Il debutto della Ducati GP 11.1

Il debutto della Ducati GP 11.1
Giovanni Zamagni
Due episodi meritano un approfondimento: il debutto della Ducati GP11.1 e la cancellazione della programmazione pomeridiana a causa dell’olio | G. Zamagni, Assen
23 giugno 2011

Punti chiave


ASSEN – Due episodi meritano un approfondimento: il debutto della Ducati GP11.1 e la cancellazione della programmazione pomeridiana a causa dell’olio lasciato in un lunghissimo tratto di pista – si parla di tre chilometri – da una Moto2.

Cominciamo naturalmente dalla Ducati, perché, come è normale che fosse, la GP11.1 fa discutere. Morto sul nascere il dubbio sollevato da un sito internet spagnolo sul fatto che settimana scorsa al Mugello Rossi avesse provato la 800 e non la 1000, è legittimo chiedersi se è giusto che la Ducati schieri una nuova moto a stagione in corso. In realtà, come purtroppo spesso succede nei fumosi regolamenti della MotoGP, non sta scritto da nessuna parte che è vietato quanto fatto dalla Casa di Borgo Panigale, ma è vero che viene usata una ciclistica nata teoricamente per la GP12, la Ducati per la prossima stagione. Come è noto, i piloti ufficiali non possono provare durante la stagione la moto che utilizzano in gara, mentre ci sono otto giornate (per Casa) per sviluppare la 1000 della prossima stagione. Un’eccezione dovuta all’importante cambio regolamentare per il campionato 2012: solo così Rossi ha potuto provare (e promuovere) una ciclistica che, altrimenti, non avrebbe mai potuto utilizzare quest’anno, se non nella giornata di test prevista dopo il GP della Repubblica Ceca del 14 agosto.
Comunque la si veda, quello che emerge chiaramente è che è assurdo vietare ai piloti di provare durante la stagione: in pratica il motociclismo è l’unico sport dove l’atleta non si può allenare, ma la Casa spende comunque i soldi per far girare i collaudatori. Che senso ha? Nessuno e, oltre tutto, si ritorce contro lo spettacolo, perché così facendo una Marca non può – o ci riesce con grande fatica – recuperare l’eventuale svantaggio da un rivale.


UNA SOLA MOTO PER 125 E MOTO2: ASSURDO!

Passiamo alle cilindrate minori, in particolare alla Moto2. Baldolini e Marquez hanno rotto il motore nel primo turno di prove libere, ma invece di fermarsi immediatamente hanno proseguito, inondando l’asfalto d’olio, tanto che per pulire la pista la Direzione Corsa ha dovuto annullare tutto il programma pomeridiano, con lo spostamento delle seconde libere a domani mattina, quando tutte le classi effettueranno un turno da 90 minuti. Baldolini e Marquez probabilmente non si sono nemmeno accorti della rottura del motore, ma non solo: avendo a disposizione una sola moto, i piloti fanno di tutto per raggiungere i box in qualsiasi condizione, perché fermarsi lungo la pista significherebbe, di fatto, perdere tutto il turno. Che senso ha? Nessuno. Va bene che bisogna risparmiare, ma qui stiamo correndo un campionato del mondo: non avere due moto ai box è un controsenso assoluto. E anche pericoloso, come si è visto bene ad Assen.