Marquez: "Mai così bene in MotoGP"

Marquez: "Mai così bene in MotoGP"
Giovanni Zamagni
"Non so perché, ma qui mi sento particolarmente a mio agio - confessa Marquez-. Ma è presto per fare pronostici: solo dopo il warm up si saprà com'è la situazione" | G. Zamagni, Austin
20 aprile 2013

Punti chiave

 

AUSTIN – 554 millesimi di vantaggio sul secondo, il compagno di squadra Dani Pedrosa, 1”142 sul terzo in classifica, Stefan Bradl, 1”606 sulla prima Yamaha, quella di Jorge Lorenzo. I numeri, crudi ma spietati, dicono che quello di Marc Marquez è stato un vero e proprio dominio. Se poi si va ad analizzare il passo gara, il distacco, anziché diminuire aumenta: Marquez ha realizzato ben sei giri in 2’05” basso (di cui quattro consecutivi), mentre Pedrosa è sceso solo due volte sotto il muro dei 2’06” (2’05”585 e 2’05”804). Insomma, al momento Marc sembra imbattibile.

«Sì, sulla moto mi sento molto bene, riesco a guidare al meglio, ma è solo venerdì: conta molto di più domani e, soprattutto, domenica. Credo che solo dopo il warm up si potrà avere una fotografia più precisa dei valori in campo».

 

Rossi dice che “fai paura”: sai cosa significa?
(ride) «No, non lo so… So solo che per il momento sono veloce, ma devo riunirmi e programmare bene il lavoro con la squadra per domani e cercare di essere più competitivo in qualifica rispetto a quanto lo ero stato in Qatar (sesto in griglia, NDA). Qui le condizioni della pista cambiano continuamente, la temperatura si sta alzando: credo che la chiave per essere competitivi sarà riuscire ad adattarsi velocemente ai probabili mutamenti che ci saranno nelle libere e in qualifica».


Ma perché su questo tracciato ti trovi così bene?
«Non lo so: mi sento bene sulla moto e qui la Honda funziona veramente bene. In passato, con la 125 o con la Moto2 mi era già capitato che mi piacesse particolarmente un circuito, ma è la prima volta che mi accade in MotoGP. Ma non c’è un perché, come non c’era sulle difficoltà che avevo incontrato a Jerez. Qui riesco a guidare al meglio e ho anche un buon passo: non era così in Qatar».


E’ stato facile girare così?
«Non è mai facile, ma sicuramente è stato più facile che in Qatar».


Alla prima curva siete andati dritti in tanti: come mai?
«E’ particolare: essendo in salita, sembra che puoi frenare più tardi, ma se lo fai finisci lungo. Sicuramente sarà interessante vedere cosa succederà in partenza».


La Yamaha si avvicinerà?
«Sì, vedrete che in qualifica i distacchi saranno minori».