essere competitivi: se lui vince, vuol dire che puoi essere veloce, ma se gli altri piloti si lamentano, significa che non ci sono molti modi per essere competitivi”

Nel dettaglio: “Io e Morbidelli guidiamo con stili molto diversi perché lui sta molto piegato e non frena forte, al contrario di me, ma i nostri risultati sono simili. Tutte le moto giapponesi stanno faticando in questo momento, magari vincono il titolo, ma sono veloci solo con un solo pilota, quindi vuol dire che la base della moto è un po' difficile e particolare: è successo alla Honda prima e alla Yamaha adesso".