MotoGP 2018. Lorenzo: "Ci ho provato, è andata male"

MotoGP 2018. Lorenzo: "Ci ho provato, è andata male"
Giovanni Zamagni
Il pilota della Ducati spiega la caduta al 26esimo giro: “Ero al limite, ma mi ero avvicinato a Dovi: ho spinto sia per provare a vincere sia per difendermi da un eventuale attacco di Marquez. Purtroppo è bastato arrivare 1 km/h più forte per perdere il controllo”
9 settembre 2018

MISANO ADRIATICO – E’ stato in testa per cinque giri, poi ha difeso il secondo posto dagli attacchi di Marc Marquez, ha provato a riportarsi sotto ad Andrea Dovizioso; poi, però, ha perso il controllo della sua Ducati ed è finito a terra. Peccato, ma Jorge Lorenzo è comunque stato uno dei grandi protagonisti di questo GP (leggi l'articolo).


«Credo che la chiave delle mie difficoltà sia stata l’impossibilità di usare la gomma morbida. Con la media non potevo forzare in frenata e quando Dovi mi ha superato ho cercato soprattutto di mantenere la calma. Ho fatto un errore e Marquez mi ha passato (al 14esimo giro, NDA), poi io e lui abbiamo lottato per un po’ di giri perdendo troppo da Dovizioso».

 

Poi, però, hai recuperato un secondo e al 24esimo giro eri a 1”3: sei caduto perché volevi vincere o per difenderti da Marquez?

«Entrambe le cose. Ho spinto per prendere Dovizioso, ma anche per difendermi da Marquez: anche se andavo forte, lui era sempre lì. A 5 giri dalla fine il distacco era grande, poi mi sono avvicinato e ho continuato a spingere, anche se ero al limite con le gomme. Purtroppo, è bastato arrivare 1 km/h più forte e con un grado di inclinazione in più per perdere il davanti. Evidentemente ero troppo impiccato e sono caduto. Il mio ritmo, nel complesso, era simile a quello di Andrea, mi è mancato non poter usare le gomme che più mi piacciono. Quando sono arrivato a 1”3 da Dovi era giusto provare».

 

Cosa pensi di quello che ha fatto Fenati?

«Quello che ha fatto è orribile, ma è anche vero che Manzi è un pilota impulsivo e molto aggressivo: sicuramente deve essere successo qualcosa prima. Fenati non deve reagire così, ma anche Manzi deve correre in maniera differente».

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