MotoGP 2021. Andrea Dovizioso: “Rischi più alti dei benefici”

MotoGP 2021. Andrea Dovizioso: “Rischi più alti dei benefici”
Giovanni Zamagni
Andrea spiega i motivi della sua scelta. “Stavo bene a casa, ma è dal 2012 che sogno di poter guidare una Yamaha ufficiale: so che sarà molto complicato, ma non potevo dire di no. Questi GP servono per preparare il 2022, quando proverò a vincere il titolo”
16 settembre 2021

Andrea, avevi detto che ti prendevi un anno di pausa, ma che avresti voluto continuare a correre: eccoti qua. 

“Alla fine del 2020, nella mia testa non ero preoccupato del mio futuro, perché avevo le idee chiare su quello che volevo fare. E’ successo, se non fosse accaduto non sarei tornato più in MotoGP. Sono stato bene a casa, ma adesso sono qui. Non è il massimo iniziare senza test, dopo otto anni con un’altra moto. Prendo queste cinque gare come preparazione per la prossima stagione”.

 

Perché non hai accettato l’offerta dell’Aprilia?

“Sono stato molto contento di poter effettuare dei test con Aprilia, è stato positivo per entrambi: ho avuto la possibilità di guidare una MotoGP e ho potuto dare delle indicazioni ad Aprilia, in un clima molto piacevole e sereno. Ma io sapevo cosa volvevo, qualcosa di impossibile a inizio della stagione, ma che adesso è diventato possibile”

 

Sei sorpreso da quanto accaduto tra Vinales e la Yamaha?

“Tutti sono stati sorpresi, ma nessuno sa nei dettagli cosa sia successo. Sicuramente non ti aspetti che un contratto possa essere rotto durante la stagione: come tutti, sono rimasto sorpreso”.

 

Quali sono le aspettative?

“Non posso sapere quanto è competitiva la mia moto per le prossime cinque gare, ma non sono preoccupato per questo, non devo lottare per campionato o per qualche risultato. Il nostro obiettivo era avere una M1 ufficiale per il 2022 con il supporto diretto della Yamaha e l’abbiamo raggiunto. Sicuramente sarà una moto da guidare in maniera molto differente dalla precedente: ci vorrà tempo per trovare la giusta posizione in sella, poi quando l’avremo trovata si potrà cominciare a spingere. La MotoGP è molto complicata adesso, sono tutti molto vicini, ma per il momento non sono preoccupato per questo”.

 

Credi di trovare una MotoGP molto differente rispetto a quella che hai lasciato?

“Non ho una risposta chiara, voglio capire quando sarò in pista e guiderò la moto. Dal 2020 è cambiata molto la MotoGP, soprattutto per la gomma posteriore, ma non so quanto incida questo’anno. Ed è arrivata una nuova generazione di piloti, i giovani iniziano subito con grande velocità, con uno stile di guida differente: frenano meno la la moto, la fanno correre di più, non so se è qualcosa che viene dalla Moto2. Ma non so bene quanto incide la moto in tutto questo: nel 2020 io ho faticato tanto dal primo test fino all’ultima gare a trovare il modo per essere veloce con le gomme. Ma questa moto è molto differente”.

 

Hai parlato con Cal Crutchlow?

“Tutti conosciamo Cal, gli ho parlato per un’ora ad Aragon, ma è complicato farlo con lui, capire veramente i dettagli di una moto. Mi ha spiegato le differenze tra la M1 2019 e 2021: in questo momento non è il mio problema principale, il mio cambiamento è più grande di quello della moto. Teoricamente il motore è più lento, questo non sarà facile, ma soprattutto sono molto differenti le dimensioni, bisognerà lavorare un po’ prima di trovare la giusta posizione”.

Hai mai avuti dubbi sul ritorno?

“Sì, perché stavo bene a casa, potevo dedicarmi alla mia passione, ero molto più rilassato: la mia ragazza (Alessandra, NDA) me l’ha detto chiaramente. All’inizio quando la porta si è aperta ho pensato sul da farsi, ma non potevo dire di no. Alla fine del 2012, il mio sogno era andare in un team ufficiale Yamaha, ma non era stato possibile. Realizzarlo adesso è per me bellissimo: da pilota hai una tua idea, era qualcosa che volevo fare. Sono più alti i rischi di fallire delle possibilità di riuscire, ma lo volevo fare, volevo mettermi alla prova con un’altra moto. Prendo il rischio, anche se la situazione in Yamaha è molto strana: c’è un pilota che fa una grande differenza, mentre gli altri faticano“

 

L’obiettivo è battere Valentino?

“Non posso pensare solo a Valentino, sono tutti molto veloci, la posizione in questo momento non è il problema principale: bisogna cercare di avere un buon feeling, capire bene la moto e migliorarla turno dopo turno”.

 

Che effetto ti fa essere in un team satellite con Rossi al tuo fianco?

“Essere suo compagno di squadra è qualcosa di speciale, non solo perché lui ha vinto tanti titoli, ma perché come tutti sanno è una persona speciale, non solo un campione. E’ carismatico: sono contento di essere suo compagno di squadra. Non è il momento migliore per entrambi, io parto da zero, non credo si possa lottare per la vittoria… E’ strano, ma molto speciale. Valentino è Valentino, ci siamo sempre incrociati, purtroppo non ci siamo mai giocati un campionato io e lui, perché gli anni che ha vinto lui io facevo terzo o quarto, quando me la giocavo io era lui finire terzo o quarto. Peccato. Purtroppo in queste cinque gare non ci giochiamo qualcosa di importante, lui si gode le ultime gare”

 

Ti aspetti una moto molto differente da quella che hai guidato nel 2012?

“Non lo so, ma credo che l’approccio dei giapponesi sia differente da quello degli europei, loro non cambiano tanto le loro moto. Ma non lo posso sapere”.

 

Avrai Forcada a tuo fianco anche nel 2022?

“Il team di quest’anno sarà lo stesso del 2022: tutti parlano molto bene di Ramon, è uno che ha vinto dei mondiali, ha tanta esperienza con questa moto. Per me è una situazione perfetta”.

Torniamo all’Aprilia, che ti ha corteggiato a lungo...

“Avevo deciso di non correre nel 2021, per questo sono stato a casa. Massimo Rivola è un’ottima persona, ha fatto tanta pressione perché io provassi la moto: ci è riuscito ed è stata una buona idea. Anche il mio manager (Simone Battistella, NDA) ha spinto ed è stato positivo per entrambi. Ma ho subito detto che non volevo corree con Aprilia in MotoGP, non era la soluzione che volevo. L’Aprilia è molto competitiva, quando l’ho provata ho detto ai tecnici che la base è molto buona e che lavorando sui dettagli si potevano fare podio e vittoria. Aleix sta andando molto forte, ma io volevo qualcos’altro”.

 

Cosa ti ha sorpreso di più in questo campionato?

“Non mi aspettavo così tanto da Quatararo: nel 2020 aveva faticato, invece ha fatto un passo in avanti pazzesco. Nonostante perda tanto in rettilineo, è riuscito a vincere della gare da solo, superando gli avversari e andando via. Non me lo aspettavo così. Anche Martin mi ha stupito: tutti sapevamo della sua velocità, ma essere subito così efficace e tornare così forte dopo l’incidente di Portimao è qualcosa di importante. Mi aspettavo invece di più dai due piloti Suzuki, ma non so quale sia la reale situazione”.

 

Puoi fare un paragone a livello emotivo del tuo debutto in MotoGP con la Honda nel 2008 e questo nuovo debutto?

“La differenza è grande: quando sei giovani sogni tanto, credi di poter vincere 20 titoli. È differente, ma come sempre a essere vecchio ci sono anche degli aspetti positivi. Fortunatamente ho fatto buoni risultati nella mia carriera, specie negli ultimi 4 anni, adesso l’approccio è un po’ differente”.

 

Hai lottato tanto con Marquez, cosa pensi di lui?

“E’ difficile analizzare Marc e la situazione Honda da fuori: la mia impressione è che sia messo veramente male fisicamente. Honda non ha una buona situazione in questo momento: Marc dimostra che è possibile lottare per la vittoria, ma quello che sta facendo è qualcosa di pazzesco”.

 

Più difficile, o se preferisci più facile, la tua sfida o quella di Vinales?

“Il cambiamento può essere simile, ma fa troppo differenza fare un test prima della gara: teoricamente qui può fare meglio lui. Poi vediamo nelle ultime gare. Maverick è molto particolare, è uno dei più forti della MotoGP, a livello di potenziale fa paura, ma si deve creare la condizione giusta”

 

Quanto e cosa ti è mancato della MotoGP?

“E’ il mio mondo, ci ho vissuto 20 anni, è un mondo speciale, devo solo dire grazie di poter essere stato qui. Ma quando finisci l’anno male, come è successo a me nel 2022, tutto viene influenzato. Non mi sono perso una gara, ho guardato tutto, perché mi piace molto la tecnica, lo sport: magari non seguivo in diretta, ma guardavo tutto. Diciamo che la MotoGP mi è mancata fino a un certo punto. Mi manca l’adrenalina e stare davanti., ma quello che facevo mi dava tanta adrenalina”.

 

Cosa pensi di Bagnaia, ti rivedi un po’ in lui?

“Pecco domenica ha fatto una gara spettacolare: ha fatto il passo, ha lavorato bene, ha guidato da Dio, ha fatto un passo esagerato, è stato veramente bravo. La carta vincente è stato rimanere tranquillo alla fine: Marquez non ne aveva per giocarsela, stava facendo i miracoli. Pecco è stato molto bravo, ha usato la testa, non si è dovuto inventare niente. Aveva una staccata pazzesca, ha messo in crisi Marc. Sì, un po’ mi ci rivedo in lui”.

 

Sei tornato anche per provare a conquistare il titolo 2022?

“Siamo qui per questo, non per altro. Questo non significa che il prossimo anno mi gioco il titolo al 100%, ma si è aperta questa porta e l’abbiamo presa. Non ho mai corso, e non lo farò mai, tanto per esserci. Non mi diverto, non mi sono divertito quando non me la sono giocata. Quindi l’obiettivo deve essere quello”.

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