MotoGP 2018. Iannone: "Sono forte, ma non sarà facile"

MotoGP 2018. Iannone: "Sono forte, ma non sarà facile"
Marco Berti Quattrini
Tempone in mattinata confermato nel pomeriggio. Iannone è tranquillo, fiducioso ma come dice lui stesso “con i piedi per terra”. Con questi risultati è un peccato lasciare Suzuki
1 giugno 2018

SCARPERIA - Tempone in mattinata confermato nel pomeriggio. Iannone è tranquillo e fiducioso, ma come dice lui stesso “con i piedi per terra".


«Sono abbastanza contento. Abbiamo iniziato al Mugello con il piede giusto. Era importante perché quest’anno stiamo crescendo gara dopo gara e il feeling con la moto migliora. Quando arrivi al Mugello e ti senti abbastanza bene devi riuscire a esprimere il massimo del potenziale. Qui sono forte ma non sarà facile, siamo tutti vicini. Dovremo migliorare alcuni aspetti sulla costanza della gara e della gomma. Spero si riesca a fare un miglioramento nell’elettronica perché sarebbe importante per domenica».


Cosa hai visto dell’incidente di Michele Pirro?

«Io stavo uscendo dal box e l’ho visto cadere. Ha dato una botta bruttissima, quando cadi a 340km/h non è facile. Alla fine sta bene, sono felice per lui».


Petrucci dice che in quel punto la pista non è il massimo, sei d’accordo?

«Per loro (le Ducati, NDA) che vanno 10-12 km/h più veloci di noi sul rettilineo potrebbe essere così. Già per noi la moto si muove abbastanza, io ho il record di velocità quindi la facevo, ma ci vogliono le palle. In altre piste raggiungiamo velocità alte ma non abbiamo scollini o problemi di questo tipo. Qui al Mugello dipende anche dalla traiettoria che fai. Io ad esempio riesco a tenere la moto molto stabile però è una traiettoria diversa da quella che fanno gli altri. A me non dà fastidio».


Oggi hai fatto vedere che quando la moto è competitiva lo sei anche tu.

«Come si fa a non capire che quando cambiano così tante cose tutte insieme e una Casa ammette di aver fatto una scelta tecnica sbagliata che ci vuole un attimo di tempo ad arrivare (ai risultati, NDA). Però un pilota che vince non è che da un giorno all’altro non sa più vincere. Io mi sento bene con la Suzuki, lo scorso anno non avevo il feeling e sfido qualsiasi pilota a guidare senza feeling. Abbiamo lavorato bene, abbiamo sofferto e ora siamo qui e voglio sfruttare al massimo il potenziale di questa moto da qui a fine campionato. Io ho cercato di fare del mio meglio da subito in Suzuki, avrò avuto anche io le mie colpe, ora le pago a testa bassa e mi rimetto a lavorare. Sono consapevole di essere un pilota con del talento e che tecnicamente sa anche dare le giuste indicazioni per migliorare una moto. Ho ancora l’età per poterlo fare, ripartirò da capo un’altra volta e spero di arrivare dove voglio arrivare».


Per domenica si può sperare di vincere?

«Bisogna tenere i piedi per terra, bisogna migliorare la moto turno dopo turno come stiamo facendo. Secondo me siamo già tanto vicini al limite e quindi non sarà facile migliorare. Ho alcuni problemi di elettronica in uscita di curva perché non riesco a gestire bene i movimenti della moto. Dobbiamo capire se con il materiale che abbiamo a disposizione i ragazzi riescono a fare uno step in questa direzione. Se riusciamo a mantenere la moto un po’ più calma e costante per tutta la gara siamo forti».

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