I commenti dei piloti dopo il GP di San Marino

I commenti dei piloti dopo il GP di San Marino
Giovanni Zamagni
Qualsiasi commento sulla gara viene evitato, si parla, inevitabilmente, solo dell’incidente che ha funestato il GP di Misano | G. Zamagni, Misano
5 settembre 2010

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MISANO ADRIATICO – Quando i piloti della MotoGP arrivano al parco chiuso, trovano inaspettatamente ad accoglierli Carmelo Ezpeleta, numero uno della Dorna, che comunica la morte di Shoya Tomizawa. Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo, Valentino Rossi, così come tutti gli altri piloti, perdono il sorriso. Qualsiasi commento sulla gara viene evitato, si parla, inevitabilmente, solo dell’incidente che ha funestato il GP di Misano.

«Non ci sono parole per spiegare quello che si prova – dice Pedrosa -: fino a un attimo fa ero felicissimo per il trionfo, adesso sono qui a commentare la morte di un pilota forte, coraggioso, sempre pronto a ridere e a scherzare con tutti. Correre in moto è una scelta: se non altro, lui fino a questa mattina ha vissuto facendo quello che gli piaceva».

Poi tocca a Jorge Lorenzo. «Era un ragazzo molto allegro, sempre sorridente. Noi piloti non pensiamo mai alla morte, ma, purtroppo, questo è uno sport rischioso: adesso è difficile tornare ai pensieri normali».

Infine Valentino Rossi, che nell’audio spiega anche la dinamica della caduta. «L’ho saputo adesso: quando succedono queste cose, non si sa cosa dire. Stavo guardando la gara nel mio motorhome e ho capito subito che era bruttissimo. Mancava poco al nostro GP e in quei momenti devi anche concentrarti sulla tua di gara. Uno cresce da piccolo guidando le moto e quando sei giovane è naturale non pensare a queste cose. Poi, quando cresci, fai degli incidenti, ti fai male e capisci meglio la situazione. Ma è la nostra passione: è giusto che il pilota abbia un po’ di paura, ma non pensa alla morte. Tomizawa era un ragazzo simpatico, veloce e divertente».