MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Assieme a Ducati abbiamo fatto cose strepitose”

MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Assieme a Ducati abbiamo fatto cose strepitose”
Giovanni Zamagni
Alla penultima gara con la DesmsoediciGP, è tempo di qualche bilancio: “Si potevano vivere meglio certe situazioni, ma certe emozioni e vittorie sono indimenticabili”. Sulla gara: “Partendo 17esimo, nella MotoGP di oggi non puoi fare granché: peccato, perché il potenziale c’era”
15 novembre 2020

Considerando da dove partiva, non è nemmeno un brutto risultato. Ma è chiaro che da uno come Andrea Dovizioso è lecito aspettarsi di più.

“In queste due gare, il mio feeling con la moto è migliorata: anche oggi non siamo andati male, ma se parti 17esimo, purtroppo nella MotoGP di oggi non si può recuperare più di tanto. E’ un peccato, perché Miller ha dimostrato il potenziale e la realtà della Ducati su questa pista. Inoltre, dall’ottavo giro è successo qualcosa nella parte bassa della forcella, non so spiegarlo bene: il risultato è come se si fosse girato il semi manubrio sinistro - ma non è stato un errore dei tecnici -, come se si fosse aperto un po’ di più. E’ un limite che Ducati deve sistemare per il futuro, accade, a volte, quando l’anteriore torna sull’asfalto dopo una impennata. Purtroppo, così, non potevo usare più perfettamente il freno posteriore a pollice: fortunatamente, la situazione non è peggiorata, come temevo, e questo mi ha permesso di finire la gara in una maniera accettabile. E’ un peccato, però, aver perso punti importanti per il campionato: siamo in sette a giocarci dalla seconda all’ottava posizione. Spero di essere competitivo a Portimao, sarebbe bello finire nei primi tre. Ma non sarà semplice”.

 

Sta arrivando il momento di fare un bilancio di questi anni in Ducati.

“Naturalmente si è condizionati da cosa succede nell’ultimo anno e da come si finisce, ma i risultati ottenuti insieme sono stati strepitosi, abbiamo fatto cose pazzesche e bellissime. Certe vittorie sono state molto emozionanti e indimenticabili. Sicuramente, si potevano vivere meglio certi momenti”.

 

Qual è stata la tua stagione più bella?

“A livello di risultati, sicuramente il 2017: la moto non era così competitiva, ma è stato possibile lottare per il campionato. Nel 2018, invece, abbiamo avuto la migliore situazione tecnica, eravamo molto competitivi. Purtroppo due errori importanti in due gare mi hanno impedito di giocarmela fino in fondo e quell’anno, Marquez è stato fortissimo, ha fatto la differenza”.

 

Ti ha sorpreso la vittoria del titolo di Mir?

“Non posso essere sorpreso. Certo, questo è stato un anno particolare, ma non è per questo che ha vinto: sicuramente la situazione ha influenzato, ma lui ha vinto meritatamente. Mir ha un talento incredibile e la Suzuki ha confermato che si può vincere anche lavorando su alcuni aspetti “banali”, passatemi il termine. La Suzuki è la moto più semplice in pista, ma lavorando su alcune cose si può fare la differenza”.

 

Se ti dicessero: ti facciamo un regalo, scegli una moto per correre l’ultima gara; Ducati a parte, quale sceglieresti?

“Sono il primo ad ammettere che non è così scontato che le moto che vincono sono anche le migliori, ma è normale che un pilota voglia sempre provare la moto campione del mondo. Solo provandola puoi capire certi aspetti e anche renderti conto quanto sono forti i piloti che l’hanno guidata”.