Andrea Iannone: "Facevo sesso tutta la notte e vincevo. Ora la vita vale più delle corse"

Andrea Iannone: "Facevo sesso tutta la notte e vincevo. Ora la vita vale più delle corse"
Il pilota abruzzese si racconta senza filtri nel podcast BSMT: dalla squalifica che gli ha tolto quattro anni di carriera alla rinascita con Elodie, passando per i segreti del box Ducati e quel podio conquistato dopo una notte di passione
27 novembre 2025

Lo sappiamo che Andrea Iannone non è tipo da mezze misure. E quando si siede davanti al microfono di Gianluca Gazzoli per il podcast BSMT, lo dimostra fin dalle prime battute. Trentasei anni, più di 100 moto in garage ("ma per strada ho paura degli altri e di me stesso"), una carriera da pilota MotoGP segnata da vittorie straordinarie e da una squalifica di quattro anni che avrebbe stroncato chiunque. Ma non lui.

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Il sesso prima della vittoria (e il record della pista)

Partiamo dal racconto che fa più rumore. Austria 2016, vigilia della gara. Iannone confessa: "Sono andato a dormire alle 5 di mattina, ho fatto sesso quasi tutta la notte". Il risultato? Pole position al warm up, vittoria in gara e record della pista. "Avevo 25-26 anni, ero nel mio prime", racconta sorridendo. Una vittoria conquistata anche contro le indicazioni del team: gomma morbida contro il parere di tutti, ali ridotte, e quella scelta istintiva che gli diede ragione.

Quattro anni cancellati: "Poteva andare peggio"

La parte più dura dell'intervista riguarda la squalifica per doping del 2019: contaminazione alimentare accertata, un nanogrammo di una sostanza che non dava alcun vantaggio prestazionale. Eppure: 18 mesi dalla federazione, poi 4 anni dopo l'appello della WADA. "Un incubo assurdo", ammette Iannone. Ma la sua reazione sorprende: "L'ho presa con filosofia. Sono ancora qui, sono tornato a correre. Potevano succedere cose peggiori".

Quattro anni senza guidare una MotoGP, ma senza mai smettere di allenarsi. "Inconsciamente sapevo che sarei tornato", spiega. E quando Valentino Rossi lo chiama per sostituire l'infortunato Diggia in Malesia, Iannone non ci pensa un secondo: "Per me era ok, sì sì, la facciamo".

Valentino, Vale e quel rapporto speciale

Su Rossi, Iannone è diretto: "È stato l'eroe della mia generazione". Ricorda la prima volta che l'ha conosciuto, nel 2009, "ubriaco, dietro la cucina del Cozzamarra". Poi l'Academy, il Ranch, le serate nel motorhome a raccontarsi le "follie" del weekend. "Se quel motorhome potesse parlare...", lascia intendere con un sorriso.

Ma sul presente della MotoGP è chiaro: Marc Márquez è fortissimo, ma non gli dà quella "magia" di Vale. "Per me il mio pilota preferito ha tante altre cose oltre alla velocità: carisma, attitude, energia. Marc ha tantissimo talento, ma non quella sensazione lì".

Elodie: "È arrivata quando ero al buio"

La parte più intima dell'intervista riguarda Elodie. "Ci siamo conosciuti in Puglia, compleanno di un amico comune. È scattata una cosa immediata". Iannone era ancora squalificato, nel momento più buio della carriera. "È stata l'alba, l'arrivo del sole", confessa. "Mi ha dato un supporto emotivo sconfinato".

Sul gossip costante che li circonda, Iannone è lapidario: "Ho la corazza. Se mi curassi del giudizio esterno impazzirei". E sulla gelosia: "Non sono estremamente geloso. La gelosia nasce quando l'altro ti dà motivo di esserlo".

L'errore più grande: lasciare Ducati

Tra i rimpianti, uno su tutti: "Andare via da Ducati è stato l'errore più grande della mia carriera". Era il 2015, aveva il contratto sul tavolo da firmare. Poi arrivò Jorge Lorenzo, la Ducati rilancia, e Iannone si ritrova fuori. "Con Gigi Dall'Igna e quella squadra c'era una magia. Avevamo tutto per vincere".

L'offerta Suzuki era "impressionante, non avevo mai visto così tanti soldi insieme". Ma col senno di poi: "Ho sbagliato".

Il futuro: non ho tempo da perdere

Oggi Iannone è alla Superbike, ma guarda al futuro con realismo: "Non sono più in un'età dove posso accettare compromessi". Vuole una moto competitiva per lottare nelle prime cinque posizioni o preferisce smettere. "Il tempo da perdere non ne ho più. Sono pronto, ma serve una situazione bella".

Sul ritorno definitivo alla velocità estrema: "Tutto deve valerne la pena, altrimenti la vita si può fare di tante altre cose". Una consapevolezza matura, forse l'unica cosa che quegli infernali quattro anni gli hanno davvero insegnato.