MotoGP. Ecco perché Pol Espargaro può far bene in Honda HRC

MotoGP. Ecco perché Pol Espargaro può far bene in Honda HRC
Giovanni Zamagni
Campione del mondo Moto2, Pol non ha esaltato nei tre anni in Yamaha, ma con la KTM è cresciuto moltissimo, raccogliendo risultati eclatanti se confrontati con quelli degli altri piloti della moto austriaca. Proprio come sta facendo Marquez con la Honda
13 luglio 2020

Pol Espargaro a fianco di Marc Marquez, il fratello Alex da Lucio Cecchinello al posto di Cal Crutchlow con un contratto di due anni, per la classica storia a lieto fine: tutti felici e contenti. Sembra la conferma che quanto accaduto clamorosamente in questi mesi, fosse in realtà nato lo scorso novembre, un progetto ben preciso avvallato da Emilio Alzamora e dai fratelli Marquez. Personalmente l’ho sempre pensata così e continuerò a esserne convinto, fino a prova contraria…

Dopo Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo, Alex Marquez, tocca quindi a Pol Espargaro provare a dare fastidio a Marc Marquez, il pilota che ha dominato la categoria da quando è arrivato in MotoGP. Ci riuscirà? Impossibile dirlo a priori. Campione del mondo Moto2 nel 2013, ovvero nell’anno in cui non c’era più Marc, Pol è salito di cilindrata nel 2014, correndo tre anni con la Yamaha satellite del team Tech3.

I risultati, per la verità, non sono stati eccezionali: nemmeno un podio in 54 GP disputati, due quarti posti come miglior risultato (nel 2014 nel GP di Francia e nel 2016 in Olanda), sesto in classifica generale nella stagione del debutto. Poi il passaggio alla KTM nel 2017: un podio, un po’ fortunoso, ottenuto nell’ultimo GP del 2018 a Valencia, e, soprattutto, la capacità di portare la moto austriaca a livelli sconosciuti per i suoi compagni di squadra, specie in prova, ma anche in gara. Facendo le debite proporzioni, si può dire che P. Espargaro ha fatto in KTM la stessa differenza che Marc Marquez ha fatto in Honda.

Può fare bene

Si adatterà alla RC213V? Secondo me sì. Nei tre anni in KTM, Pol ha imparato a guidare sopra i problemi, ha saputo adattarsi a una moto difficile e molto fisica (proprio come la Honda), ha cambiato stile di guida per sfruttare il potenziale a sua disposizione, diventando anche più attento e preciso, minimizzando gli errori. Ha quindi fatto un percorso di grande crescita tecnica e psicologica, con l’unica incognita della capacità di sopportare la pressione: fino ad ora, qualsiasi risultato andava bene, dal 2021 non sarà più così, perché se vai a occupare quel posto a fianco di Marquez, le ambizioni sono differenti, così come le aspettative.

Oggi, nessuno è in grado di dare fastidio all’otto volte campione del mondo, ma Espargaro sembra essere la scelta migliore per carattere e anche per la sua rivalità con Marc, con il quale si confronta dai tempi delle minimoto. Adesso, a 29 anni, ha l’occasione della vita per dimostrare il suo valore: dovrà sfruttarla al meglio, cercando di non esagerare all’inizio (come ha fatto per esempio Lorenzo), provando a seguire la sua strada senza farsi influenzare dalle prestazioni del compagno di squadra: con metodo e preparazione può fare bene.

Separati in casa

Pol Espargaro si aggiunge a Danilo Petrucci, Cal Crutchlow e, in parte, Valentino Rossi, i quali nel 2020 correranno da “separati in casa”, piloti già sicuri di cambiare moto (o squadra nel caso di Valentino) nel 2021. Come reagiranno? Può essere un tema interessante della stagione che inizierà mercoledì a Jerez con la giornata di test straordinaria organizzata dalla Dorna e venerdì con le libere del GP di Spagna. Non è la prima volta che accade, ma è sicuramente particolare correre per un team sapendo già di doverlo lasciare a fine anno: cambierà qualcosa nell’atteggiamento e nelle prestazioni di questi piloti?

Per quanto riguarda Pol io credo di no, lui e la KTM andranno avanti come hanno fatto fino adesso. Diverso il discorso per Petrucci e, soprattutto, Crutchlow, che può solo sperare nelle disgrazie giudiziarie di Andrea Iannone.