Luca Cadalora: "La Honda è messa strana e Marquez fa paura"

Luca Cadalora: "La Honda è messa strana e Marquez fa paura"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Concetti interessanti: nel box Yamaha manca una guida tecnica, a 40 anni non puoi fare quello che facevi a 20, Vinales qualche volta va fortissimo ma forse non sa neanche perché, se Marquez lascia la Honda per loro sono guai, Lorenzo neanche capiscono quello che dice, Ducati manca sempre qualcosa, troppi piloti si limitano a fare il compitino...
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
6 agosto 2019

Luca Cadalora, tre volte campione del mondo, il pilota italiano che ha rischiato di vincere i titoli nelle tre classi prima di Valentino Rossi.

Per tre stagioni coach di Valentino, dalla primavera 2016 alla fine del 2018. Il modenese, cinquantasei anni e due figlie adolescenti, è in vacanza con la famiglia e lo blocchiamo al telefono. Cominciamo da Rossi e da Yamaha? Oppure è limitato da un vincolo di riservatezza, come si dice in termini legali?

"Yamaha? Ne parlo liberamente. Li sento spesso - precisa Luca- e mi hanno anche chiesto di andare a Misano per seguire i test. Da quello che ho potuto vedere in tivù, a Brno lunedì non hanno ancora portato niente di radicalmente nuovo: quando si modifica il sottosella significa semplicemente che si è spostata la sistemazione delle cose, tipo centralina ecc. Niente di più. Però ho visto anche le pedane leggermente spostate... chissà!"

Cadalora condivide ciò che il nostro ingegner Bernardelle dice spesso in DopoGP: in questa stagione, nel box del 46 non tutto funziona a meraviglia. "Sembra anche a me che manchi una guida vera, una guida tecnica", dice. "I giapponesi sono bravi, ma i passaggi delle informazioni dalla pista alla casa madre sono sempre faticosi. Bisogna dire che la moto 2019 soffre in accelerazione, purtroppo anche in Austria sarà come a Brno e quando ti manca potenza non riesci a stare abbastanza vicino al rivale da superarlo in staccata. La Yamaha si è persa un po' questa la verità: i motori più potenti si sono rivelati anche i meno guidabili, la moto non si guidava più e correre ai ripari non è bastato.

Il pilota? Luca ha una stima enorme di Valentino Rossi, ma dice testualmente, un po' nello stile del suo grande maestro Walter Villa (indimenticabile): "Naturalmente non si può chiedere a un pilota di quarant'anni di fare quello che faceva a venti".

Il discorso si sposta così a Quartararo, quello di venti anni. Cadalora dice che vederlo dal vivo al Mugello gli ha fatto molta impressione, è un pilota che può vincere da una domenica all'altra, ha una bella guida dolce, non una guida fisica come quella di Vinales. Aggiunge a proposito che Maverick è difficile da inquadrare, ancora non ha capito che pilota sia. "Ci sono momenti in cui va davvero forte, fortissimo, ma chissà se lui lo sa mentre guida...". 

Da Morbidelli si aspettava qualcosa di più, forse non è ancora a posto.

E Marquez? "Marquez fa paura. Quello che ha fatto a Brno in Q2... Da prendere la macchina e tornare a casa!", racconta. "Mai visto una cosa così. Fortissimo. Rischia tanto, non sempre ragiona, o meglio lui ragiona sempre per la massima prestazione".

La Honda. Anche per il modenese ha fatto un "bel salto" nel motore. "Ma è messa strana, bassa dietro... sono sicuro di una cosa: la Honda non lascerà mai andare via il suo numero uno, sanno che devono tenerlo stretto. Ma se per caso dovesse succedere, senza Marquez alla Honda finirebbero nei guai per anni: come faranno a sistemare quella moto? Soltanto lui la guida, è la moto fatta solo per lui: lo sterzo gli si chiude in media tre volte a fine settimana e se Marc la salva tre volte; per gli altri invece sono tre voli che non sanno neanche dove finiscono".

Terrore è per Luca ciò che gli altri piloti della Honda devono provare nel guidare la moto 2019. E per Lorenzo naturalmente è dura. "Non molla - argomenta - ci proverà, ma è durissima. Perché in Ducati aveva trovato Dall'Igna che lo conosceva bene, lo aveva voluto, lo ascoltava e lo capiva. In Honda temo che non sappiano neanche cosa sta dicendo. E nulla cambierà fino a che non ci sarà qualcuno che crede in lui, come accadde a me in Yamaha, con la moto che vinceva con Rainey e che io non potevo neanche guidare. Ad ogni modo spero proprio che Lorenzo riesca a recuperare, perché è l'unico che può dare fastidio a Marquez e rendere le gare più belle".

Ducati è anche per Cadalora l'unica moto che può stare insieme alla Honda. "Però manca sempre qualcosa... e non solo di tecnico. Io credo proprio che Lorenzo oggi avrebbe fatto molto bene, purtroppo è andata come è andata, non è stato un capolavoro. Dovizioso non lo vedi mai tentare qualcosa di speciale, o meglio qualche volta ci ha provato ma si è steso. In queste condizioni, per battere Marquez oggi ci vuole una moto molto superiore. Come è stato spesso l'anno scorso".

In generale, anche per l'ex coach di Valentino la MotoGP è plafonata, soprattutto dalle gomme. Però Luca precisa che Michelin ha migliorato i suoi pneumatici e oggi si può tirare tutta la gara, fino alla fine. Non come il 2018, con l'Endurance... "Però - punge Cadalora- troppi piloti oggi si limitano a fare il compitino. Trovo che i piloti siano un po' cambiati, sembra che facciano un lavoro qualsiasi. Questa è almeno la mia impressione, mi aspetterei che qualche volta, soprattutto nelle condizioni particolari in cui si potrebbe prendere qualche rischio in più e fare la differenza...direi che una volta forse c'era più passione, o più ambizione...".

Le conclusioni dell'analisi di Luca: Suzuki è una gran moto, forse i piloti sono ancora acerbi ma Rins è quasi pronto. KTM gran motore e un progressivo miglioramento si vede, Aprilia proprio non si capisce.